Grafica di Giuseppe Denti |
“Odissea”
pubblica tutto su militarismo, guerra, armi e politiche di devastazione degli
Stati, non sta a sottilizzare. Ci piacerebbe però, magari ogni tanto, leggere
anche del militarismo russo, cinese e via di seguito. Per evitare di essere
strabici.
È
un Agosto, questo del 2020, davvero particolare con la pandemia ancora attiva
nel mondo anche se assai meno aggressiva e letale. Il coronavirus non smette di
ricordarci che la libertà di ciascuno non può e non deve danneggiare quella del
prossimo. La si dovrebbe esercitare in equilibrio “con il valore della vita,
evitando di confondere la libertà con il diritto di far ammalare altri”
(Presidente Sergio Mattarella, 31 luglio 2020).
Quando
una parte della rappresentanza politica, assieme ad alcuni virologi e giuristi
e intellettuali, esibisce in Senato teorie strampalate sulla pandemia,
negazioniste e complottiste, si usa il diritto di libertà ad libitum e si
finisce per disorientare e confondere l’opinione pubblica.
Tra gli obiettivi di tali comportamenti c’è quello di puntare al consenso di
cittadini sprovveduti stressati e impauriti. È un atto di grave irresponsabilità
che sa non solo di grottesco, ma inquieta e preoccupa anche per la sede
istituzionale in cui si è svolto.
Agosto, il mese principe
delle vacanze e del meritato riposo e del desiderato svago, è purtroppo
diventato il periodo in cui si sono concentrati eventi drammatici e di violenza
inaudita nel corso degli ultimi settantasei anni di storia contemporanea, in
particolare di quella italiana.
Il
2 Agosto 1944, 3000 zingari di etnia
rom e sinti, tra i quali moltissimi bambini, vengono eliminati nei forni
crematori di Auschwitz Birkenau. Perciò il 2 Agosto è il Giorno della Memoria
dei rom e dei sinti. Non dimentichiamo che più di 500.000 zingari furono
sterminati nei campi di concentramento nazisti.
Il
10 Agosto 1944, Milano, Piazzale
Loreto. I fascisti della famigerata legione Muti, al servizio dell’esercito
tedesco e della sicurezza nazista, compiono l’ennesimo eccidio: 15 partigiani e
militanti antifascisti vengono prelevati dal carcere di San Vittore e fucilati
a Piazzale Loreto. I loro corpi vengono esposti al ludibrio pubblico come
monito a desistere dalla lotta partigiana e resistenziale, che invece si
intensifica e si generalizza fino alla liberazione dal nazifascismo e alla
conquista della libertà.
Al
Monumento di Piazzale Loreto ogni anno, il 10 Agosto, si commemorano i 15
martiri della libertà in due momenti: al mattino la cerimonia ufficiale, a sera
la manifestazione antifascista.
Questa è Hiroshima, meditate |
Il
6 e il 9 Agosto 1945, l’Aereonautica militare statunitense sgancia bombe
nucleari su Hiroshima e su Nagasaki. Le due città vengono letteralmente
bruciate in un lampo: 300.000 morti ed effetti devastanti sulle persone
sopravvissute e sul territorio. Finale terribile della Seconda guerra mondiale
che poteva essere evitato. Infatti la Germania nazista era stata sconfitta e il
Giappone, suo alleato, poteva essere piegato senza usare la nuova arma: quella
nucleare, che ha aperto scenari apocalittici sul destino dell’umanità.
Oggi
le maggiori potenze nucleari (USA, Russia, Cina, Francia) detengono la
stragrande quantità dei 13.400 ordigni nucleari censiti, spada di Damocle sul
mondo intero, minaccia annientatrice alla vita umana sul pianeta.
Gli
USA continuano ancora oggi a tenere circa 150 testate nucleari in Europa, di
cui una quarantina in Italia nelle basi di Ghedi e di Aviano.
Quando
i Paesi europei, e l’Italia in primis, si libereranno dalla subalternità agli
USA? Quando l’Italia e l’Europa conquisteranno piena libertà, indipendenza,
unità politica e autonomia democratica?
Per
il futuro dell’umanità è necessario e urgente favorire con tutti gli strumenti
pacifici possibili il processo, che si è avviato, di denuclearizzazione.
Occorre consolidare ed estendere lo sviluppo di un’opinione pubblica mondiale
consapevole e impegnata in un esteso movimento pacifista di democrazia
partecipata.
Al
primo posto vanno messe due condizioni preliminari.
1). La denuclearizzazione, a
partire dal Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN) firmato all’ONU
il 7 luglio 2017 da 40 Stati. Esso non ha ancora valore giuridico perché
mancano all’appello molti Paesi e, cosa gravissima, non hanno firmato le
maggiori potenze. Purtroppo anche l’Italia, violando l’art. 11 della nostra
Costituzione, non ha aderito, nonostante i numerosi appelli di comitati e reti
per la pace.
