IL
MUSEO TEATRALE ALLA SCALA
Matteo
Sartorio ci parla della storia e dei tesori che il Museo custodisce.
Questa
conversazione ha un po' di anni. Era rimasta inedita perché era
troppo lunga per il giornale che doveva ospitarla. È
voluta però riaffiorare da un cassetto in questi giorni, segno che
voleva vedere la luce. Il dottor Sartorio rivestiva allora la carica
di Direttore, oggi è, ad un tempo, Conservatore delle collezioni,
Responsabile della Biblioteca e dell'Archivio. Era stato oltremodo
gentile e disponibile allora, e lo è stato adesso, con i suoi
suggerimenti e i suoi consigli. In questo lasso di tempo, il Museo ha
ampliato l'utenza e intensificato l'offerta culturale. Le sue Sale
meritano una visita. Siamo sicuri che i nostri lettori non resteranno
indifferenti al suo fascino.
Gaccione:
-Dottor
Sartorio, vogliamo cominciare dalle origini?
Sartorio:
"Il Museo Teatrale alla Scala è nato nel 1913, ed è il frutto
di una paziente operazione di reperimento di fondi fatta qui a
Milano, per potere acquistare la collezione dell'antiquario
napoletano Jules Sambon, ch'era poi andato a vivere a Parigi. Tutta
la sua vita aveva collezionato una serie di cimeli molto importanti
tra cui anche una collezione archeologica."
Gaccione:
-E chi era questo Sambon, un
semplice antiquario o era anche musicista?
Sartorio:
"Era un antiquario di professione, però aveva questa passione
per il teatro e quindi s’era tenuto per sé una ricchissima
collezione di cimeli teatrali."
Gaccione:
-Che aveva acquistato qua e
là?
Sartorio:
"Certo, che aveva acquistato, che aveva scambiato insomma; era
il frutto della sua attività professionale di almeno 30 anni. Questa
raccolta era ricchissima, comprendeva anche reperti archeologici
(molti si stupiscono di trovare in questo Museo anche una raccolta
archeologica); la motivazione è che per il 90% sono oggetti di
argomento teatrale. Ci sono i ludi circensi, i ludi classici, ci sono
ovviamente la commedia greca e romana. Oltre ad una raccolta di
strumenti musicali romani molto importanti: dei sistri, delle tube,
insomma strumenti che non è molto facile trovare in giro."
Gaccione:
-Di epoca classica
addirittura.
Sartorio:
"Sì. Questa raccolta comprendeva anche degli strumenti musicali
de Seicento e del Settecento. Comprendeva soprattutto quadri,
ritratti, porcellane, era molto eterogenea come raccolta, sempre
comunque oggetti ispirati al mondo del teatro, del teatro in genere."
Gaccione:
-Non
necessariamente del teatro musicale, intende dire?
Sartorio:
"Non necessariamente musicale. Questa raccolta messa all'asta a
Parigi, venne acquistata da un Comitato di sottoscrittori milanesi, a
cui si unirono il re, chiaramente, e tutte le autorità più
importanti. Portata a Milano essa costituì il nucleo originario del
Museo."
Gaccione:
-In
che anni avveniva tutto questo?
Sartorio:
"La raccolta venne acquistata nel 1911, ma ci vollero due anni
di tempo per adibire i locali di quello che allora si chiamava Casino
Ricordi, cioè questi
adiacenti al Teatro alla Scala, perché prima ospitavano lo
stabilimento Ricordi. Passati poi al Comune, vennero dati in comodato
gratuito alla Fondazione del Museo. Il Museo venne inaugurato l’8
marzo del 1913 come una Fondazione."
Gaccione:
-Chi
è che ne faceva parte?
Sartorio:
"Praticamente le stesse persone che allora avevano la
responsabilità di gestire il Teatro alla Scala. Questo è molto
importante perché il Museo nasce sin da subito non dico come
un'emanazione del Teatro, ma come un che di complementare al Teatro
stesso. I nomi sono quelli dello scultore Lodovico Pogliaghi, di
Ettore Modigliani che allora era direttore della Pinacoteca di Brera,
di Arrigo Boito compositore e librettista molto importante, di Uberto
Visconti di Modrone (allora succeduto al padre) che era praticamente
il presidente del Teatro, di quella Società Anonima che gestiva il
Teatro."
