CEMENTO SU CEMENTO
di Adriana Dadà*
Un momento della Maratona
civile a Firenze
Firenze. Non mi è stato
possibile partecipare di persona alla Maratona civile per postumi di Covid. Mi
farebbe piacere far giungere queste notizie a tutte/tutti.
Con il mio intervento alla maratona mi proponevo di
illustrare la situazione della zona Nord Ovest, dove, come ha scritto Nardella,
in “Firenze rinasce” si tenta ancora una volta a “riempire spazi vuoti”, in una
zona in realtà satura di costruzioni e dove la presenza di verde pubblico
è la metà del dovuto per legge.
Da anni una serie di associazioni della zona (Comitato Belfiore, Comitato
Manifattura Tabacchi, Associazione Giardino San Jacopino, Associazione Leopolda
Viva) si battono per migliorare la situazione senza mai essere stati ascoltati.
Hanno fatto una consultazione popolare nel 2018 inviando le conclusioni all’Amministrazione
Comunale. Si rivendicava la messa a disposizione della cittadinanza di un’area,
l’ex calzaturificio di Via delle Carra, delle caserme di via Palestrina, una
diversa gestione delle aree Belfiore e Leopolda. Le necessita espresse dalla
popolazioni e realmente tangibili sono state (e restano) soprattutto: la mancanza
di spazi per la scuola, per il verde pubblico libero e attrezzato e per
attività ludico sportive per ragazzi e ragazze di ogni età (la Sala Gialla che
pure è nel rione ha spazi limitati e al chiuso).
Negli ultimi due anni ci siamo riuniti con la sigla “4 Luoghi” anche
perché nella nostra zona sta per essere perpetuato un altro scempio: la
costruzione nell’area delle ex Officine Grandi Riparazioni (dal teatro comunale
alla Manifattura Tabacchi) di un quartiere definito post-Covid da Nardella. A
questa operazione che elimina l’ultimo spazio destinabile a verde pubblico
libero e attrezzato si accompagna la dismissione della tratta ferroviaria
Leopolda-Empoli che avrebbe già potuto essere un valido pezzo di una
metropolitana di superficie. La dismissione di questa tratta e la costruzione
della tramvia 4 non corrispondono ad altra esigenza che quella di permettere di
usufruire di un’area edificabile maggiore di quanto permetterebbe la ferrovia
(che ha bisogno di un’area di vari metri ai lati).
La nostra lotta non è quindi solo per le esigenze di
un quartiere fra i più densamente abitati e carente di spazi pubblici, ma anche
per salvare la città della ulteriore cementificazione e la svendita di pezzi
della città per fini speculativi.
Se volete approfondire questi temi:
civile a Firenze