GIARDINO DEI GIUSTI
Gabriele Nissim
risponde alle nostre domande e ai dubbi sollevati da Comitati e cittadini.
“Odissea”
ringrazia sentitamente Gabriele Nissim per avere accolto il nostro invito, e ne
apprezza la disponibilità e la sensibilità. Conosciamo da anni il suo rigore di
uomo e di intellettuale, e non abbiamo mai dubitato delle intenzioni morali che
muovono il suo operato,
in questa vicenda.
Aspettiamo ora anche le risposte del sindaco Pisapia. Naturalmente le pagine
del giornale sono a disposizione di quanti vorranno intervenire in maniera
propositiva.
Caro Nissim,
questa lettera-intervista perché continuano ad arrivare alla
Redazione di “Odissea”, giornale che dirigo da diversi anni, e sul quale
scrivono prestigiose personalità italiane ed internazionali, lettere allarmate
e lamentele sulla vicenda del Monte Stella. Comitati e cittadini (assolutamente
non ostili alla Amministrazione Comunale
e alla sua Giunta) ritengono che la scelta di fare un intervento invasivo nel
parco, seppure meritorio come quello di rendere più evidente il “Giardino dei
Giusti”, ne snaturerebbe significati e simboli. Stanno anche approntando una
lettera al Sindaco e alla città per una raccolta di firme che in seguito
verranno consegnate a Palazzo Marino, perché venga bloccata la decisione. Sotto
quelle zolle ci sono le macerie, il dolore e le memorie di tante vite dei
milanesi e della loro città.
“Il Monte Stella è:
luogo di memorie sacro ai Milanesi, monumento storico-architettonico di
altissimo valore simbolico, creato dall'architetto Piero Bottoni con le macerie
della guerra.
Il Giardino dei Giusti
è ospitato sul Monte Stella dal 2003 con un regolamento che ne raccomanda la
cura e la conservazione della connotazione originaria. Chiediamo quindi di
impedire la realizzazione dell'attuale progetto di trasformazione del Giardino
dei Giusti in una “imponente opera a sé stante” in contrasto con il parco che
la ospita, vi si sovrapporrebbe, sottraendone l'alta e sacra simbolicità che il
Monte Stella rappresenta per tutti i Cittadini Milanesi”. (dott. Francesco Saverio Lanza
Comitato Bonola).
“Il Giardino così come
è non ha bisogno di nessuna aggiunta, né manomissione, né trasformazione. Deve
essere lasciato allo stato attuale che è pieno di poesia e di incanto. Il
progetto di ristrutturazione finanziato da Gabriele Nissim detto ipocritamente
di "riqualificazione", distrugge il Giardino. Ecco la ragione della
comprensibile protesta sollevata dagli abitanti delle zone affezionati ad un
amato luogo che hanno visto fiorire e crescere ricco di verde e di alberi.”
(dott. Jacopo Gardella - architetto e urbanista).
Potrei continuare sottoponendo alla tua attenzione, una
marea di lettere di questo tenore, ma sarebbe noioso e ripetitivo. In qualità
di scrittore ho dedicato a questa città un certo numero di libri:
1. "Milano la
città e la memoria"
2. "Poeti per
Milano"
3. "Milano in
versi"
4. "Milano città
narrata" (ben 4 edizioni. Questo volume è stato presentato anche in
Galleria, all'Urban Center del Comune di Milano, ed è tuttora fra i più venduti
in città). Senza contare un romanzo, ben 5 libri di racconti (tutti ambientati
a Milano e fra le sue vie e strade) e la tonnellata di articoli, in difesa di
luoghi, palazzi storici, tradizioni, memorie e quant'altro. In età molto
giovane il Comune di Milano mi diede un premio (cerimonia nella Sala
dell'Orologio) per la mia sensibilità verso i problemi della città, e qualcuno
voleva proporre il mio nome per l'Ambrogino d'Oro con la motivazione di aver
scritto "la più bella poesia di un non milanese dedicata a Milano".
Ma il più bel premio per me è prendersi cura della città e difenderla, il resto
non conta. Si deve anche alle battaglie civili di "Odissea" che
dirigo da circa 12 anni, se ci siamo liberati da un'amministrazione pessima
come quella della Moratti; e si deve a "Odissea" se è stato rimosso
l'amianto da alcune strutture pubbliche: Policlinico, Uffici comunali di via
Larga, e così via. Ma sono tante le battaglie culturali e civili che ci vedono
attivi da sempre. Personalmente ho partecipato alla manifestazione indetta
dalla sua Giunta Comunale per ripulire il pezzo di città sfigurata dagli
episodi del 1° Maggio, e ho sfilato da Cadorna fino alla Darsena, per unire la
mia voce alla protesta: Nessuno tocchi Milano. Credo in questi oltre 40 anni di
vita a Milano, di avere espresso il mio amore verso la nostra città, in maniera
pubblica e continua; dunque in ragione di ciò ti chiedo di rispondere alle
domande qui allegate, per tranquillizzare i numerosi cittadini che si sono
rivolti a noi e sforzarsi di trovare un’alternativa. Queste domande e risposte
saranno pubblicate sulle pagine di “Odissea”, in modo che il quartiere e i
cittadini milanesi ne possano venire a conoscenza. Ecco le domande.
