di Ilva Palchetti
Vicchio di
Rimaggio. Niente va bene: guerra,
violenza, corruzione, inquinamento... e tanto, tanto altro. Si continua a
proclamare di volere “un cambiamento culturale”, “una vera trasformazione”, ma
come fare? Chi incomincia? Da chi deve venire questo cambiamento? Qualcuno si è
messo in movimento. Da una piccola esperienza è nato un movimento a cui è stato
dato nome “rivoluzione silenziosa” che vuole richiamare tutti all’azione in
modo semplice, spontaneo e non impegnativo, per perseguire la pace e affermare
un’umanità nonviolenta. Il quindicesimo giorno di ogni mese porteremo su di noi il simbolo della pace, solo un
giorno ogni mese, altrimenti, diventerebbe un’abitudine e sappiamo bene che
l’abitudine fa dimenticare la sostanza delle cose. Esopo disse: “L’abitudine rende sopportabili anche le cose
spaventose”. È quello che stiamo facendo.
Questo
segno avrà un valore rivoluzionario. Una
rivoluzione senza armi, né urla, una lotta intesa come amore, un’azione
sentita nel suo significato di agire con
sentimento.
L’oggetto
simbolico (un nastro o anche una striscia ritagliata dalla bandiera della pace)
potrà essere portato in tanti modi diversi: su di noi, sulla borsetta, o zaino,
o carrello della spesa, sulla bicicletta, sull’auto, sulla nostra porta di
casa. In questo segno noi metteremo tutto il nostro sdegno, la nostra
insofferenza, e sofferenza, per i tanti tragici accadimenti giornalieri;
testimonieremo la nostra volontà di
rifiutare un mondo ingiusto, dove l’avidità e l’accaparramento di
ricchezza ha superato ogni limite, dove l’essere umano non è più un valore in
sé, ma è diventato un mezzo da sfruttare; sarà un modo silenzioso per dire
basta alla distruzione del nostro pianeta e delle sue ricchezze e bellezze
naturali; alla guerra, alla violenza, alla costruzione e alla vendita di armi,
ai conflitti geopolitici, al mal costume, alla sopraffazione. E tanto altro
ancora.
Siamo degli utopisti?
Sì. Siamo degli illusi, no.
L’utopia
è necessaria per capire e realizzare il cambiamento, cosa che la razionalità
non può fare. Saremmo davvero degli illusi se aspettassimo questo cambiamento
dagli altri, perché il cambiamento deve iniziare da noi stessi, come comunità
umana, come singolo individuo, cosa assolutamente non facile Dovremo impegnarci
ad essere migliori nelle nostre
relazioni e, perché no, anche più teneri.
Rimanendo passivi, diamo un tacito consenso ai vari poteri politici.
Dobbiamo essere consapevoli, invece, che il nostro potere può essere più forte
di quello dei politici.
Con
quei 7 colori distinti, ma uniti fra di loro, cercheremo di rammentare a noi,
ed agli altri, che in ogni essere umano esiste un’ innata e primordiale
esigenza di bene assoluto e un dimenticato desiderio di rapporto umano solidale
e benevolo; potremo accrescere la nostra coscienza e senso di responsabilità;
ci eserciteremo nell’affermazione del Tu e non del nostro Ego. Ognuno sarà il Maestro di se stesso.
Se non incominciamo ora,
quando?
Noi
potremo fare la differenza. Quale altra idea potrebbe agire su due fronti:
sulla coscienza dell’individuo e sul desiderio di manifestare il proprio
dissenso? Ma per farlo dobbiamo riconquistare la fiducia in noi stessi.
Riprendiamoci la speranza che ci hanno tolto e riscopriremo la nostra forza.
La
trasformazione sottesa sarà un lento processo di sviluppo culturale che dal
singolo si allargherà alla comunità più vasta.
Dove
possiamo arrivare con tutto ciò? Non lo sappiamo. Solo una cosa è certa: è indispensabile
il consenso del maggior numero di cittadini. Allora, mettiamoci in cammino con
in mente le parole del famoso letterato
tedesco, Johann W. Goethe: “Qualsiasi
cosa possiate fare, o sognare di poter fare, iniziatela. Nell’audacia ci sono
genio, forza e magia”. Proviamoci.
[https://rivoluzionesilenziosa.wordpress.com]
ilvapalchetti@alice.it
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