Gaccione:
-Come
si chiamava il padre?
Sartorio:
"Si chiamava Guido Visconti di Modrone; Uberto fu il primo
presidente del Museo. Nel corso dei decenni il Museo ha cambiato
parecchie volte statuto, però l’impronta originaria si è
mantenuta fino ad oggi."
Gaccione:
-Voi
ospitate o promuovete anche diverse mostre. Mi ricordo anni fa quella
molto interessante su Lucio Fontana.
Sartorio:
"A volte ospitiamo e a volte organizziamo. Quella dedicata a
Lucio Fontana l'avevamo ospitata perché era stata organizzata dal
Comitato per le celebrazioni in onore di Lucio Fontana."
Gaccione:
-Di quante Sale si compone il
Museo?
Sartorio:
"Il Museo è distribuito su due piani. Le Sale sono 14, al
secondo c'è anche la Biblioteca."
Gaccione:
- Vediamolo in dettaglio
attraverso le sue singole Sale.
Sartorio:
"Tutte le volte che ho avuto occasioni di scriverne, ho sempre
tenuto a sottolineare la sua eterogeneità. È nato eterogeneo per
volontà stessa dei fondatori: si è sempre privilegiata la bellezza
diciamo estetica dell'accostamento di diversi oggetti tra loro,
piuttosto che una suddivisione sistematica, per cui non ci sono in
una sala solo quadri e in un'altra solo porcellane; in una solo
ritratti di cantanti e in un'altra solo ritratti di musicisti.
Intanto perché lo spazio e piccolo e quindi si è cercato di
armonizzare il più possibile gli oggetti esposti, tenendo come filo
conduttore quello del teatro in generale che per sua natura è molto
variegato e anche effimero."
Gaccione:
-Avete
diversi generi, non solo pitture.
Sartorio:
"Sì, noi abbiamo moltissimi generi. Abbiamo tutta una parte di
archivio che non si vede e che è la più preziosa di tutto. Abbiamo
una grandissima raccolta di lettere autografe, di manoscritti
musicali tra cui importanti manoscritti di Verdi, che verranno
pubblicati in occasione di varie celebrazioni”.
Gaccione:
-Quando
dice manoscritti intende dire lettere e manoscritti di grandi
musicisti?
Sartorio:
"Certo. Abbiamo manoscritti musicali di Rossini, e anche lettere
di gente di teatro. Gente che ha avuto modo di far parte del grande
patrimonio teatrale italiano."
Autografo di Verdi versione per il coro del Nabucco |
Gaccione:
-Ci sono molti lasciti in
questo Museo?
Sartorio:
"Sì, i materiali derivano in parte dalla collezione Sambon di
cui ho parlato all'inizio, e che costituì il nucleo originario del
Museo, in parte è il frutto di varie donazioni."
Gaccione:
-Veniamo
alla parte archeologica.
Sartorio:
"La collezione archeologica* è molto ricca; comprende dei
bronzi, delle lucerne, delle monete, dei contorniati, oggetti simili
a monete di cui ancora oggi non si conosce l’utilizzazione che ne
veniva fatta. Ci sono bassorilievi, strumenti musicali di cui parlavo
prima, ed altri oggetti correlati al mondo del teatro. Giuridicamente
non appartengono al Museo, ma sono il frutto di un deposito: è la
Sovrintendenza ai Beni Archeologici di Milano che ne detiene la
proprietà. Poi c'è una raccolta di porcellane; queste porcellane si
riferiscono in buona parte alla Commedia dell'Arte per cui c'è
comunque un aggancio con il mondo del teatro. Dimenticavo di dirle
che l'archivio oltre ai manoscritti, raccoglie una collezione molto
ricca e molto importante di scenografia. Bozzetti scenografici che
vanno praticamente dalla grande epoca del Melodramma, cioè il
Settecento, fino al Melodramma ottocentesco, con una piccola
appendice anche nel nostro secolo. Abbiamo bozzetti di Giacomo Balla
dei primi anni Dieci che sono molto importanti, di Prampolini e altri
autori. Comunque il grosso della collezione comprende Settecento e
Ottocento. Abbiamo una raccolta di figurini che sono praticamente gli
studi preparatori per i costumi delle opere, e una raccolta di stampe
anche questa molto ricca e molto importante. Stampe di cantanti, di
ballerine, di musicisti, insomma tutto ciò che ha attinenza con il
mondo del teatro in musica; perché la denominazione stessa di Museo,
Museo Teatrale alla Scala,
è in rapporto col Teatro alla Scala. Pur non appartenendo
giuridicamente ad esso, è chiaro che gli influssi culturali del
Teatro sul Museo, sono molto forti. Il Museo del resto detiene buona
parte dell’archivio iconografico del Teatro."
