SI ALLARGA IL DISSENSO
Oltrarno:
al decimo messaggio, severa tirata d’orecchi alla giunta.
“Il rapporto fiduciario fra popolazione e squadra
di governo della città si sta
pericolosamente erodendo?”
Non si arresta il fiume di sollecitazioni
che il mondo della cultura trasmette a Palazzo Vecchio perché cambi rotta nella
gestione urbanistica della città e nel rapporto con la popolazione residente,
sempre più assottigliata e in sofferenza. Dopo Laura Baldini, Ilaria Borletti
Buitoni, Giovanni Fanelli, Anna Guarducci, Paola Grifoni, Marinella Del Buono,
Pier Paolo Donati, Alvaro Company, Luca Pezzuto, Antonio Paolucci, Antonio
Natali, Bernardo Francesco Gianni, Piero Gensini, Oliva Rucellai, Carlo
Spagnolo, Angelo Gaccione, Paolo Ventura, Lorenzo Orioli e Marco
Massa, col decimo messaggio arrivano stamani sul tavolo del sindaco e
degli assessori le testimonianze di altri due notissimi studiosi: Leonardo
Rombai, già professore ordinario di Geografia all’Università di Firenze,
e Luigi Zangheri, presidente emerito dell’Accademia delle Arti del
Disegno.
“Per un’urbanistica al servizio dei cittadini”: così
titola il suo intervento il presidente di Italia Nostra Firenze.
Urge abbandonare la strategia della monocoltura turistica, “con
espulsione di attività artigianali e commerciali e di residenze dei cittadini,
a favore di affitti gestiti dalle piattaforme online, di alberghi e resorts di
lusso, esercizi e negozi rivolti agli ospiti” e “puntare sul
soddisfacimento delle esigenze dei cittadini: residenze, servizi specifici
adeguati, spazi verdi e di socializzazione, nel rispetto delle esigenze del
patrimonio storico-culturale. Ora o mai più”.
Da parte sua il prof. Zangheri suggerisce -
affinché il caso descritto nel Manifesto Boboli-Belvedere sia
conosciuto e valutato anche in un adeguato contesto internazionale -
il contatto col direttore dell’UNESCO World Heritage Centre e
dell’Heritage Division. E spiega: “D’altronde è impensabile che
l’Ufficio ‘Firenze Patrimonio Mondiale e rapporti con l’UNESCO’ del Comune di
Firenze (via Giuseppe Garibaldi n. 7, 50123 Firenze - firenzepatrimoniomondiale@comune.fi.it) possa
convincere la popolazione di Firenze di non avere più un ruolo attivo sulle
decisioni riguardanti il suo paesaggio”. Ricordando che tale
ruolo è riconosciuto dalla Convenzione Europea del Paesaggio che, nell’ottobre
2000, venne sottoscritta proprio a Palazzo Vecchio. Ed è proprio a questa
responsabilità che Idra richiama la giunta fiorentina e l’Ufficio Unesco
del Comune.
Dopo aver citato i passaggi della
Convenzione che impegnano a “riconoscere giuridicamente il paesaggio in
quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni,
espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e
fondamento della loro identità” e ad “avviare procedure di
partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri
soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche
paesaggistiche”, il presidente dell’associazione ecologista mette a
confronto l’attuale comportamento di Palazzo Vecchio, e dell’Ufficio Unesco del
Comune, con i princìpi fissati in quel documento. “La scelta da parte
di codesta Amministrazione comunale - scrive - di non
accordare ascolto alle istanze provenienti dalla società civile, dall’associazionismo
e dal mondo della cultura, anche a fronte di centinaia di firme di cittadini
residenti in area Unesco consapevolmente preoccupati dei rischi che una
porzione preziosa e delicata del loro tessuto storico urbano corre per effetto
di decisioni amministrative ancora suscettibili di essere corrette, appare
stridere con i provvedimenti e le misure di sensibilizzazione previste da
questa Convenzione. Né si registrano interventi o inviti ad ottemperarvi da
parte del citato “Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale e rapporti con
l’UNESCO”, pur informato dei contenuti delle rivendicazioni
avanzate da Idra in materia di diritti di
cittadinanza e tutela dei beni culturali in relazione alle
misure assunte dal Comune di Firenze nel procedimento di adozione della
Variante al Regolamento Urbanistico Scheda norma AT 12.05 Ex Caserma Vittorio
Veneto. Ciò tanto più addolora se si considera che la
Convenzione, adottata dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell’Ambiente
del Consiglio d’Europa il 19 luglio 2000, è stata ufficialmente
sottoscritta nel Salone dei Cinquecento. A 21 anni di distanza ne abbiamo
dunque già smarrito memoria?”
E sommessamente segnala: “Dopo la mancata
considerazione da parte di codesta Giunta delle ripetute richieste di incontro,
ascolto e partecipazione sulla Variante di Costa San Giorgio, dopo il rigetto
seguìto anche all’audizione svoltasi il 16 aprile scorso in Commissione
Territorio e Ambiente del Quartiere 1, dopo che non è stato raccolto neppure l’invito
alla Maratona oratoria civile ai
piedi della Torre di Arnolfo lo scorso 28 maggio, questo è il decimo dei
messaggi che vengono inviati da settimane al Sindaco e all’intera Giunta,
corredati da dichiarazioni di personalità rappresentative di svariate branche
del sapere e del pensare.
