IL SENSO
AMBIGUO DELLE PAROLE
di Angelo Gaccione
Lo
ammetto, sono un maniaco delle parole, della loro precisione, del loro senso.
So quanto le parole possono essere ambigue e addirittura false. Non si mente
solo con le azioni, si mente soprattutto con le parole. Che le parole spesso
servono per nascondere il pensiero è un concetto che ho sentito da ragazzo
nelle botteghe della mia città, prima di conoscere le sue varianti attribuite
al tale o al talaltro pensatore. Si tratti di Fouché, di Talleyrand-Périgord,
di Voltaire o di uno dei tanti vecchi saggi della mia città non mi importa. Il critico cinematografico e teorico
della comunicazione di massa Pio Baldelli, all’ambiguità del linguaggio e alla
sua decodificazione ha dedicato buona parte della sua attività di studioso. I
giornali sono pieni di menzogne, come lo sono tutti i linguaggi dei poteri,
come lo sono le pubblicità: pubblicità ingannevoli, esiste addirittura un lemma
per connotarle. La propaganda è quasi sempre basata sulla menzogna, non c’è
bisogno di scomodare Orwell, lo sappiamo da sempre e da soli. Chi vi si oppone si
è dato anche gli strumenti di contrasto e ha chiamato questa pratica
controinformazione. Senza questa necessaria attività, sarebbe stato impossibile
ricostruire la verità sulla strage di Piazza Fontana e sulla morte di Pinelli,
tanto per fare un esempio. Gran parte delle relazioni umane si nutrono di
falsità, di inganni, di parole che non corrispondono al pensiero. Tutta questa perniciosa
sovrastruttura è ineliminabile se una società nuova non provvederà a cancellare
accumulazione del profitto, privatizzazione dei beni collettivi, delega del
potere ad un gruppo ristretto, e non trasformerà ogni attività umana in
funzione della vita e delle sue più vere necessità. Ma in attesa di questa
palingenesi, ed ammesso che la catastrofe ambientale o le armi nucleari ce lo
permetteranno, possiamo almeno tentare di fare subito un’opera di resistenza smascherando
le parole più abusate e false che si sono pervicacemente radicate nel tessuto
delle nostre società fino a condizionarci, ad opprimerci. Dunque, dobbiamo
abituarci ad attribuire alle parole il significato che compete loro sulla base
delle conseguenze pratiche, dell’impatto che hanno sulle nostre vite e
sull’ambiente. Se lo faremo tutto ci diventerà più chiaro. Militarismo
sarà immediatamente sinonimo di morte e devastazione come consumismo lo
sarà di saccheggio e di inquinamento della natura. Una vera ginnastica
intellettuale che ci aiuterà a prenderne le distanze.