Gaccione:
-Anche
i materiali delle messe in scena della Scala passano al Museo?
Sartorio:
"No, non passano al Museo perché dagli anni Cinquanta in poi,
per una scelta gestionale, il Teatro raccoglie direttamente la
testimonianza degli allestimenti."
Gaccione:
-Quindi
la Scala tiene per sé questi materiali.
Sartorio:
"Sì, tiene per sé le fotografie di scena, i bozzetti e le
realizzazioni vere e proprie delle opere vengono conservate per un
certo numero di anni. Ovviamente poi devono essere smontate e in
parte anche distrutte, o comunque riutilizzate per altri
allestimenti."
Foto M. Brescia |
Gaccione:
-Torniamo
alle Sale.
Sartorio:
"C'è la Sala della Danza, della Commedia dell'Arte, della
Scenografia, del Teatro d'Animazione... Come le dicevo sono 14 in
tutto, la Sala dei Cantanti e dei Compositori, la Sala Rossini e le
Sale Verdiane. Queste hanno una certa omogeneità perché
custodiscono il deposito della Casa
di Riposo per Musicisti
Giuseppe Verdi,
effettuato negli anni Trenta. In queste Sale ci sono quasi tutti
cimeli verdiani."
Gaccione:
-Quali
sono i pezzi più preziosi del Museo?
Sartorio:
"Ci sono molti pezzi importanti nel Museo, alcuni esposti, altri
no. Tra quelli esposti uno dei pezzi pia preziosi è indubbiamente il
pianoforte appartenuto a Franz Liszt nell'ultima fase della sua
attività creativa. Alla sua morte passò alla nipote Daniela von
Bülow che lo portò in Italia nella sua villa sul lago di Garda, la
famosa Villa Cargnasco. Quella che in sostanza diventò poi il
Vittoriale di D'Annunzio, in seguito alla requisizione della Villa da
parte dello Stato italiano. Ritornato in possesso di Daniela von
Bülow dopo varie vicissitudini legali, fu donato al Museo ed entrò
a far parte delle nostre collezioni. È sistemato nella Sala
dell'Esedra, detta così perché ci sono sei lati, ed è uno
strumento perfettamente funzionante. Viene spesso accordato e fatto
suonare, ha un suono bellissimo. Ci sono alcuni dipinti del
Settecento che sono anche molto belli e si riferiscono alla Commedia
dell'Arte. E poi gli altri pezzi più preziosi sono i manoscritti
musicali di Verdi: la Messa da
Requiem ed altre composizioni
giovanili, che però non hanno una immediata fruibilità turistica.
Noi non esponiamo mai gli originali in vetrina perché chiaramente la
luce li danneggia, e poi non avrebbe senso. Esponiamo delle copie e
gli originali sono a disposizione degli studiosi."
Foto F. M. Colombo |
Gaccione:
-Ho
visto anche calchi di volti, di mani...
Sartorio:
"Sì, quello è uno degli aspetti diciamo più curiosi del
Museo, che io non amo particolarmente. È un aspetto legato alla
vecchia idolatria nei confronti dei cantanti, dei direttori
d'orchestra. Io ho cercato, in piccoli interventi di riallestimento,
non dico di eliminarli, perché ci sono ancora molte persone che sono
legate a questi cimeli, ma di togliere quell'importanza che prima
veniva data loro. Per esempio la maschera mortuaria di Verdi prima
era al centro delle Sale verdiane in una bacheca, era il pezzo più
importante. Io invece l'ho messa in una vetrina cercando di darle il
suo giusto peso, insomma. Perché non hanno un valore artistico, non
hanno un valore culturale, non hanno neppure un valore documentario
perché di iconografia verdiana ce n'è a bizzeffe."
