Non
c’è un Pianeta B
di
Giuseppe Rosa
In
tanti ci siamo accorti che in Europa c’è una diffusa domanda di
qualità della vita, di lavoro; un desiderio di comunità: donne e
uomini, lavoratori e studenti, chiedono ai governi di occuparsi del
loro futuro e di quello di tutta l’Unione. Ma spesso non trovano
risposte perché l'Europa che conosciamo oggi non funziona per tutti.
Chi ha governato l’Unione europea e gli Stati non ha saputo, né
voluto, offrire risposte e strumenti efficaci di protezione,
sicurezza e riscatto di fronte al disagio vissuto da questa comunità.
E poi ci sono i nazionalisti che promettono un cambiamento, ma in
realtà negano sfide fondamentali come il cambiamento climatico e le
migrazioni. Promuovono la paura, la divisione, l'odio e l'esclusione
- e stanno minando i diritti umani, la democrazia e lo stato di
diritto. C’è una necessità che riempie le piazze, che parte dalle
associazioni, dai movimenti civici e delle municipalità e diventa un
movimento globale che chiede risposte concrete ai problemi
quotidiani, e progetti duraturi per un futuro sostenibile. Un bisogno
che riguarda anche tante persone non impegnate politicamente perché
non si riconoscono in nessuna forza politica attuale, ma sono madri,
padri, giovani e anziani.
Da
questa domanda ha preso forma un’onda green in Europa, con
una straordinaria avanzata dell’opzione politica ecologista che si
è consolidata come secondo partito in Germania, al governo in
Islanda, e forte in Svezia, Belgio Olanda, con un forte protagonismo
femminile che è arrivato anche in Italia allargandosi a macchia
d’olio. Per fortuna c’è chi ha capito che senza un’inversione
delle politiche energetiche, industriali, agricole, della mobilità e
del territorio, verso la sostenibilità, la riduzione delle emissioni
di CO2 e l’economia circolare, il sistema, il lavoro e l’ambiente
sono destinati a collassare in pochi anni cancellando ogni
prospettiva di futuro alle nuove generazioni. Un dato su cui la
comunità scientifica è unanime. In questo senso, le parole
dell’Enciclica “Laudato Si’ ”
di Papa Francesco danno forza a chi si batte per la
conversione ecologica, nuovi e diversi stili di vita sul solco
dell’ecologia integrale.
I
giovanissimi hanno mostrato di avere una visione più lucida degli
adulti, e li sollecitano a fare qualcosa prima che compromettano
irreversibilmente il futuro dei loro stessi figli. Greta Thunberg,
una ragazza di 16 anni, ha chiesto al parlamento svedese azioni
concrete per la salvaguardia del clima, ha parlato alla COP24 e a
Davos; ha fatto scendere in piazza migliaia di persone in tutta
Europa che manifestano settimanalmente in ogni città davanti ai
palazzi del potere, anche in Italia.
Noi,
e tanti come noi, vogliamo raccogliere questa energia e darle voce,
per un’Europa forte e solidale, vicino alle donne e agli uomini,
alla qualità della loro vita, del loro lavoro, dei diritti degli
animali, del welfare, dell’istruzione e del cibo.
Il
benessere delle persone, lo hanno capito anche gli economisti, è
molto più di un dato economico. Riguarda l’esperienza quotidiana
di tutti noi: la qualità del lavoro, delle relazioni, della salute,
della giustizia sociale e di genere, dell’ambiente in cui viviamo,
il riconoscimento del nostro talento. Riguarda le politiche di
integrazione e di tutela dei più deboli, la libertà di
circolazione, l’inclusione del talento delle donne, la flessibilità
e l’eticità del sistema economico e la tutela della democrazia in
un mondo che cambia più rapidamente della normale capacità di
adattamento delle persone.
È
molto chiaro, non solo a noi, che il cambiamento potrà avvenire solo
se i governi e la società tutta sapranno raccogliere le opportunità
offerte dalle tecnologie digitali, dalla finanza etica, dai lavori
green, dalla riprogettazione dei modelli di consumo, dalla
tutela del territorio e dei beni culturali, dalla salvaguardia della
biodiversità. La ripresa dopo la grande crisi si realizzerà con il
Green New Deal, che deve coinvolgere le comunità locali.
Gli
ecologisti e i movimenti civici hanno la credibilità, la storia e la
competenza per realizzare il rilancio dell’Italia in Europa.
È
il momento di far crescere l’onda verde europea, perché diventi
patrimonio di tutti noi, per un progetto civico ed ecologista, contro
i populismi e i sovranismi, per una società giusta e aperta.
Per
questo siamo convinte e convinti che sia indispensabile, in Italia,
mettere in campo subito ed in vista delle elezioni europee, una
opzione distintamente ecologista, civica, federalista: che metta al
centro azioni globali contro il cambiamento climatico e per la
transizione ecologica, la giustizia sociale e il lavoro, che dia
spazio e valore alla diversità e ai diritti, alla parola, al ruolo
sociale e alla dignità personale delle donne.