La circostanza che nessun componente della
Giunta abbia ancora ritenuto di dovere un qualsivoglia riscontro al
paziente sforzo di interlocuzione che un nutrito drappello di cittadini e
di intellettuali esprime con appelli insistiti e garbati può definirsi un
comportamento accettabile e produttivo? Non ritiene la Giunta che, al di là del
caso di Costa San Giorgio, si stia pericolosamente erodendo nell’Oltrarno -
pensiamo anche alle vicende attorno alla Basilica di Santo Spirito - il
rapporto fiduciario fra popolazione e squadra di governo della città, laddove
sarebbe invece indispensabile favorire e incentivare un clima di dialogo e
crescita democratica?”
Idra- Firenze
PER UN’URBANISTICA AL SERVIZIO DEI
CITTADINI
di Leonardo Rombai*
Il libro di Antonio
Fiorentino A chi fa gola Firenze (2020) riporta la mappa dei
grandi investitori che, nel nuovo Millennio, si sono comprati la città storica
(centro e quartieri otto-novecenteschi), stravolgendo antichi palazzi, edifici
industriali, militari e giudiziari spesso di antica origine, per trasformarli
in residenze, alberghi, saune e spa di lusso, centri commerciali e negozi. Questa
politica ha portato alla monocoltura turistica, con espulsione di attività
artigianali e commerciali e di residenze dei cittadini, a favore di affitti
gestiti dalle piattaforme online, di alberghi e resorts di lusso, esercizi e
negozi rivolti agli ospiti. Tale strategia ha avuto il sostegno di Confindustria,
Confcommercio e lobbies finanziarie e professionali, ed è stata perseguita fino
ad oggi, nonostante la pandemia. Lo dimostrano due atti amministrativi.
1. La “Variante all’art. 13” delle Norme
Attuative del Regolamento Urbanistico del 2018 che, per l'edilizia storica,
abolisce restauro e risanamento conservativo, e incentiva mutamento di
destinazione, frazionamenti e ristrutturazioni, pur in assenza di schede
descrittive storico-architettoniche: Italia Nostra si è opposta con
osservazioni e ricorsi a TAR e Consiglio di Stato.
2. La proroga del Regolamento
Urbanistico - scaduto il 3 giugno 2020 - per impedire che scattassero le
salvaguardie. Solo Italia Nostra ha protestato per la inaudita decisione
regionale che proroga la validità addirittura a tutto il 2021: consentendo di
completare le autorizzazioni edilizie per il centro storico e non solo. La
sostituzione del restauro/risanamento con la ristrutturazione interessa 40 casi
o Aree di Trasformazione, con complessi come Querce e Manifattura Tabacchi,
villa di Rusciano, Conventi di Monte Oliveto, della Piazzuola e di Santa Marta,
Ospedale Militare, ex Tribunale di San Firenze, Costa San Giorgio, teatri Comunale
e Nazionale, Panificio Militare, e via dicendo.
In questi giorni sono esplosi i casi di Villa
Basilewsky e di Loggia del Grano - Capitol. La città si aspetta che l’occasione
del rifacimento dello strumento urbanistico non vada delusa. È necessario
invertire la rotta, puntare sul soddisfacimento delle esigenze dei cittadini:
residenze, servizi specifici adeguati, spazi verdi e di socializzazione, nel
rispetto delle esigenze del patrimonio storico-culturale. Ora o mai più.
*Già professore ordinario di Geografia
Nell’Università di Firenze
presidente di Italia Nostra-Sezione di Firenze
COINVOLGERE L’UNESCO
di Luigi Zangheri*
La poca attenzione se non
la diffidenza degli amministratori comunali al Manifesto Boboli-Belvedere suggerisce
per il buon esito dell’iniziativa dell’Idra di interessare direttamente
l’UNESCO nella persona della dottoressa Mechtild Rössler, direttore dell’UNESCO
World Heritage Centre e dell’Heritage Division (m.rossler@unesco.org). Dovremmo
far arrivare a lei tutta la documentazione utile, partecipandola per conoscenza
alla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO (via S. Apollinare 8, 00186
Roma - comm.unesco@esteri.it), alla nostra Soprintendenza Archeologia
Belle Arti e Paesaggio, nonché alla nostra Segreteria regionale del Ministero
della Cultura. Volenti o nolenti questi uffici italiani dovranno prendere atto
che il Manifesto Boboli-Belvedere è arrivato all’UNESCO.
D’altronde è impensabile che l’Ufficio ‘Firenze
Patrimonio Mondiale e rapporti con l’UNESCO’ del Comune di Firenze (via
Giuseppe Garibaldi n. 7, 50123 Firenze - firenzepatrimoniomondiale@comune.fi.it)
possa convincere la popolazione di Firenze di non avere più un ruolo attivo
sulle decisioni riguardanti il suo paesaggio. Un ruolo riconosciuto dalla
Convenzione Europea del Paesaggio che, nell’ottobre, 2000 venne sottoscritta
proprio a Palazzo Vecchio.
*Accademico emerito e presidente
emerito
dell’Accademia delle Arti del Disegno
già docente di Restauro del verde storico
e di Storia del giardino e del paesaggio
presso la Facoltà di Architettura
dell’Università degli Studi di Firenze