Gaccione:
-Beh, però conservano un
valore sentimentale.
Sartorio:
"Sì, diciamo così, hanno un valore sentimentale."
Gaccione: -Parliamo del palazzo che ospita il Museo
Gaccione: -Parliamo del palazzo che ospita il Museo
Sartorio:
"Il palazzo non è coevo al Teatro alla Scala, pur essendo
attaccato al Teatro, perché la Scala è stata costruita a partire
dal 1776 e inaugurata due anni dopo. Invece il nostro edificio risale
alla prima metà dell'Ottocento. Fu prima sede dello stabilimento
Ricordi, poi ospitò degli uffici comunali e agli inizi del secolo
venne dato al Museo."
Gaccione:
-Chi
l'aveva realizzato? si ricorda il nome dell'architetto?
Sartorio:
"La struttura odierna fu realizzata su progetto dell’architetto
Giacomo Tazzini nel 1831."
Gaccione:
-Fu
danneggiato dai bombardamenti dell'ultima guerra?
Sartorio:
"Fu molto danneggiato dai bombardamenti insieme al Teatro,
infatti il Museo rimase chiuso per un certo numero di anni e venne
riaperto dopo i lavori di restauro intorno agli anni Cinquanta."
Gaccione:
-Le
perdite sono state considerevoli?
Sartorio:
"Quasi tutti i beni erano
stati portati fuori Milano, in alcune ville di coloro che gestivano
il Museo."
Gaccione:
-Quindi
non avete perso molto...
Sartorio:
"Non abbiamo perso molto ma alcune cose sono anche andate
perdute."
Gaccione:
-Nel senso che non si sono più
potute recuperare?
Sartorio:
"Assolutamente sì. In gran parte erano arredi del Museo molto
preziosi, soprattutto mobili che purtroppo sono andati perduti."
Sartorio:
"Non abbiamo una vera e
propria collezione diciamo, sono mobili che ci sono giunti non si sa
neanche bene attraverso quali canali, quali traversie. Comunque
quello che abbiamo lo inventariamo e nei limiti del possibile lo
facciamo restaurare. Vede quella poltrona? Io so per certo che è
appartenuta a Ferdinando I"
Gaccione:
-Parliamo della Biblioteca.
Sartorio:
"È costituita da oltre 100 mila volumi; al momento
dell'inaugurazione era piccolina, ma in seguito è stata incrementata
dal lascito di Renato Simoni, critico teatrale del "Corriere
della Sera", di Ruggero Ruggeri e di altri possessori di
collezioni teatrali."
Foto: M. Brescia |
Gaccione:
-Da quello che ho potuto
vedere io, non ci sono solo libri di teatro; ho visto anche testi di
letteratura, di arte, di saggistica varia: mi è parsa una collezione
abbastanza diversificata.
Sartorio:
"È abbastanza eterogenea perché raramente noi rifiutiamo delle
donazioni se hanno un certo valore, però il nucleo fondamentale è
costituito dalla collezione di libretti d'opera e da libri di
teatro."
Gaccione:
-Teatro
drammaturgico, commedie?
Sartorio:
"Sì, sì, certo, abbiamo
soprattutto teatro di prosa e molti libri di scenografia."
Gaccione:
-Ho visto degli studenti in
Biblioteca, possono accedere liberamente per fare ricerche?
Sartorio:
"Gli studenti sono molto
numerosi: ci sono quelli che vengono a visitare il Museo, magari con
la guida o con i loro insegnanti, e che si fermano diciamo alla parte
esposta del Museo; poi ci sono i frequentatori della Biblioteca e che
possono consultare i volumi, alcuni dei quali sono rari e molto
preziosi."
Gaccione:
-Possono portarli a casa?
Sartorio:
"No, possono consultarli solo qui perché non siamo in grado di
gestire il prestito, e poi perché i volumi sono quasi tutti molto
preziosi."
Gaccione:
- Che
genere di visitatori avete?