2). La riconversione
ecologica dell’economia mondiale contestualmente alla politica di giustizia
sociale. Lo sfruttamento insensato delle risorse naturali e quello spesso
disumano dei lavoratori e delle persone portano al degrado ambientale, ai
cambiamenti climatici, alle disuguaglianze insostenibili e all’impoverimento
sempre più diffuso e impongono il superamento del capitalismo neoliberista e
una netta ripresa del ruolo degli Stati e della cittadinanza attiva e
consapevole e degli Organismi internazionali a partecipazione democratica.
Agosto è il mese della strage di Bologna. L’orologio
della stazione si ferma alle ore 10.25 del 2 Agosto 1980: una bomba nella sala
d’aspetto della seconda classe esplode e distrugge un’intera ala della
stazione. 85 morti e 200 feriti. A 40 anni di distanza ancora si cercano i veri
responsabili e i mandanti. È certo da subito, ed è ormai accertato, che la
strage è di matrice fascista. Ed è eterodiretta da settori dello Stato e
dall’organizzazione massonica P2, con intrecci mafiosi e collegamenti con i
servizi segreti statunitensi e della NATO.
L’Italia,
con la Grecia che subisce la dittatura dei colonnelli, è nell’occhio del
ciclone sotto il controllo degli USA e della NATO. È Paese di confine ed è
strategico nel Mediterraneo e nell’area sud dello scacchiere della divisione
del mondo in due blocchi. Ai comunisti e alle sinistre deve essere impedito,
costi quello che costi, l’accesso al governo del Paese.
La
strage di Bologna segue e precede altre orrende stragi. L’elenco è tremendamente
lungo e fa del nostro Paese un caso unico in Europa. Si comincia con Portella
della Ginestra (1° maggio 1947) mentre si scrive la Costituzione, si riprende
alla grande con Piazza Fontana (1969) e si continua con Gioia Tauro (1970),
Peteano (1972), Questura di Milano (1973), Brescia, Piazza della Loggia (1974),
Ustica (1980), treno rapido 804 (1984). Il quadro si fa ancora più fosco se si
aggiungono le stragi di mafia, in cui, e anche in queste, si intrecciano
responsabilità politiche non solo fasciste, ma anche di destra in combutta con
pezzi dello Stato.
Basta
e avanza per tenere viva la memoria e coltivare la ricerca continua di verità e giustizia. Per rafforzare la consapevolezza che non
si sono fatti i conti col nostro passato fascista e che il neofascismo è vivo
in mezzo a noi, col sostegno di forze di destra retriva e di gruppi delle
classi dominanti politiche ed economiche mischiati con settori degli apparati
statali e della criminalità mafiosa organizzata. Questa continuità, non ancora
rotta, contribuisce fortemente a rallentare e anche a bloccare lo sviluppo
democratico del Paese e a violare con ogni mezzo la Costituzione antifascista
della Repubblica Italiana.
Beirut esplode.
4 Agosto 2020 Beirut
esplode. Salta
in aria, al porto, un deposito di 2750 tonnellate di nitrato di ammonio. La
città, già colpita gravemente dalla pandemia, è distrutta e sconvolta. I dati
provvisori dicono 137 morti, 5.000 feriti, 300.000 sfollati. L’Italia, presente
in Libano con un contingente di 1.500 militari sotto il comando ONU, dà un
contributo importante a mantenere una certa stabilità nel Paese dei cedri. Con
questo eccidio la situazione diventa ancora più complicata e letteralmente
esplosiva. Un altro tassello del puzzle mediorientale è saltato. L’intero Mediterraneo
brucia. È ormai l’area più colpita da guerre e da scontri di interessi globali,
dalle crisi economico-sociali e dall’esodo di profughi e migranti.
Sono
evidenti le responsabilità delle grandi potenze, a cominciare dagli USA che
innescarono nel 2003, con la guerra all’Iraq, una permanente destabilizzazione
dell’area. Purtroppo l’Europa non riesce e non sa trovare una linea politica
che dia un contributo autonomo per uno sviluppo pacifico del mediterraneo.
L’Italia è la più esposta, una specie di ponte nel mare nostrum. Per questo dovrebbe darsi una “missione” alta, cioè
quella di definire una politica attiva da protagonista sia nelle relazioni diplomatiche
che in quelle economiche sociali e culturali. E distinguersi positivamente
negli aiuti e nelle iniziative di accoglienza dei migranti e dei profughi, e
nelle relazioni che favoriscano i processi di democratizzazione dei paesi che
si affacciano sulle sponde del Mediterraneo, ed ostacolino le involuzioni
liberticide e dittatoriali. Queste mie ultime considerazioni rimangono
purtroppo più un auspicio che una possibilità concreta, nell’attuale condizione
assai critica e precaria in cui si trovano l’Italia e l’Europa.
Giuseppe Natale
Presidente Anpi Crescenzago