RISVEGLIACI NOSTALGIA!
di
Patrizia Gioia
Certo
che parlare di nostalgia in questo momento storico è davvero dissacrante. È forse
uno stare nel passato? Un non voler vedere quel che ci sta ferendo dentro e
fuori? Un volersi anestetizzare dal dolore che tutti e tutto tocca? No. Io
voglio parlare di quella nostalgia che ci appassiona e ci infiamma, che ci
muove verso un luogo che ancora non abbiamo incontrato e che, insieme, possiamo
iniziare a rendere vivo. Giorni fa sono andata in una chiesa milanese molto frequentata,
dove c’è un giovane sacerdote che alla domenica fa delle fertili omelie, parole
che ispirano una riflessione, che muovono al pensiero critico e all’azione. Ero
davvero curiosa di sapere se avrebbe dato notizia di una cosa che mi sta
particolarmente a cuore. Purtroppo questo sacerdote era assente e il Vangelo è
stato letto e commentato alla solita maniera: “tiepidamente”, e sì che proprio
loro dovrebbero saperlo che i “tiepidi saranno vomitati”!
Ma
poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla
mia bocca. (Ap
3, 14-20). Il sacerdote, commentando il Vangelo, ha parlato niente di
meno che di amore al nemico, ha parlato della parola Pace, che
tante volte Gesù dice ed è venuto a portare. Fantastico! penso tra me e
me sempre fiduciosa di un risveglio, ora metterà queste parole nei fatti quotidiani,
cioè nella guerra che si sta vivendo, nel folle invio di armi, nella assoluta
necessità di dialogo e mediazione, ma soprattutto - mi dicevo - dirà almeno
qualche parola del Referendum nazionale per la pace, che da aprile si sta
promuovendo in tutta Italia.
Sant’Agostino
scrive: “la speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo
sdegno per la realtà delle cose, il coraggio per cambiarle”. Queste potenti
parole dovrebbero farci prendere consapevolezza di come la speranza sia
composta da due facce (indignazione e coraggio) e che entrambe sono robusti
strumenti da adoperare, se davvero lo vogliamo edificare il luogo di quella
nostalgia creatrice di cui parlavo. L’indignazione ci dice quello che non
possiamo e non riusciamo più a tollerare, stato ben lontano dalla rassegnata e
ignorante indifferenza che vedo in giro, perché se l’indignazione non si
tramuterà in azione rimane sterile consapevolezza, o peggio ancora, inutile
lamentela.
Bene,
torniamo alla Chiesa italiana. Il sacerdote ha ancora una volta ricordato le
“sue dimenticanze”, quelle del passato, senza minimamente accennare a quelle
del presente. Non basta parlare di pace, di non fare all’altro quello che non
vorresti fosse fatto a te, di amore al nemico, se poi te ne stai fermo e zitto
nel momento che si spara! È col silenzio che si benedicono le armi e la mano di
chi spara, è nel silenzio che si muore.
“L’amore
al nemico - scrive Raimon Panikkar - rende vulnerabile il nemico, ma
rende vulnerabile anche te”. Ma noi la vulnerabilità l’armiamo
invece di accoglierla e farla diventare nuova umanità. L’Italia, i suoi
cittadini, la Polis, indìce un Referendum contro l’invio di armi, non solo per
l’Ucraina, ma per ogni paese belligerante e per una più equa sanità pubblica e
nessuno ne parla?
O
meglio, ne parlano Generazioni Future, il Cln, qualche gruppo che etichettiamo
come complottista, ne parla il canale 262, Byo Blu: la tivù dei cittadini, “il
Fatto Quotidiano” e da sempre il giornale “Odissea”. Ne parla chi non ci sa
stare fermo e zitto davanti ad un sistema che sta distruggendo l’educazione, la
famiglia, la scuola, la natura, le nostre sinapsi, che sta cercando di
disumanizzare la nostra umanità e di violare anche la materia.
E
la Rai? Quella istituzione pubblica che un tempo faceva davvero cultura, ma che
a poco a poco ha reso tutto misero spettacolo quotidiano, ha reso tutto prodotto
riproducibile in serie, dimenticando la bellezza, la creatività, la fertilità
della differenza, contribuendo alla mortificazione della nostra dignità umana? E
la Rai, Istituzione pubblica, che dovrebbe informare? Nulla! Silenzio stampa
per ogni media. Censura per chi offre un pensiero differente, niente
possibilità di dialogo dialogico, solo una volgare dialettica fatta da quegli
specialisti che Flaiano aveva già stanato molti anni fa: “oggi anche il cretino
è specializzato”. E Prezzolini affondava sapientemente la lama: “in
Italia il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità,
ma per la sua abilità a fingere di averle... “non è vero che in Italia non
esiste giustizia. È invece vero che non bisogna chiederla al giudice, bensì al deputato,
al Ministro, al giornalista, all’avvocato influente...”.
Patrizia Gioia e altri amici al banchetto
Tornando
al referendum, pochi giorni fa abbiamo montato uno dei nostri banchetti
milanesi davanti alla Rai, in corso Sempione a Milano. Sì, ogni giorno, da
aprile a luglio, in tutte le città italiane, persone volontarie e volonterose
offrono il loro tempo e la loro passione per raccogliere le firme di chi, come
loro, sa tenere insieme indignazione e coraggio, di chi davvero la Pace la
vuole. Questo dovrebbe essere il nuovo mithos nascente! La Pace.
Con
gentilezza siamo entrati nel Palazzo, chiedendo di poter parlare con un
redattore, al fine di dare nota del Referendum in atto, giustificando così
anche la presenza del banchetto. Abbiamo atteso un po’, e poi ci è stato detto
che nessun giornalista sarebbe venuto a parlarci. Che dire?