Sartorio:
"Il nostro Museo, rispetto ad altri musei milanesi, ha una
rilevanza soprattutto turistica. Fin dalla sua fondazione, grazie ad
un accordo con la Scala, i nostri visitatori possono vedere la Sala
del Teatro, che è un'attrattiva turistica molto importante. Il 70%
dei nostri visitatori è costituito da comitive turistiche, il che
non è molto frequente per gli altri musei milanesi, meno visitati
del nostro. Diciamo che i musei che possono farci concorrenza a
Milano sono il Cenacolo, che non è un museo in senso stretto, e il
Castello Sforzesco. Un buon 30% è costituito da cittadini milanesi
affezionati alla nostra istituzione, e che vengono anche a vedere le
mostre che noi allestiamo. Il Museo cerca nei limiti del possibile di
esporre del materiale che abbia stretta attinenza con il mondo
teatrale, e soprattutto le collezioni che il pubblico non conosce.
Spesso organizziamo mostre di scenografie collegandoci magari
all'opera in cartellone in Teatro. In questo modo riusciamo a far
vedere a rotazione i nostri archivi, che sono comunque consultabili,
anche se con delle grandi restrizioni."
Gaccione:
-Chi
sono i più affezionati frequentatori del Museo?
Sartorio:
"Soprattutto gli
appassionati d'Opera, quindi i frequentatori del Teatro
essenzialmente. Gli Amici della Scala, la Fondazione Milano per la
Scala, i membri delle varie associazioni che sono collegate con la
Scala, tutti fanno riferimento al Museo, dall'ultimo degli
orchestrali al direttore d'orchestra, al sovrintendente. Diciamo che
il Museo è molto legato al Teatro da questo punto di vista."
Gaccione:
-Verranno
anche personalità che non hanno una formazione strettamente
musicale, immagino, e non solo maestri come Muti o Chailly.
Sartorio:
"Sì, mi è capitato di
incontrare attori, registi, soprattutto personalità legate al
teatro; ma diciamo che vengono qui le persone più disparate."
Gaccione:
-Posso
chiederle se il suo ruolo di Direttore è legato ad un retroterra
musicale o artistico?
Sartorio:
"L'esperienza per accedere alle cariche del Museo e sempre stata
quella musicale, anche se il Museo spazia in altri generi di
espressioni teatrali. Io sono diplomato al Conservatorio in Musica
Antica, ho una formazione di circa 15 anni di studi musicali, che
però qui dentro servono solo in parte. Servono quando bisogna
trattare la parte dei manoscritti, ecc. Qui dentro serve una
competenza anche di carattere gestionale che io purtroppo non ho, e
che cerco di farmi frequentando ogni anno i corsi della Bocconi.
Questo è un discorso su cui si discute molto ultimamente, cioè se i
manager della cultura debbano provenire dal mondo economico o dal
mondo culturale. In genere mi sembra che il compromesso che si sia
trovato e questo: una persona comunque competente."
Gaccione:
-Abbiamo dimenticato qualcosa?
Sartorio:
"Beh, sì, il fatto che
il Museo ha approntato uno straordinario lavoro di informatizzazione
delle sue collezioni. Abbiamo realizzato la catalogazione del
repertorio iconografico (scenografie, bozzetti,ecc.) in cooperazione
con la Sovrintendenza dei Beni Artistici e Storici di Brera; dei
libretti d'opera con il Ministero su programma SBN Musica, concepito
appositamente per la catalogazione di questo genere di materiale
librario. La catalogazione delle scenografie è molto importante,
perché oltre ai dati, noi cataloghiamo anche l'immagine. Gli studiosi possono consultare tutte le nostre scenografie, senza
restrizioni e senza bisogno di prendere appuntamento. Semplicemente
cliccando col mouse comodamente da casa. Un bel vantaggio, no?"
Gaccione:
-Mi pare proprio di sì.
*La
collezione archeologica del Museo ora non è più esposta perché
ritirata dalla Soprintendenza Archeologica competente.
***
ALCUNI
DATI UTILI DEL MUSEO
Luogo:
Largo
Antonio Ghiringelli 1 Milano
Orario
di apertura: dalle 9 alle 17 da lunedì a domenica
Costo
del biglietto d'ingresso
Intero:
€ 9
Ridotto: € 6 Gruppi min. 15 persone, Studenti sopra i 12 anni, Over 65, Touring Club, FAI,Possessori di un biglietto di Gallerie d’Italia
Scuole: € 3.50
Gratuito: Under 12, Disabili, Guide, Soci ICOM, Militari in divisa, Abbonati Teatro alla Scala, Abbonamento Musei Lombardia
Virtual Reality Experience *: € 3 supplemento sul prezzo del biglietto di ingresso
* Il Museo Teatrale alla Scala vi offre un’esperienza immersiva in realtà virtuale, pensata per farvi vivere il “dietro le quinte” della Scala. La Prima Ballerina Nicoletta Manni vi condurrà per mano nei luoghi più inaccessibili del Teatro, fino a farvi vivere l’incredibile emozione di ballare sul palcoscenico del Teatro alla Scala.