Gaccione: Tu sei
un intellettuale intelligente e sensibile ed alla tua sensibilità e al tuo
impegno si devono la nascita del “Giardino dei Giusti”. Non potrebbe il parco
continuare ad accogliere come ora l’inserimento di piante, con le finalità per
cui il “Giardino dei Giusti” è nato, senza ulteriori interventi?
Nissim: abbiamo
chiesto di “riqualificare” il giardino perché ora non ha un’ identità ben
visibile e una funzionalità adatta a sostenere il messaggio che vuole
trasmettere. Andando al Monte Stella non si individua dov’è il giardino neppure
se si è lì a fianco, e anche quando si arriva nella zona dedicata agli alberi
dei Giusti, si fa fatica a identificarlo, i cippi sono immersi nell’erba, non
ci sono punti di riferimento, tutto è anonimo. I ragazzi che arrivano al
giardino per le visite guidate con gli insegnanti, ad esempio nell’ambito del
progetto “adotta un Giusto” proposto da Gariwo, non hanno un minimo di
struttura a cui appoggiarsi per svolgere l’attività didattica che li ha spinti
alla visita. Riqualificazione non è un termine ipocrita. È una necessità! E non
è vero che distrugge il Giardino. Chi ha a cuore il suo significato desidera
che abbia un’identità forte. L’identità che gli viene assegnata da questo
progetto non è affatto in contrasto con la Montagnetta e con la “sacralità”
della sua origine, anzi: se il suo valore simbolico è dalle macerie alla vita,
il messaggio dei Giusti è il più adeguato ad essere ospitato in questo luogo:
dal male al bene, dalla persecuzione al salvataggio. E questo è proprio
l’esatto motivo per cui abbiamo scelto il Monte Stella per creare il Giardino. Approfitto
per correggere un’altra notizia di cattiva informazione: l’estensione del
Giardino è e rimarrà sempre quella porzione di terreno destinata fin
dall’inizio. Finora se ne è sfruttata solo la parte adiacente l’ingresso Nord.
Ma quest’anno abbiamo esaurito lo spazio di questa prima area e con l’anno
prossimo dovremo in ogni caso proseguire con i nuovi alberi verso Sud, sempre
nella stessa porzione destinata al Giardino. Quindi il progetto non prevede
nessun ampliamento. Un’altra precisazione è doverosa: il regolamento
dell’Associazione non parla di conservazione del Giardino nello stato attuale.
Semmai è lo Statuto che recita: “L’Associazione… vigila affinché il Giardino
dei Giusti conservi nel tempo la propria peculiare connotazione, segnalando al
Comune di Milano (Ente proprietario tenuto alla manutenzione ordinaria e
straordinaria) eventuali necessità di intervento”. Ora il Comune di Milano, che
fa parte anche dell’Associazione, ha concesso all’Associazione per 10 anni
l’uso gratuito dell’area, proprio in vista della riqualificazione. Siamo stati
noi di Gariwo a segnalare la necessità dell’intervento di cui ho esposto sopra
le finalità. Il risultato è il progetto dell’arch. Valabrega, che abbiamo
proposto perché lo riteniamo all’altezza del compito richiesto.
Gaccione: Non
ritieni che sarebbe utile un confronto franco con i cittadini della zona
interessati e i rappresentanti dei vari comitati, per un incontro
chiarificatore? Un confronto diretto con te avrebbe un peso molto più
significativo.
