URBANISTICA A FIRENZE
Al Dipartimento di
Architettura, una giornata di studio in onore di Gian Franco Di Pietro: “La
storia come anima del progetto urbanistico”
Avvicinava i suoi allievi alla storia e alla
letteratura mettendoli direttamente a contatto con la nostra terra, i suoi
boschi, le vallate, le architetture rurali o gentilizie, le fonti di
ispirazione poetica e artistica. E siccome lungo la scuola passava - e passa
ancora - un torrente che raccoglie le acque della montagna che sovrasta Firenze,
è lì che lui li portava: a camminare, osservare, annusare, fotografare, vigilare.
All’epoca, e fino ai primi anni Novanta, la materia si chiamava ‘cultura generale
ed educazione civica’. Poi, un Ministero poco accorto decise di liceizzare gli
istituti professionali, facendo un gran dispetto ai ragazzi che si iscrivevano
nutrendo ben altre aspettative, e nella nuova costellazione di discipline iper-teoriche
quella materia entrò nei ranghi di ‘italiano e storia’, per soddisfare le
esigenze bizzarre del nuovo corso (anti)pedagogico. Ma quel prof continuò a disegnare
un programma didattico che fosse per quanto possibile strumento di educazione
alla cittadinanza attiva. E non poté non imbattersi negli studi di tutela del
territorio che in quegli anni avevano (ancora) possibilità di fiorire e
influenzare le politiche locali. Fu così che incrociò l’opera di Gian Franco Di
Pietro, che assieme a Pietro Piussi, Luigi Omodei Zorini e Giovanni Errera gettava
infatti a fine anni Settanta le basi del principale strumento di tutela della
collina, il Parco territoriale di Monte Morello, mentre la conca Firenze-Prato-Pistoia
andava irreversibilmente colmandosi di asfalto e cemento.
Fortuna volle poi che il preside di quella scuola
fosse anche assessore all’Ambiente del comune che ospita gran parte del Parco,
e che in quella veste decidesse dieci anni più tardi di convocare una ricca
assise scientifica finalizzata a raccogliere idee e contributi per una politica
di salvaguardia all’altezza dei tempi. All’appuntamento non poteva mancare, fra
i relatori, l’arch. Di Pietro e, nel pubblico, l’insegnante in questione, che
ebbe così l’opportunità di ascoltarlo finalmente in presa diretta. Oggi
dobbiamo appunto a Di Pietro e all’équipe di studiosi raccoltasi attorno a lui
se la parola ‘tutela’ non è stata a Monte Morello un semplice slogan, e se al
termine ‘valorizzazione’ si è potuto dare lì un’accezione culturale, non venale
e speculativa. Smessi i panni dell’educatore, quel prof non ha cessato tuttavia
di essere ‘cittadino attivo’. E domani, alla giornata di studio in onore di
Gian Franco Di Pietro che si terrà
presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze (Santa
Teresa, Via della Mattonaia 8), proporrà agli intervenuti un’altra storia di
tutela, questa volta miseramente fallita in virtù dell’insensibilità culturale
e della latitanza democratica di una giunta, quella fiorentina, inutilmente
chiamata dall’Autorità regionale per la garanzia e la promozione della partecipazione ad attivare un ampio e profondo dibattito pubblico.
A richiederlo, con dati anagrafici e documento di identità, erano state centinaia
di cittadini residenti dentro o accanto all’area Unesco bersaglio di un
progetto palesemente improprio, impattante e pericoloso di trasformazione
urbanistica ed ennesima colonizzazione turistica: un resort esclusivo a cinque
stelle affacciato sul giardino di Boboli, in Costa San Giorgio, con temerarie appendici
sotterranee nelle viscere del Poggio delle Rovinate (la ‘Collina dei Crolli’),
che la cinquecentesca targa di Cosimo ammonisce da secoli di non tornare a
infastidire.

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In occasione dell’appuntamento a Santa Teresa sarà
messo a disposizione dei partecipanti il testo dell’osservazione tecnica alla variante semplificata al regolamento urbanistico depositata dall’associazione di volontariato Idra il 27
settembre 2021, frutto di una collaborazione col prof. Paolo Ventura e il prof. Giovanni Fanelli intessuta tra Parigi, Parma e Firenze,
vanamente illustrata e
argomentata in audizione presso la competente commissione consiliare di Palazzo
Vecchio il successivo 1 dicembre. Sarà distribuito inoltre il dossier che raccoglie
le testimonianze di 46 esponenti della cultura fiorentina, nazionale e
internazionale mobilitatisi per contrastare quel progetto (una maratona oratoria
civile fu inscenata sotto Palazzo Vecchio il 28 maggio 2021). Nella
primavera-estate quei messaggi furono puntualmente trasmessi alle autorità
amministrative di Palazzo Vecchio, che rimasero tuttavia sorde all’appello che anche
altre centinaia di soggetti di ogni provenienza professionale e disciplinare intesero
sottoscrivere. Oggi, proteste vibrate
da parte degli abitanti dell’attigua Costa Scarpuccia, afflitti da un’altra
pesante cantierizzazione attualmente in corso, sono emerse in occasione dell’inconcludente
consiglio di Quartiere aperto celebratosi il 27 febbraio scorso a San Niccolò, sotto
il Poggio delle Rovinate. Una circostanza che, insieme all’apparente fase di stallo
in cui versano i lavori del ‘Cinque Stelle su Boboli’, offre forse - come è
stato evidenziato nel corso dell’incontro pubblico a San Niccolò - una nuova
opportunità di contrasto allo sciagurato processo di desertificazione
speculativa della città di Firenze in atto nel cuore del suo Centro storico.
Associazione
di volontariato Idra
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