VOGLIA DI GUERRA
di Angelo Gaccione
Eurotossici drogati di guerra
Che i vertici del Parlamento Europeo vogliano la guerra non ci sono più dubbi. Gli eurotossici che il drogato di guerra laburista Starmer ha riunito a Londra lo ripetono apertamente e si stanno attrezzando alla bisogna. Parlano di riconversione dell’industria automobilistica in industria di guerra, di Banca di guerra, di esercito comune di guerra, di economia di guerra, di investire una quantità spaventevole di miliardi e miliardi di euro per la guerra. Fra le più assatanate guerrafondaie spiccano la von der Leyen e la Kaja Kallas, il presidente dimezzato francese Macron, il primo ministro Pedro Sánchez (si definisce socialista ed è persino segretario del Partito Socialista Operaio Spagnolo. Poveri miliziani, e poveri caduti nella guerra di Spagna!), il presidente del consiglio polacco Tusk (si vede che alla Polonia non sono bastati né il sangue versato durante la Seconda guerra mondiale né le distruzioni), e persevera, come se niente fosse, il tedesco Scholz a cui gli elettori della Germania hanno dato una sonora sberla elettorale.
Da noi i più agguerriti sono i “progressisti” del Pd, i “moderati” di Forza Italia (meno male che sono moderati), i clan insignificanti, ma pur molto loquaci di quello che resta dei radicali (ve le ricordate le loro marce per la pace? Che brutta fine!), dei Calendiani, dei Renziani, dei Totiani, dei Lupiani e altra frattaglia che, come scriverebbe il mio compianto amico scrittore Giuseppe Bonura se fosse ancora in vita: “si riuniscono in una cabina telefonica”; naturalmente i “patrioti” di Fratelli d’Italia e il loro ministro dell’Offesa al buon senso che si preoccupano talmente tanto della patria da prepararsi a ridurla in misera con un vertiginoso impiego di miliardi per la guerra, ma non sono in grado di garantire negli ospedali pubblici un miserabile esame se non a distanza di 10 mesi. Se vuole una prova la “statista” della Garbatella Giorgia Meloni, le posso mandare la prenotazione della mia defecografia fissata in novembre, o quella della visita oculistica prevista fra un anno.
Se continuano su questa follia militarista e guerrafondaia è prevedibile che la “loro” patria la faranno ridurre, prima ancora, in cenere. Se non amassi sfegatatamente la mia patria e la mia lingua, tiferei perché quattro missili nucleari cadessero sui quattro punti cardinali della Capitale e cancellassero questi drogati di guerra con le loro famiglie, i loro beni, i loro privilegi, al più presto possibile. E invece mi tocca usare la ragione e dannarmi per tentare di disintossicarli dalla loro follia, unendo la mia voce a quanti la ragione non l’hanno ancora perduta. Dopo il Comunicato di Londra stilato da Starmer e le dichiarazioni di Macron e von der Leyen - che sono un aperto sabotaggio al tentativo di negoziato per far finire la carneficina in Ucraina e trasformare l’Europa in una macchina da guerra - questo genere di Europa ai miei occhi è divenuta matrigna e deve implodere. Dobbiamo lavorare perché si sfasci prima possibile; dare un sostegno a questo genere di Europa è dare un sostegno alla terza guerra mondiale. Questo tipo di Europa che non ha mosso un dito in tre anni per trovare una via d’uscita diplomatica al conflitto russo-ucraino, che saccheggia risorse ai cittadini dell’Unione per diventare un bastione armato, che ha paura della parola pace, che è diretta e governata da irresponsabili e dilettanti, questa Europa si è rivelata non solo inutile ma concretamente pericolosa.
Per quanto mi riguarda non eserciterò più il mio diritto di voto a
meno che non si prenda subito coscienza dello stato delle cose e si metta in
piedi una forza che aggreghi su un punto comune: la pace, uomini e donne del
nostro Paese e collabori in tal senso con quanti in Europa sono favorevoli al disarmo
e a risolvere le controversie internazionali in modo pacifico. Ovviamente non
sosterrò la manifestazione ambigua e inutile indetta a Roma il 15 marzo, e che
avrebbe dovuto unire sotto un’unica parola d’ordine: Basta guerra! gli
italiani stufi di carneficine e vessati da un carovita che è divenuto un vero e
proprio mercato-nero legale con prezzi alle stelle e che ha impoverito ancora
di più i ceti popolari.