Carlo Cipparrone |
In data 7 ottobre 2018, è
venuto a mancare, a Cosenza, all’età di 84 anni, Carlo Cipparrone, poeta e
critico letterario tra i più noti e quotati in ambito nazionale. Noi calabresi
ne apprendiamo con gran dolore la notizia, essendo egli stato, per quasi tutti,
una guida e un critico severo ed autorevole dei nostri volumi di poesie. Dopo
circa 45 anni di stretto rapporto amicale e letterario, mi ero sentito, per
l’ennesima e, purtroppo, ultima volta, con lui la mattina del 14 settembre
scorso, e, che, per rispetto delle sue condizioni di salute, che non gli
permettevano di stare al telefono, avevo evitato di farlo in seguito. La
luttuosa notizia mi è stata comunicata dal Vicesindaco di San Nicola Arcella,
Assessore alla Cultura, dott.ssa Concetta Sangineto, con il cui genitore,
Tonino, Carlo Cipparrone si era incontrato una quindicina di giorni fa in San
Nicola Arcella, per questioni inerenti alla villa che lo stesso Cipparrone
aveva provveduto a far costruire sul territorio di questo paesino dell’Alto
Tirreno Cosentino, nei primi anni Settanta, grazie all’amicizia che aveva
stretto col noto letterato del posto, dott. Franco Lo Schiavo, che ne aveva
fatto, con sommo orgoglio, in quanto proveniente dall’esperienza
autorevolissima vissuta all’interno del Premio “Riccardo Bonfiglio” di Milano,
un membro di giuria del suo Concorso “S.N.A.”(San Nicola Arcella), di cui, poi,
è rimasto, con gran lustro per questa comunità, a far parte fino al 2001,
quando il Premio (attuale proprietario, Marcello Vacca), per motivi tecnico-organizzativi,
è stato chiuso.
Il Cipparrone, che era nato a Cosenza nel
1934, già, ai tempi del “Bonfiglio”, aveva pubblicato il suo primo volume di
poesie “Le oscure radici” (1963), e scritto dei saggi letterari di particolare
importanza. In seguito, farà parte di tante altre giurie letterarie, e
pubblicherà parecchi altri volumi, assai belli e interessanti, di poesie. Ma
anche il “Censimento dei poeti calabresi”, per i tipi della Rubbettino. E
seguiterà, nel contempo, a dedicarsi, anima e corpo, su quotidiani e periodici,
alla critica letteraria, per il cui lavoro di scavo e severità di giudizio
verrà apprezzato in tutta Italia, come, appunto, testimoniato dall’inserimento
del suo nome nel volume antologico, mondadoriano, a firma del grande poeta e
saggista all’ombra della Madonnina (che aveva vinto anche il Premio “San Nicola
Arcella-Franco Lo Schiavo”), prof. Maurizio Cucchi, e del saggista, Stefano
Giovanardi. Fra le altre pubblicazioni del Cipparrone, sono da menzionare anche
due importantissime antologie poetiche, uscite, una, a Varsavia (a cura di
Ravel Krupka), e, l’altra, a New York (a cura di Luigi Fontanella). L’ultimo
suo volume è il “Betocchi, il vetturale di Cosenza e i poeti calabresi”, in cui
scrive della sua amicizia, stretta col grande poeta fiorentino, geometra come
lui, Carlo Betocchi (in occasione di un suo viaggio a Cosenza), e, a seguire,
dei suoi rapporti letterari e d’amicizia con alcuni dei più importanti poeti
calabresi.
