MEMORIA
di Angelo Gaccione
Mahmoud Ajjour 9 anni
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Massacro degli
ebrei e massacro dei palestinesi
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I versi riprodotti in
questo scritto sono la quinta strofa conclusiva di un mio testo poetico dal
titolo “La stessa faccia lo stesso metodo”, della sezione ‘Le Incivili’, e sono
del 2020. La sezione che va sotto il nome di ‘Le Dolenti’ comprende, fra gli
altri, tre testi: “Dachau marzo 1981”, “La Casa” (si tratta della Casa di Anna
Frank ad Amsterdam) 1987, “Il male” (parla dei bambini ebrei del campo di
concentramento di Terezin) 1988. Tutte queste poesie di taglio civile sono
state estratte da un corpus più ampio e di temi diversi, composto in circa un
sessantennio (tra il 1964 e il 2022), e compariranno nel volume Una gioiosa
fatica di prossima pubblicazione presso la Casa Editrice La Scuola di
Pitagora di Napoli. Si tratta di testi più volte pubblicati, ripresi e
rilanciati da riviste e organi di stampa vari, proprio per la tematica dolorosa
e per la tragica attualità che volta a volta rivestono. Anche se il riferimento
è, chiaramente, alla shoah e ai gulag. “Odissea” ha dedicato alla persecuzione
ebraica pagine e pagine in tutti questi 22 anni di vita, attraverso la penna di
tanti suoi collaboratori.
Cadaveri di ebrei su un carro bestiame
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Giovanissimo, dedicai un lungo articolo alla Sinagoga
di Milano che potei visitare dopo la ristrutturazione. Nel volume La mia
Milano (2023), un capitolo è dedicato al Memoriale. Nel luogo dove sono
vissuto esiste un toponimo molto eloquente: Valle dei Giudei, e dunque i
discendenti di questa comunità avranno contribuito alla varietà degli abitanti,
allo stesso modo dei discendenti degli antichi greci o dei dominatori
spagnoli. Così come vi contribuiranno i
discendenti di albanesi, romeni, cinesi, ucraini e giovani di colore che oggi
vi risiedono. Tuttavia, mai è venuto in mente a qualcuno che un cognome
identificasse qualcosa di diverso di un uomo, di una donna, di un bambino. E
tale è rimasto in me il sentimento: non riesco a differenziare gli uomini se
non per i loro comportamenti, per il loro agire, per la loro umanità. Un
mafioso calabrese è, ai miei occhi, spregevole quanto un mafioso e criminale
milanese; non voglio avere nulla a che fare con un corrotto e indegno
calabrese, così come non voglio avere nulla a che fare con un corrotto e
indegno lombardo. E se umanamente un uomo che si dice di sinistra si comporta
da merda, io tale lo considero, e nessuna presunta vicinanza ideale me lo può
rendere diverso da quello che è.
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Fossa comune
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Un israeliano massacratore è spregevole, ai miei occhi, quanto un massacratore arabo. Un soldato israeliano che bombarda indiscriminatamente villaggi inermi e popolazioni civili, ubbidendo ad un ordine criminale del suo governo, ai miei occhi è un criminale, come lo è il fanatico musulmano che ubbidendo ad un ordine criminale dei suoi imbonitori, si fa saltare in aria su un autobus ammazzando indiscriminatamente civili innocenti che non hanno nulla a che spartire con il loro governo. Ora vi invito a leggere i versi di cui accennavo all’inizio e di soffermarvi sugli ultimi due.
Fossa comune
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Noi che non abbiamo
provato
il terrore che
paralizza gli arti
l’anima strozzata
nella gola…
Noi che non abbiamo
conosciuto
il cieco gorgo che
li ha inghiottiti
Noi dovremmo avere
almeno imparato
che tutto ciò che è
disumano si somiglia.
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