Per liberare l’Italia
dalle atomiche non basta una firma
di Manlio Dinucci
Il trionfo della morte |
L’Ican, coalizione internazionale
di organizzazioni non-governative insignita del Premio Nobel per la Pace 2017,
comunica che 243 parlamentari italiani hanno firmato l’Impegno Ican a
promuovere la firma e la ratifica da parte del Governo italiano del Trattato
sulla proibizione delle armi nucleari, adottato dalle Nazioni Unite il 7 luglio
2017.
All’Articolo 1 il Trattato stabilisce che
«ciascuno Stato parte si impegna a non permettere mai, in nessuna circostanza,
qualsiasi stazionamento, installazione o spiegamento di qualsiasi arma nucleare
nel proprio territorio; a non ricevere il trasferimento di armi nucleari né il
controllo su tali armi direttamente o indirettamente». All’Articolo 4 il
Trattato stabilisce: «Ciascuno Stato parte che abbia sul proprio territorio
armi nucleari, possedute o controllate da un altro Stato, deve assicurare la
rapida rimozione di tali armi».
Impegnandosi
a promuovere l’adesione dell’Italia al Trattato Onu, i 243 parlamentari si sono
quindi impegnati a promuovere: la rapida rimozione dal territorio italiano
delle bombe nucleari Usa B-61 e la non-installazione delle nuove B61-12 e di
qualsiasi altra arma nucleare;
l’uscita
dell’Italia dal gruppo di paesi che, nella Nato, «forniscono all’Alleanza aerei
equipaggiati per trasportare bombe nucleari, su cui gli Stati uniti mantengono
l’assoluto controllo, e personale addestrato a tale scopo» (The role of NATO’s
nuclear forces);
l’uscita
dell’Italia dal Gruppo di pianificazione nucleare della Nato, in base
all’Articolo 18 del Trattato Onu che permette agli Stati parte di mantenere gli
obblighi relativi a precedenti accordi internazionali solo nei casi in cui essi
siano compatibili col Trattato. I parlamentari che hanno firmato tale impegno
appartengono ai seguenti gruppi: 95 al Partito democratico, 89 al Movimento 5
Stelle, 25 ad Articolo 1-Mdp, 24 a Sinistra italiana-Sel, 8 al Gruppo misto, 2
a Scelta civica.
Nel
dibattito alla Camera, il 19 settembre scorso, solo i gruppi Sinistra
italiana-Sel e Articolo 1-Mdp hanno chiesto la rimozione delle armi nucleari
dall’Italia, come prescrive il Trattato
di non-proliferazione, e l’adesione al Trattato Onu. Il Movimento 5 Stelle ha chiesto al governo
solo di «relazionare al Parlamento sulla presenza in Italia di armi nucleari e
dichiarare l'indisponibilità dell'Italia ad utilizzarle».
La Lega Nord
ha chiesto di «non rinunciare alla garanzia offerta dalla disponibilità
statunitense a proteggere anche nuclearmente l'Europa e il nostro paese».
Il Partito
democratico – con la mozione di maggioranza approvata nella stessa seduta anche
con i voti di Gruppo misto, Scelta civica, Forza Italia, Fratelli d’Italia,
Alternativa popolare, Democrazia solidale – ha impegnato il governo a
«continuare a perseguire l'obiettivo di un mondo privo di armi nucleari»
(mentre mantiene in Italia armi nucleari violando il Trattato di
non-proliferazione) e a «valutare, compatibilmente con gli obblighi assunti in
sede di Alleanza atlantica, la possibilità di aderire al Trattato Onu». Il
Governo ha espresso «parere favorevole» ma il giorno dopo, insieme agli altri
28 del Consiglio nord-atlantico, ha respinto in toto e attaccato il Trattato
Onu. I parlamentari di Pd, Gruppo misto e Scelta civica, e quelli del M5S, che
hanno firmato l’Impegno Ican differenziandosi dalle posizioni dei loro
gruppi, devono a questo punto dimostrare
di volerlo mantenere, promuovendo con gli altri una chiara iniziativa
parlamentare perché l’Italia firmi e ratifichi il Trattato Onu sulla proibizione
delle armi nucleari. Lo deve fare in particolare Luigi Di Maio, firmatario
dell’Impegno Ican, per la sua posizione rilevante di candidato premier.
Aspettiamo di vedere nel suo programma di governo l’impegno ad aderire al
Trattato Onu, liberando l’Italia dalle bombe nucleari Usa e da qualsiasi altra
arma nucleare.