Ridotto: € 6 Gruppi min. 15 persone, Studenti sopra i 12 anni, Over 65, Touring Club, FAI,Possessori di un biglietto di Gallerie d’Italia
Scuole: € 3.50
Gratuito: Under 12, Disabili, Guide, Soci ICOM, Militari in divisa, Abbonati Teatro alla Scala, Abbonamento Musei Lombardia
Virtual Reality Experience *: € 3 supplemento sul prezzo del biglietto di ingresso
* Il Museo Teatrale alla Scala vi offre un’esperienza immersiva in realtà virtuale, pensata per farvi vivere il “dietro le quinte” della Scala. La Prima Ballerina Nicoletta Manni vi condurrà per mano nei luoghi più inaccessibili del Teatro, fino a farvi vivere l’incredibile emozione di ballare sul palcoscenico del Teatro alla Scala.
Il
Museo è dotato di Sale climatizzate.
Tutto
il patrimonio librario, i libretti, i quadri, ecc. è archiviato.
Il
materiale non esposto è custodito presso un caveau di sicurezza, tra
cui per ovvii motivi il materiale documentario più prezioso.
I
libretti non sono consultabili entrando nel sito,
ma
scrivendo al dottor Matteo Sartorio è possibile prendere un
appuntamento per la consultazione presso la Biblioteca. È previsto
anche che vengano scansiti, compatibilmente con le loro condizioni di
conservazione. Tutte le informazioni relative alla Biblioteca e
all’Archivio sono in ogni caso disponibili a questo
link:
Custodendo
il Museo decine e decine di migliaia di pezzi, c'è come ovvio, la
necessità di affrontare problemi di restauro. Ogni qualvolta accade,
i progetti di restauro vengono proposti alla Soprintendenza
competente e avviate le pratiche per la selezione dello Studio più
idoneo. È possibile effettuare donazioni utilissime per la tutela di
questo patrimonio.
L’attuale
Direttore Operativo del Museo è Donatella Brunazzi.
Il
Conservatore delle collezioni e responsabile di Biblioteca ed
Archivio è Matteo Sartorio. Una guida interna, un impiegato
amministrativo e 6 custodi per un totale di 9 dipendenti,
costituiscono lo staff.
Finanziamenti:
Il
Museo Teatrale alla Scala fa parte a tutti gli effetti della
Fondazione Teatro alla Scala - Fondazione di diritto privato
- in seguito alla fusione per incorporazione del 14/12/2009. Il
Museo in quanto tale non usufruisce di alcun finanziamento pubblico.
Ha un suo budget autonomo ed è totalmente auto finanziato con
ricavi propri provenienti per il 90% circa da incassi di
biglietteria.
Per il
10 % si avvale di sponsorizzazioni private rivolte sia alla
partnership istituzionale che a progetti puntuali di investimenti
(innovazione digitale o nuova illuminotecnica impianti) e di
manifestazioni e mostre.
Visitatori
Nel
2018 i visitatori paganti del Museo sono stati 260.000.
Già
da un paio d’anni è stato intensificato - con lento ma discreto
successo - l’impegno per incrementare i visitatori italiani e
locali. In questa direzione è andata l'adesione alla Card della
Regione, Abbonamento Musei Lombardia e Piemonte piuttosto che
iniziative rivolte alle famiglie a cui sono dedicate i laboratori per
bambini, Buongiorno Museo, Torneo al Museo e Brilla Museo (per i
piccolissimi) e/o percorsi di visita speciali da selezionare nella
App che si può scaricare gratuitamente. (Notizie fornite dal dottor
Sartorio)
Per
contatti: Ufficio Stampa
stampa@fondazionelascala.it
stampa@fondazionelascala.it