Nissim: Sono
andato insieme all’arch. Valabrega alla riunione convocata in Comune con il
Presidente Rizzo per esporre le modifiche che abbiamo ritenuto di apportare al
progetto recependo le istanze avanzate dai cittadini della zona 8 e per
confrontarci ulteriormente con le loro richieste. A parte la sproporzione del
numero (erano in quindici, ciascuno con richieste ad hoc, a volte anche in
contrasto tra di loro), la riunione si è svolta in questo modo: hanno parlato tutti e 15 prima ancora di
lasciarci esporre il senso del progetto e le modifiche apportate. Ci hanno
insultato (in senso letterale, anche il sottoscritto) e hanno insinuato che
avessimo motivazioni recondite, interessi inconfessabili per sostenere questo
progetto. Alla fine se ne sono andati senza neppure visionare le tavole del
progetto. In una successiva riunione in Consiglio di zona a cui abbiamo,
nonostante tutto, accettato di partecipare come Gariwo (era presente la
direttrice Ulianova Radice) per esporre finalmente le nostre ragioni e le
modifiche citate, si è verificata esattamente la stessa situazione, gli stessi
insulti e le stesse insinuazioni. La prima ora è passata per contestarci le
procedure di autorizzazione del progetto, che non ci riguardano (riguardano gli
uffici comunali) e che sono comunque lineari e non attaccabili. Ancora una
volta nessun interesse a un confronto reale
sul progetto. Questo si
intende per “confronto franco”? Non siamo più disposti a credere nella buona
fede di questa condotta. Su invito del presidente Zambelli abbiamo lasciato la
riunione. Siamo persone serie e non tolleriamo simili aggressioni e motivazioni
pretestuose. Siamo abituati ai confronti veri e non siamo stupidi.
Gaccione: la tua
idea non potrebbe essere realizzata in uno spazio diverso? E non potrebbe
essere anche utile sentire dagli abitanti del luogo qualche loro proposta
diversa? So che alcuni hanno pensato di trasferire il tuo progetto dal posto
dove adesso si trova il Giardino dei Giusti in un posto vicino abbandonato e
squallido, occupato dai frammenti di asfalto di una strada non più usata. Molte
sono le interessanti alternative proposte o proponibili per continuare
l’esempio dato dal Giardino dei Giusti, per esempio si potrebbe suggerire di
adottare uno dei tanti muri degradati della città, per recuperarlo mediante
l’intervento gratuito di singoli artisti e sotto la direzione di un bravo
architetto. Ciascun artista si impegnerebbe a creare una mattonella su cui
verrebbe inciso il nome del Giusto, e che poi verrebbe murata su quella
superficie con una cerimonia pubblica. Diventerebbe visivamente una soluzione
molto affascinante, ed avrebbe il merito di recuperare dal degrado uno spazio
cittadino. Ci sono stati di questi interventi in varie città: Berlino, per esempio;
ma anche in Calabria dove un lungo splendido muro dedicato alla poesia, attira
ogni anno migliaia di visitatori. Quello qui suggerito sarebbe esclusivamente
dedicato ai Giusti, e organizzato secondo i modi ritenuti più idonei. Cittadini
benemeriti potrebbero adottare il muro e anche prendersene cura. Come scrive
Licurgo nella sua requisitoria “Contro Leocrate”, “L’amministrazione di una
città consiste nella custodia che ciascuno ne fa per la sua parte”. Credi che
questa soluzione potrebbe funzionare?
Nissim: Le
proposte potrebbero essere infinite. Peccato che il Giardino dei Giusti c’è già
e ha una sua collocazione, il cui senso accennavo sopra. Ha una storia, un
passato di cerimonie, di identificazione delle persone, di proposta culturale.
Non ha senso parlare né di spostarlo, né di snaturarlo con altre procedure.
Anzi un senso c’è in queste proposte: toglierlo da dove è nato e cresciuto, dal
posto migliore in cui può vivere. La cosa grave è che il Giardino è trattato
come un elemento estraneo, da sradicare, che provoca fastidio “per l’equilibrio
del Monte Stella”. Al massimo si può pensare di “trattenerlo” e “limitarlo”
così com’è, poco visibile, “discreto”, che non dà troppo nell’occhio. Oppure
relegarlo ai margini, nella strada abbandonata, a ridosso dell’arteria stradale
di grande traffico. Tra l’altro lì potremmo fare i muri alti anche 5 metri,
anzi meglio, così sarebbe attutito il rumore della strada sottostante, parola
dell’arch. Gardella! Ma non siamo sempre sul Monte Stella? Qui non varrebbero più
la poesia e l’incanto? Beh, questo è davvero inaccettabile, il Giardino
aggiunge valore al Monte Stella e la sua riqualificazione darà al Monte Stella
ancora più significato. Il problema è
che bisogna crederci e bisogna amarlo davvero questo Giardino. Altrimenti darà solo fastidio. Ma noi
ci rivolgiamo ai cittadini milanesi (e sono tantissimi) che hanno imparato a
conoscerlo e ad amarlo, che sono orgogliosi di averlo e di averlo proprio lì.
Che sono contenti di vederlo valorizzato e che hanno firmato il nostro appello
a sostegno di questo progetto. Anche loro amano la Montagnetta, ma non ci
vedono nessun contrasto, anzi. Ripeto, abbiamo ascoltato, abbiamo modificato,
ma non accettiamo di snaturare un’opera destinata allo scopo di cui ho cercato
modestamente di esprimere il senso nelle mie risposte.