DIRITTO ALL’ACQUA E RESISTENZA
12 e 13 giugno:
4 anni fa il referendum per l'acqua pubblica. Meno di 4 anni fa, nel giugno
2011, una grande mobilitazione dal basso portò 27 milioni di italiani a votare
per l'acqua pubblica. Una partecipazione ad una scadenza referendaria che non
si vedeva da decenni, e dopo la quale è continuato il lento declino
dell'afflusso alle urne in occasione di elezioni politiche e amministrative.
Come hanno reagito le forze di governo a quel risultato?
Quali provvedimenti sono stati presi per attuare la volontà popolare? E quali,
invece, per continuare sulla strada delle privatizzazioni ignorando ed aggirando
quella stessa volontà? Un tema ancora attuale, non solo in termini di
democrazia, ma anche di accesso ai servizi essenziali: negli ultimi anni le
tariffe idriche hanno continuato a crescere e, complice la crisi economica, in
tutta Italia sta aumentando il fenomeno dei distacchi idrici per morosità. Un
esercizio di recupero crediti da parte gestori che si scontra palesemente con
il diritto all'acqua, sancito dall'ONU nel 2010, e che sta facendo nascere
esperienze di resistenza come i GAP (Gruppi di allaccio popolare).
Qualora foste interessati ad approfondire il tema,
scrivete al forum italiano dei movimenti per l'acqua: segreteria@acquabenecomume.org
Sorella Acqua
In principio non era il Verbo;
in principio era l’Acqua che cullava il Mondo,
e il Mondo era in attesa che le acque si aprissero
perché Egli potesse nascere.
E Vita fu, dall’acqua, che l’aveva a lungo
portata in grembo, custodita.
E gli uomini la benedirono e la dissero sacra,
per ogni goccia che fecondava la terra
e la rendeva gravida di doni.
Per ogni fiume che scavava nelle sue viscere
e
accarezzava le rive;
per ogni ruscello, sorgente, cascata, torrente,
rivo, stagno, lago, forra, pozzo, vena…
La benedisse l’ulivo e la ginestra,
la capinera e la pietra, il mistico e il villano…
E poi fu Mer perché
Mère, Madre, Mater,
Mother, Mutter…
generosa mammella per ogni bocca e figlio.
Santa fu detta l’acqua e simbolo di purificazione,
guardiana fedele del fuoco divoratore.
E così i poeti ne celebrarono l’incanto,
i pescatori i miracoli, i visionari la furia,
i navigatori il miraggio.
Poi venne il tempo dei mercanti e dei predoni;
il tempo delle flotte e delle cannoniere;
il tempo dell’acqua sangue e degli schiavi;
il tempo delle catene.
Il tempo di ogni tempo maledetto dell’uomo
nemico all’uomo,
il tempo delle deportazioni, il tempo degli scafisti,
degli stati assassini, dei governi compiacenti,
il tempo dell’acqua in bocca.
E venne
altro tempo ancora:
il tempo dei ladri d’acqua e delle guerre per l’acqua,
il tempo dell’acqua amara, il tempo dell’acqua sporca,
il tempo dell’acqua morta.
Il tempo dell’acqua privata e quello dell’acqua sprecata,
il tempo dell’acqua bramata, il tempo senza più tempo.
Angelo Gaccione
[Milano, maggio 2008]