Recentemente,
si era cimentato anche nella compilazione della “Mappatura dei poeti
calabresi”: un lavoro di non comune valenza e spessore letterari, considerando
che ad avergliela commissionata era stata la notissima rivista mondadoriana
“Nuovi Argomenti” e, che solo, poi, all’ultimo momento, per una questione di
“angustia loci”, non era potuta rientrare, con gran delusione per lui, nei
progetti editoriali della medesima. Dato che la mattina del 14 settembre
scorso, il carissimo mio amico, Cipparrone, mi aveva detto, per telefono, con
voce avvilita e strascicata: “Nicolì, ho due volumi in corso di stampa; ma,
sicuramente, non ne vedrò l’uscita; sto morendo”, io mi sono subito premurato
ed attivato a scrivere una lettera, per affrettarne i tempi di pubblicazione,
all’editore, dott. Bonifacio Vincenzi, che ha la curatela e l’onere di
pubblicazione di venti volumi, in un importantissimo programma dal titolo “Il
Sud e i suoi poeti”. Quello del Cipparrone, come avevo potuto notare sulla
rivista online “Odissea” del noto scrittore milanese, Angelo Gaccione
(anch’egli grande e nobile figlio di Calabria, con cui m’intrattengo spesso e
tantissimo al telefono), risultava essere terzo nella lista d’attesa (dopo
quello di Antonio Spagnuolo e Domenico Cara). Ma la morte, purtroppo, è
sopraggiunta prima che il libro avesse esito a stampa. Ed egli, quella mattina,
nel dirmelo, non si era sbagliato, anche se, due giorni prima, aveva fatto
giusto in tempo a vedersi fra le mani, l'altro, quello pubblicatogli da Franco Alimena.
Con lui, che faceva parte della Giuria interna
del Premio “S.N.A.”, io ho vissuto (dopo il mio sodalizio amicale e letterario
con i compaesani, prof. Luciano D’Orrico -da cui ereditai la carica di
Segretario con diritto di voto-, e il poeta, scrittore, tragediografo, dott.
Franco Lo Schiavo) il periodo più bello della mia vita. Con lui, infatti,
riuscivo a stare al telefono per ore. Egli, quando parlava di Letteratura, si
accendeva, e diventava un fiume in piena. Solo con lui, che aveva una vasta
conoscenza delle migliaia di autori contemporanei (come un po’ anch’io,
d’altronde, avendone circa 15mila volumi), riuscivo a parlare di tutti i
progressi e le novità del mondo letterario che ci venivano propinando i libri e
le riviste del settore. A tale riguardo, aveva dato vita anche ad una
interessantissima Collana poetica dal titolo “Prisma”, nella quale avevano
trovato ospitalità alcuni degli autori più noti del panorama poetico italiano.
Con
l’amico Carlo Cipparrone, quindi, io, alla stregua di tanti altri, ho perso un
grande interlocutore letterario, della cui bravura di scavo critico si erano
ben accorti, ricordo, anche gli ultimi Presidenti di Giuria del Premio, che
erano succeduti allo scrittore, prof. Giovanni Celico, di Praia a Mare: Mario
Sansone, Antonio Piromalli, e, il grande Premio Campiello, Raffaele Nigro, con
cui seguito a sentirmi, in quanto ha l’umiltà e la sensibilità umana che aveva
l’amico comune, Carlo Cipparrone. Io, a caldo, ho voluto parlare di lui solo
dal punto di vista amicale e bibliografico: voglio sperare che altri lo
facciano dal punto di vista critico-letterario, dacché, su questo versante,
egli ha tanto dato, per tantissimi dei poeti e scrittori scomparsi e di quelli
viventi, soprattutto sulla rivista “Capoverso”, di cui è stato cofondatore agli
albori degli anni Zero. E, nell’avviarmi alla conclusione, raccomando a tutti
di leggere le sue poesie, che, a mio avviso fanno vivere dei brividi che solo
pochi altri poeti del Sud, tra cui, e, soprattutto, i defunti, Giuseppe
Selvaggi e Raffaele Carrieri, nonché il vivente Tommaso Di Ciaula, riescono a
trasmettere intensamente. Da parte mia, e di tutti i poeti suoi amici, un
abbraccio affettuoso, con le più vive condoglianze, intanto, all’affranta sua
nobile vedova, N. D., prof.ssa Elda Sposato, ed ai nipoti tutti, per averlo
supportato nell’assistenza meccatronica e tecnotronica, in decenni di lavoro di
scrittura al computer.
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Alcuni messaggi giunti in Redazione
“Triste notizia, Angelo. Mi unisco al
cordoglio di quanti ne hanno stimato
la
signorilità e dignità intellettuale”
Vincenzo Guarracino
“Oddio.
Un mio amico di antica data. Un vero signore”
Pierfranco Bruno
“L’ho
conosciuto ad Acri, grande uomo e poeta.
Le
mie condoglianze alla famiglia”
Cataldo Russo
“Una
grande perdita. Era un punto di riferimento in Calabria”
Franco Esposito