E LE PULZELLE ITALICHE STANNO A
GUARDARE!
di Luigi Mazzella
Mare fuori è un serial
della RAI che avuto molto successo e che
è giunto alla sua quinta stagione: racconta le vicende dei giovani chiusi
nell’istituto penitenziario minorile di Napoli con un’ottica molto particolare
che a qualche recensore, decisamente critico, è parsa come una giustificazione
della delinquenza giovanile. Certamente la storia narrata si iscrive nello pseudo,
italico “buonismo” di doppia matrice (ugualmente falsa) cattolica e comunista
che tante gravi, nocive offese ha
portato al buon senso e all’intelligenza di persone pur di un certo livello
culturale. A voler essere più clementi, si può dire che il tentativo è quello di
narrare, (più che di “giustificare”) descrivendo con sufficiente profondità le
ragioni che, nella vita familiare,
possono determinare frustrazioni (personalità “ingombranti” e prevaricanti di
nonni, genitori o fratelli, insuccessi
scolastici ripetuti o rinfacciati con eccessiva durezza) che generano negli
adolescenti punte di rabbia, di ostilità, di odio e di rancore che possono
sfociare in gesti criminali, spesso motivati dalla voglia (molto spesso, come
tale ostentata) di difendere i deboli e gli indifesi. Il successo ottenuto
dalla cruenta saga dei Ricci e dei Di Salvo in spietata lotta di camorra (con
morti atroci di giovani vite) è stato favorito anche dal momento folle che
l’Italia (con l’intera Europa), purtroppo, sta attraversando in questi anni per
i rigurgiti di aggressività e di violenza bellicista prodotti prima dalla
guerra russo-ucrania e poi da quella tra Israele e Palestina.
Come nelle storie di Mare fuori
non sono mancati, negli ultimi anni, giovani e meno giovani frustrati che si
mostrati desiderosi di impegnarsi attivamente per correre in soccorso delle
parti ritenute più deboli e ritenute vittime di una aggressività nemica
“propagandata” da fake news difficili da smentire a causa dell’ignobile asservimento,
presso che generale, del sistema mass-mediatico a poteri occulti (detti
eufemisticamente “Deep State”). Le piazze italiane sono state “teatro” di
manifestazioni dove grandi assenti erano
il raziocinio e il buon senso. Persone adulte, mature, spesso anziane, che si
erano imposte regole di moderazione per conquistare il consenso dei cittadini,
hanno lanciato grida ingiuriose e offensive, palesando istinti bellicisti fino
a tale momento ben nascosti. Qualcuna di esse ha persino confessato di essersi
recata (anche più volte) sul fronte di guerra, probabilmente con un coltello
tra i denti come gli “arditi del Duce”.
E la follia collettiva europea, purtroppo,
appare tutt’altro che in via di
esaurimento, anche dopo un primo, significativo segnale di pace dato da Putin e
Trump, uomini politici che dimostrano di avere la testa sul collo.
Mentre queste due maggiori autorità
politiche dell’Occidente, con la benedizione papale, sembrano impegnate nella
ricerca di una pace difficile ma ritenuta possibile, i politicanti “frustrati” (probabilmente
per vicende familiari, come i giovani protagonisti di Mare fuori) in un’Unione
Europea, sostanzialmente inesistente, parlano di riarmo, rispolverando vecchi e
sopiti sogni di egemonie napoleoniche e hitleriane. In particolare la “pulzella
di Bruxelles” (dal cognome Albrecth, prima dell’assunzione di quello del
marito) aspira alla rinascita di una nuova “Grande Germania” (che, in verità,
non ha mai portato troppo bene all’Europa).
Domanda: E le nostre
pulzelle? Dopo essersi scambiate di posto come le stelle di Cronin, stanno
a guardare; non tralasciando di cimentarsi in arzigogoli lessicali. Nemo plus dat quam ipse habet!