L'età dell'uomo e i
disastri ambientali
di Valeria Fieramonte
La copertina del libro |
Ecologia
dell'antropocene di Silvana
Galassi e Carlo Modonesi (Aracne ed. pp. 200, 14 euro), è un libro avvincente e un efficace
tentativo di sintesi dello stato di crisi planetaria provocato dall'uomo. Antropocene
significa letteralmente 'epoca dell'uomo' e per molti studiosi si riferisce in
specie agli ultimi tre secoli di storia del pianeta.
“Oggi la
moltiplicazione di tecnologie e attività produttive sempre più pervasive e
inquinanti, e, quel che è peggio, mai accompagnate da serie misure di
prevenzione del rischio, costituisce uno dei fallimenti più pesanti
dell'impresa scientifica moderna”- sostengono gli autori.
Valga per
tutti l'esempio dell'amianto, la cui pericolosità era nota fin dagli anni '30 del
secolo scorso, anche se è stato prodotto fino a pochi anni fa, forse il più
lungo esperimento con cavie umane a fini di lucro della storia recente…. O del DDT, usato come
insetticida e in un primo tempo considerato quasi miracoloso, e infine proibito
per la sua pericolosità nel 1972, quando ormai il quantitativo disperso
nell'ambiente ammontava a 600mila tonnellate.
La prima
voce che si levò contro l'impiego degli insetticidi clorurati fu quella di una
biologa, Rachel Carson, che nel 1962 pubblicò Silent spring, Primavera silenziosa, un saggio in cui denunciò i
danni provocati dal DDT alla fauna selvatica. Già allora aveva raccolto
moltissime voci sulla scomparsa degli uccelli canori e dei rapaci. Per le sue
denunce venne minacciata e derisa, messa all'indice e definita isterica.
Purtroppo non poté rivalersi delle offese perché si ammalò e morì due anni dopo
la pubblicazione del suo libro.
Il caso
dell'ICMESA ha visto ancora una volta una donna, Laura Conti, in testa alle
battaglie contro l'inquinamento, e fu soprattutto per merito suo che nel 1982
la Comunità Europea emanò la 'Direttiva
Seveso' per regolamentare gli impianti potenzialmente pericolosi.
Per non
parlare dei prodotti chimici di uso più specificamente militare, come l'iprite,
la mostarda azotata, il fosforo bianco, il gas nervino, l'agente arancio, gli
arsenali a base di cloro e cianuro, e tutto l'armamentario bellico finalizzato
espressamente ad uccidere, Il cui rischio ambientale fa addirittura parte dei
metodi di difesa!
E vi
ricordate le vecchie benzine rosse
(quelle al piombo) vietate nel1986 solo per aprire la strada delle cosiddette benzine verdi che contengono però
benzene, una delle sostanze cancerogene più temute al mondo?
Oggi poi
l'illusione di poter vivere in un mondo solo virtuale, ossia slegato dalle
leggi della natura e obbediente solo alle leggi dell'economia e della finanza,
è sempre più diffusa: la maggior parte degli abitanti del pianeta abita ormai
in grandi città ed ha perso la cognizione stessa di terra, agricoltura, ciclo
di vita delle piante e dell'atmosfera
del pianeta. La nostra attenzione viene continuamente distratta dai fatti del
giorno, spesso inconsistenti, o su cui non abbiamo presa, (che non sia il
consolatorio firmificio on-line al microsecondo che ha ormai vanificato la
raccolta stessa di firme), mentre una connettività compulsiva opprime chiunque
voglia riflettere e informarsi sulle cose un po' più seriamente. Tutto questo
mentre la sanità pubblica fa sempre più fatica a sostenere gli esorbitanti
costi di esami e medicine, (a livello mondiale a partire dal solo 2004 fino ad
oggi la spesa è quadruplicata), e sempre più ricerche scientifiche sono
finalizzate a piccole varianti farmacologiche in grado solo di cronicizzare di
più le malattie senza curarle davvero, cosa che forse non è neppure
nell'interesse della ricerca farmacologica. C'è persino
un nome, disease mongering
(mercificazione della malattia) per il nuovo affare delle farmaceutiche che
consiste nell'estendere gli esami diagnostici e una fascia sempre più ampia
della popolazione per individuare malati potenziali da sottoporre a cure… e va
da sé che i cittadini pretendono sempre più esami, preoccupati spesso proprio dalla propa-ganda ossessiva circa la loro
salute, mentre i veri bisogni dei malati spariscono di fronte all'interesse
farmaco-scientifico. E il paradosso di tutto questo, dato l'alto numero di
malati, è che molto spesso non si riescono a diagnosticare in tempo i sintomi.
Mentre l'inquinamento ambientale è sempre più causa di malattie, ambientalisti
come Berta Caceres, ancora una volta una donna, vengono assassinati in America
Latina e nel mondo solo perché cercano di tutelare l'ambiente naturale.
L'elenco dei
problemi si allunga poi al fatto che la popolazione umana in breve tempo è
triplicata, mentre il consumo di energia è addirittura quadruplicato: ma questo
è un fatto che non sembra interessare più nessuno, proprio ora che sta
diventando più grave.
L'impronta
ecologica, misurata come la porzione della terra necessaria per produrre le
risorse e per smaltire i rifiuti di un individuo, e che permette di confrontare
l'impatto ambientale delle economie delle varie nazioni, ci dice già , nel
calcolo globale, che ogni anno stiamo consumando una terra e mezza. Ma gli allarmi cadono nel vuoto, come se la cosa
riguardasse gli extra-terrestri. Per finire
due accenni ai beni più essenziali:
l'aria e l'acqua.
Alla fine
dell'800, Svante August Arrhenius, un chimico e fisico svedese, aveva
ipotizzato che le emissioni di CO2 delle attività industriali avrebbero
determinato un aumento termico globale di 5 gradi. E' esattamente quanto
previsto anche nel corso della COP21 di Parigi, qualora si ritardi troppo nel
prendere provvedimenti. Anzi, l'aumento di 5 gradi è calcolato tenendo presenti
anche i mari, che fanno un po' da calmiere, perché sulle terre emerse sarebbe
ancora di più.
Nel corso di
più di un secolo possiamo dire che comunque il problema si è solo aggravato, e
che l'aumento della CO2, abbinato al
taglio di alberi e foreste, contribuisce ad aumentare sempre di più la siccità.
Gli incendi dolosi, ormai frequentissimi, suggeriscono ormai una vera e propria
follia della specie... Quanto all'acqua, a parte i soliti acquedotti che
perdono e mai nessuno aggiusta, chissà perché (!), purtroppo è minacciata sia dagli
erbicidi, specie il glifosato,(AMPA)che dalle plastiche, non tanto quelle
visibili che hanno prodotto l'isola nel Pacifico, quanto le microplastiche contenute nei detersivi che
usiamo in lavatrice, che ci hanno resi tutti dei similterroristiambientali senza saperlo. Ma anche quando lo
sappiamo, non è che cambi poi molto, pare…