CONSIGLIO COMUNALE DEL
20 NOVEMBRE 2017
INTERVENTO DI BASILIO
RIZZO (MILANO IN COMUNE)
A SEGUITO DELLE
DICHIARAZIONI DEL SINDACO
SULLA MANCATA
ASSEGNAZIONE DI EMA ALLA CITTÀ DI MILANO
Ringrazio il Sindaco per la
sensibilità nei confronti del Consiglio di venire a riferire. Penso che quando
si costruisce una competitività che vede la città che si confronta con altre
città, io che faccio il Consigliere comunale di Milano, sto dalla parte della
mia città e tuttavia penso che nella riflessione sul dopo vorrei che si
abbandonasse un po’ di retorica e di tristezza e si riflettesse su una cosa che
io giudico invece profondamente sbagliata: cioè che il futuro della nostra
città non può essere costruito inseguendo eventi.
È stato
sbagliato, secondo me, nei confronti dell’Expo ed è sbagliato in questo caso.
Noi abbiamo bisogno di proporre uno sviluppo della nostra città che non si
affidi a questioni occasionali. E domani non riprendiamo con qualcuno che dice
di pensare alle Olimpiadi o ad altro. Ho seguito questa vicenda e, prima ancora
dell’EMA, si era parlato addirittura di fare di Milano la capitale finanziaria;
cioè c’è questa spasmodica idea per la quale la nostra città deve crescere per
eventi straordinari. Non credo che sia così ed è profondamente sbagliato, soprattutto,
perché gli eventi straordinari hanno fruitori straordinari.
Non credo
che, con o senza EMA, le nostre periferie sarebbero state migliori. Noi abbiamo
bisogno di impostare la crescita e lo sviluppo della nostra città in maniera
tale che tutti i milanesi crescano allo stesso modo e non che ci sia
l’industria del farmaco che cresca, gli hotel di lusso o le abitazioni che si
sarebbero determinate. Abbiamo bisogno di individuare delle ragioni di crescita
che partano da quelli che sono meno favoriti. Non so come dirlo, però a me
piace, Sindaco, la sua ossessione per le periferie piuttosto che altre
ossessioni, né sono convinto che l'industria del farmaco abbia un ruolo così
straordinario. È chiaro che muove denaro, ma noi costruiamo su questo? Noi abbiamo
piegato a questo anche tutta la nostra continuità. Ci siamo resi conto che,
strada facendo, abbiamo piegato l'eredità dell'Expo dai problemi dell'acqua e
del cibo ai problemi della sanità e poi del farmaco? Adesso cosa facciamo,
ritorniamo indietro, riconvertiamo, rigiriamo? Io penso che se avessimo scelto
una direzione che fosse più equilibrata nei confronti delle disuguaglianze
sociali, che abbiamo nella nostra città, forse oggi non ci troveremmo in questa
condizione. Questo discorso l'avrei fatto anche se avessimo vinto. I prossimi
passi, però, spero che non diventino quelli di ricercare un'altra occasione
straordinaria, lavoriamo in una direzione diversa, e voglio dire, concludendo:
tutti questi spazi che erano stati messi a disposizione per l'EMA non possono
oggi essere riconvertiti in spazi a disposizione di altri bisogni sociali che
abbiamo nella nostra città o invece troviamo spazi solo per certi settori di
popolazione con un certo livello e per altri non li possiamo trovare? Non sto
proponendo che il Pirellone venga utilizzato per gli immigrati, però una logica
che dice: tutti gli sforzi che abbiamo fatto insieme per risolvere un problema,
perché non li orientiamo per risolvere gli altri problemi e facciamo di quello
la condizione su cui costruire il futuro della nostra città? Ecco, questo
volevo dire, perché la tristezza non diventi retorica e la retorica non ci
porti ad inseguire un altro modo di crescita centrato su un problema. Credo che
l'assessore Tasca e altri che sono più esperti di me dicano che bisogna
diversificare, non puntare su un solo titolo.