di Ilaria,
Vito, Adamo
Snow time…
È un anno che non tocco la neve con le mie mani,
il natale è appena passato e sono finite tutte le cene con parenti e amici.
Sono felice di come si sia svolto questo periodo. Non è stato per nulla
semplice, ma la nostalgia non ha mai occupato troppo tempo.
Sono eccitata all'idea di tornare sugli sci. Sono
le sei di mattina e siamo già in macchina per andare sui monti. Joe guida,
Jared è seduto davanti. Niente genitori in questa giornata.
Musica rock e country da sottofondo, sono troppo
stanca e dopo poco sono già appisolata. Prosegue tutto perfettamente, fino a
quando sento la macchina fermarsi. Scendono Joe e Jared. Non vedo piste, solo
una grande strada innevata. Ancora un po' frastornata, realizzo che ho dormito
un sacco. Ormai c'è il sole nel cielo e siamo nel mezzo di un bosco innevato.
Sembra di stare a Narnia, è tutto così fiabesco e magico. Aprono il baule della
macchina, stanno mettendo le catene. Rientrano in macchina e: "Ila… Are
you good?”(Ila, sei brava?), Jared
inizia a incuriosirsi, "You bet boy!”(scommetti!).
Gli lancio la sfida. Scoppia a ridere e non ci crede. Gli racconto che scio sin
da quando sono piccola e che ho sempre seguito mio zio e mio papà nei fuori
pista. Mi chiamano piccolo diavolo.
Arriviamo e ci mettiamo pantaloni da sci,
cappelli e giacconi pesanti. Nonostante sia una giornata piena di sole, in cima
alla montagna tira vento gelido e fa freddo.
Siamo pronti. Tre snowboard e uno sci. Ci
mettiamo in fila per la prima seggiovia e optiamo per una pista abbastanza
semplice. Arrivati in cima Jared mi stuzzica per vedere quanto sono brava. Lo
ignoro e questa cosa lo sprona a darmi ancora più attenzioni. Joe sorride e ci
da il via. Mi lancio giù e inizio la discesa. Sentire il vento sulla pelle mentre a tutta velocità
scendo da quelle piste mi da una sensazione di libertà, come se fossi isolata
dal mondo e per un'istante ci fossi solo io e la mia adrenalina, è come se stessi volando. Sorrido quando lo vedo dietro di me.
Inizio le mie curve con gli sci paralleli e veloci. In tre minuti sono al punto
di partenza, mi fermo e aspetto con il sorriso. Joe arriva per secondo e urla
"Freak you are a pro!”(caspita, sei
una pro). Mi dice che Jared era caduto. Non smettiamo più di ridere mente
imita la sua caduta. Lo aspettiamo e quando arriva fa finta di inginocchiarsi e
mi prende la mano. Gli sorrido e gli dico di alzarsi. Andiamo a prendere la
seggiovia, ora sono i ragazzi che mi chiedono quale pista fare. Li ho in pugno,
decido per un'altra di riscaldamento, poi iniziamo con le piste serie.
Da little
devil il mio soprannome è appena cambiato in Pro. Ci divertiamo e continuiamo a sorridere e fare le nostre gare
tra snowboard e sci. Il vento ci taglia le labbra e non sentiamo più il naso,
ma ci stiamo divertendo troppo per dare conto a queste cose. Ci fermiamo solo
mezz'ora per il pranzo.
Dopo le 3pm, il sole stava incominciando a
scendere e il buio sorprendeva quella bellissima giornata di luce. Alle quattro
ci ritiriamo dalle piste e spossati andiamo a riconsegnare l'attrezzatura e a
cambiarci per rimetterci sulla strada di casa.
Le gambe mi fanno male e il freddo mi è entrato
nelle ossa. Mi metto anche la felpa di Jared e accendiamo l'aria calda.
Sia io che Jared ci addormentiamo; dormo benissimo e mi passa anche il freddo.
Ripenso a questa giornata con un sorriso enorme sulle labbra, mi sono divertita
e sono stata benissimo con i ragazzi.
Entriamo in casa tutti e tre e ci sdraiamo sul
divano. Raccontiamo le nostre avventure a Mom and Dad e poi andiamo a fare un
bagno in piscina per cercare di rilassarci.
Ilaria
***
Bordighera Meeting
"Inverno" Disegno di Adamo Calabrese |
L’agenzia YA ha organizzato a Bordighera
il meeting degli studenti in partenza per USA.
Ilaria ha
conosciuto due ragazze simpatiche durante il viaggio, Anna e Paola. Si siedono
in terza fila. Una ragazza, seduta vicino a Ilaria, la tocca dentro col gomito;
si gira, sorride in modo esagerato, sbatte le ciglia e apre una bocca larga
strisciata di rossetto viola, per chiedere… fumo.
- Ma che, non si può fumare - Ilaria sbotta con voce stizzosa. Le
gira le spalle per riprendere a chiacchierare con Anna e quella la tocca ancora
sulla spalla.
- Ce l’hai il
fumo, per stasera? Dicono che si va in discoteca e dai …
- Che vuoi da me?
- Mi serve il
fumo.
- Non fumo. Ma chi credi di essere? Lasciami
in pace. - Anna tenta di calmarla: Ilaria non alzare la voce, non fare
casino.
- E va bene, (si gira verso la stronza) la vuoi piantare di toccarmi. Niente fumo!
- Uh, uh! Che
modi, non sarai mica una dell’oratorio.
In quell’istante
entra il team YA, invitando ad applaudire, mentre parte la musica di “I like to
be in America”. Il lungo tavolo è fitto di gente: quelli dell’organizzazione e
ragazzi testimonials. Una raffica di parole: saluti (che palle!), avvisi, il
programma della giornata (stasera discoteca, urla di approvazione) e finalmente
qualche info sulle destinazioni. Poi una pioggia di raccomandazioni:
No smoking! Silenzio sbigottito. Le ragazze si
agitano sulle poltrone. Ilaria accosta la testa a quella di Paola, per loro non
ci sono problemi.
No drugs! Niente spinelli! Niente sostanze, né
leggere né pesanti. Mormorii indistinti nella sala. Ilaria finge di scivolare
col gomito sul bracciolo della poltroncina e tocca pesantemente quella stronza
che l’ha provocata. Lei si gira, si guardano negli occhi, lei assente e Ilaria
ripete: no drugs! Lei tira fuori la lingua.
No sex! È caduto un silenzio di piombo sull’assemblea. Dieci
secondi di assenza assoluta. La presidente se ne accorge e avvicinandosi al
microfono ripete: no sex. A quel
punto si alza un parlottio, crescente, che finisce in un soffio di urletti e di
risate a denti stretti.
I testimonials
fanno del loro meglio a tenerli su di giri e ci riescono bene.
I ragazzi
lasciano la sala delle conferenze avviluppati dalle note di “New York, New York”.
Ormai gli States
sono nel mirino.
Vito