IDRA
PRESIDIA FIRENZE
di
Girolamo Dell’Olio
Non
è accaduto sotto la Regione. Ma vale la pena raccontarlo. Ci sono piccole cose
che, viste in prospettiva, diventano grandi, grandissime. Mi è successo oggi
incontrando questo ragazzo di Odessa. Proprio oggi che di Odessa ci riferiscono
- con collaudata ipocrita costernazione - i tre morti uccisi dai malvagi
missili russi mentre qualcuno di noi, azionando il cervello, si domanda se
quelle vittime non siano dovute ai rottami dei missili che i prodi ucraini hanno
intercettato e lasciato cadere sul centro commerciale, o sulla scuola, o sul
complesso residenziale, o sui negozi. Noi non lo sappiamo. Ma lo sa per noi il
compatto plotone politico-mediatico che, dalla Meloni alla Schlein (autentiche
icone di dolcezza e femminilità), dal Tg Ics al Tg Ipsilon, ci imbandisce tutti
i giorni la Diretta del Massacro, con Dio e la Democrazia solidamente dalla
nostra parte. Insomma, quando mi ha detto che è di Odessa e, scavando appena un
po’, ho capito che sapeva bene cos’era stato quell’incendio della Casa dei sindacati il 2 maggio 2014 allora
ho osato proporglielo, se gradiva caso mai mettere una firma per il referendum
contro le armi in Europa orientale. E lui: ‘Andare in braccio a Biden? Sì,
certo, se tu me la porti io te la faccio’. Appena posso, da Leone, ci vado! Il
nome è di fantasia, perché sì, mi è parso molto motivato e sicuro, ma in questo
bel clima di ‘pacifismo’ bellicista, che accarezza ogni giorno di più
tentazioni autoritarie, persone come lui vanno ammirate e protette. E per me
sarà la regina delle firme, una che ne vale mille!
Ma
torniamo a via Cavour, dove pure altre tre belle firme le avrei conquistate. Ma
erano residenti un po’ troppo fuori, e allora diventa complicato con tutta la
trafila delle convalide. Lui, di Siena. Loro, questa bella famiglia giovane, di
Foggia, facce pulite, occhi vivi, il ragazzo più grande che fa la prima media,
la piccola la terza elementare hanno visto il cartello ‘Ripudia la guerra’, ma
hanno letto pure il resto. E mi spiegano: anche dalle loro parti è diventata
una moda feroce, quella di (tentare di) piazzare dappertutto pale eoliche per
decorare gli orizzonti.
‘Alle
Tremiti! Ti rendi conto? Che di fronte hai il Gargano!’
‘E
com’è finita?’
‘È finita che non ce l’hanno
fatta: perché la gente si è opposta’.
‘Lo
stiamo facendo qui anche noi, in Mugello’, li conforto. E intanto penso che
davvero dobbiamo e possiamo farcela!
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Centrale nucleare ucraina
Dunque,
ieri buca: cattivo tempo annunciato. Oggi ci vado comunque, bello o brutto che
sia. Ed è stato bello. Anche se mancava il referente istituzionale: giornata di
lutto di Stato, bandiere a mezz’asta, Consiglio sconvocato. Ma tanta gente - e
non solo turisti - che è stato possibile incontrare. Il tema di oggi è:
-
dopo l’emergenza Covid/se-non-ti-vaccini-muori-e-fai-morire
-
dopo l’emergenza guerra/se-non-armiamo-Zelensky-i-russi-ci-invadono
-
dopo l’emergenza
energia/se-non-compriamo-il-gas-americano-liquefatto-restiamo-al-freddo-e-al-buio
-
dopo l’emergenza clima/se-non-abbattiamo-la-CO2-l’ecobu$ine$$-muore
vogliamo
parlare anche dell’emergenza Giani?
Perché
quest’uomo, e la folla di ambizioni e di interessi nazionali e transnazionali
che asseconda incurante della tenuta della propria stessa immagine pubblica,
stanno assestando allegramente colpi forse un po’ troppo pesanti al nostro
presente e al nostro futuro. Occorrerà demolire infatti quello che avrà
costruito, e ricostruire quello che avrà demolito: legalità, salute, rispetto,
ambiente, credibilità delle istituzioni. Prima lo faremo, meglio sarà! Possibilmente,
senza aspettare che scada la legislatura, basterebbe che a intervenire fossero
gli organi di controllo, le magistrature un po’ pigre, ultimamente, intimidite
forse dal vento autoritario che spira dai Palazzi centrali del potere, là dove
si legifera - ancora in queste ore allargando sempre più le maglie
dell’arbitrio dall’alto contro il basso.
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