Bislacca analisi del senatore Cotti
su location del deposito scorie nucleari e lotta della Sardegna
su location del deposito scorie nucleari e lotta della Sardegna
Il senatore grillino Roberto Cotti informa che in
Sardegna ci sarebbero solo due aree potenzialmente adatte allo stoccaggio delle
scorie, una nei pressi di Capo Frasca, l’altra nel Salto di Quirra dove
insistono i due poligoni. Il senatore deduce e conclude che la presenza del
demanio militare ci mette totalmente al riparo, esclude drasticamente la
possibilità che la Sardegna possa essere scelta. Le certezze del senatore sono condivise dal gruppuscolo che
domenica scorsa, nella piazza di Cagliari, ha partecipato all'imponente
manifestazione No Nucle Die ostentando le magliette con il logo di 5stelle (in
dispregio delle regole sui simboli di partito stabilite dal comitato
organizzatore No Nucle-No Iscorias).
Ricordiamo a
senatore e a seguaci.
Nel 2003 la Sogin, allora presieduta dal generale Jean,
tra i criteri di scelta della location ideale del sarcofago radioattivo
indicava il demanio miliare motivando con l’esigenza di sicurezza, di garanzia
di controllo armato a terra, mare e cielo. Il criterio è razionale e
incontrovertibile (soprattutto se si considerano i corollari non esplicitati:
estromissione di ingerenze delle autorità civili, segretezza ecc. ecc.). L’individuazione
del demanio militare, purtroppo per
Sogin e l’italico governo, fu la
miccia che nella primavera del 2003 innescò il fuoco indomabile della grandiosa
e vincente rivolta della Sardegna. Incalzati dalla cittadinanza Giunte e
Consigli comunali di tutti i paesi prossimi ai poligoni di Teulada e Salto di
Quirra furono tra i primi ad insorgere e darsi un coordinamento operativo. Anche
allora, come oggi, si sollevarono alcune voci (poche e isolate!) per bollare la
lotta -prima di popolo e ben presto anche delle istituzioni civili ed
ecclesiastiche- come idiota battaglia contro i mulini a vento e per invitarci a
rifluire nel privato, non prestarci a strumentalizzazioni.
Poco importa agli spacciatori di sonnifero di ieri e di
oggi il fatto che il generale Jean, una
volta defenestrato dalla Sogin, abbia
rivelato il sito prescelto da tempo e tenuto segreto: “Un’area di
demanio militare nel nord est della Sardegna”.
Solo un mentecatto ripeterebbe l’errore che ha provocato
la disfatta dei suoi piani, pertanto Sogin con i nuovi "criteri
tecnico-scientifici" adottati
esclude che le scorie siano scaricabili nel demanio militare. Come
spiegare il radicale e mai motivato rovesciamento da parte di Sogin del
“criterio tecnico scientifico” di scelta del demanio militare? Scienza e
tecnica sono ribaltabili così drasticamente e senza argomentare l'inversione a
U effettuata?
Il team tecnico-scientifico di altissimo livello di Sogim
era composto, nel 2003, da “dottoris fattus a porceddus e crabittus” (laurea
ottenuta/comprata con omaggi) o lo è oggi? Il ribaltamento “scientifico” è una
furbesca trovata? Sogin esclude il demanio militare ma non esclude le aree
circondariali. Collocare il sarcofago radioattivo in prossimità dei poligoni
consentirebbe di prendere i classici due piccioni con una fava: i poligoni non
cederebbero neanche un centimetro dei loro “imprescindibili” campi di guerra
permanente e il sarcofago usufruirebbe sempre dei “vantaggi” della schiavitù militare esistente ed
incrementabile con fondati argomenti.
Saremo grati al senatore Cotti se interrogasse il governo
per chiarire le nostre perplessità
Comitato Gettiamo
le Basi