Una drammatica testimonianza di Nicolino Longo
Caro Angelo, siamo ancora sotto
attacco del vento siberico che si è abbattuto su San Nicola Arcella con una
forza di spinta forse superiore ai duecento chilometri orari. Una cosa del
genere questo borgo l’aveva subita nel 1982, quando ne scoperchiò un gran
numero di case, con sfondamento di un gran numero di finestre e balconi. Non
sappiamo cosa sia successo in paese. Strade, linee telefoniche ed elettriche
sono interrotte da ieri, quando il fortissimo vento si era presentato assieme
ad una fittissima nevicata fino a bassissima quota. Sappiamo solo di quanto sia
successo in collina: cavi elettrici tranciati in mezzo alla strada; linee
telefoniche fuori servizio, e centinaia di pini abbattuti lungo i tre
chilometri di salita che un mio nipote, reduce, ieri notte, da una cena fra
amici, ha dovuto farsi, assieme a moglie e bambina in braccio di 5 anni,
per
raggiungere casa, dove sono arrivati entrambi in uno stato fortemente apnoico. Io, solo, nella mia casetta ero andato in tachicardia, dopo che anche l’energia
elettrica mi era venuta a mancare a seguito del servizio telefonico.
Mia
moglie, che si trovava da mia sorella, a cui ha scoperchiato un tetto fatto con
tutti i crismi l’anno scorso, mi ha raggiunto grazie all’intervento di un
coraggiosissimo pastore del posto.
Altrimenti, non sarei riuscito neanche ad
accendermi il caminetto, nonostante tutta la legna presente, a causa
dell’affanno e della tachicardia appunto scaturita al pensiero che
nessun’autoambulanza, a causa del fortissimo vento, avrebbe potuto raggiungere
la cima della collina, in caso di bisogno. Una cosa veramente brutta. E ancora
non sappiamo, se non ci viene erogata la corrente cosa sia successo in paese,
come dicevo prima, né in Calabria, né nel resto della Penisola. Dammi tu
qualche informazione su questo aeromoto se hai seguito i telegiornali. Un abbraccio
da Nicolino.