di Antonio Mazzeo
Il
Condor degli ex militari golpisti argentini
lascia
le Ande per nidificare in Sicilia
Carlos Luis Malatto |
Deve
rispondere di gravissimi crimini contro l’umanità l’ex militare italo-argentino
Carlos Luis Malatto, immortalato in un video dai cronisti di Repubblica.it nel
rifugio dorato di Portorosa-Furnari, la località turistica della fascia
tirrenica della provincia di Messina già meta delle latitanze di boss di Cosa
Nostra del calibro di Bernardo Provenzano e Benedetto “Nitto” Santapaola.
Malatto, in particolare, è accusato di concorso nel sequestro, detenzione
illegale, omicidio e sparizione del corpo della studentessa ventiquattrenne
Marie Anne Erize, una delle vicende più brutali degli anni della dittatura dei
militari golpisti argentini. La donna, ex modella poi volontaria negli
sterminati barrios-miseria di Buenos Aires, fu sequestrata da tre militari la
mattina del 15 ottobre 1976 a San Juan, dove la giovane si era stabilita dopo
l’arresto del suo fidanzato Daniel Rabanal, un giovane studente aderente al
movimento peronista Montoneros. La ragazza fu condotta nel vecchio
complesso sportivo La Marquesitas della città di San Juan,
appositamente riconvertita in lager dall’esercito. Lì, stando alle prove
raccolte dai giudici argentini, Mari Anne Erize è stata assassinata dopo essere
stata vittima di inaudite torture e stupri. Al tempo del sequestro della
giovane studentessa, il tenente colonnello Carlos Luis Malatto era in forza
al Reggimento di Fanteria di Montagna (RIM 22) di San Juan; secondo gli
inquirenti sarebbe stata proprio la centrale d’intelligence di questo reparto
militare ad organizzare il sequestro, la detenzione e la sparizione di Mari
Anne Erize. Superiore gerarchico a San Juan era al tempo il noto
torturatore Jorge Antonio Olivera, il 4 luglio
2013 condannato all’ergastolo dal Tribunale criminale federale
argentino per più di 50 reati commessi negli anni della dittatura militare. La
condivisione delle strategie criminali tra i due ufficiali era così stretta che
i prigionieri politici li identificarono entrambi con lo stesso pseudonimo, Malavera,
derivante dalla fusione dei cognomi di Carlos Luis Malatto e Jorge Antonio
Olivera. Anche Olivera trovò rifugio in Italia dopo l’emissione del mandato di
cattura nei suoi confronti, ma come accaduto con Malatto, le autorità del
nostro paese hanno negato l’estradizione. Indossata la toga di avvocato Olivera
ha difeso processualmente il boia delle Fosse Ardeatine Erich Priebke;
dopo la simbolica condanna a 15 anni (poi ridotti a 5), l’ex ufficiale
nazista scontò parte della pena proprio in un appartamento romano di proprietà
dell’ex ufficiale argentino. La contiguità Malatto-Olivera è confermata
pure dalla scelta dello stesso legale difensore, il prof. Mario Sinagra,
originario di Catania ed ex ufficiale dell’Aeronautica militare, affiliato alla
loggia massonica P2 del venerabile Licio Gelli (di quest’ultimo lo stesso
Sinagra è stato difensore) e candidato alle ultime elezioni politiche
ed europee con la lista neofascista di CasaPound. Secondo l’ex magistrato
Carlo Palermo, già in forza alle Procure di Trento e Trapani per complesse
inchieste su traffici di armi internazionali e la connection servizi
segreti-mafia, l’avv. Augusto Sinagra avrebbe frequentato “in rappresentanza di
Licio Gelli” il sedicente Centro studi Salvatore Scontrino di
Trapani al cui interno si nascondevano numerose logge massoniche a cui
sarebbero stati affiliati anche personaggi legati alla criminalità organizzata,
ai servizi segreti e alla struttura paramilitare Gladio. Al processo sulle
attività del Centro studi, il maestro responsabile Giovanni
Grimaudo (ex prete, poi docente di filosofia) ha ammesso i suoi incontri con
Sinagra. Ad affiancare l’avvocato catanese nella difesa dell’ex ufficiale Jorge
Antonio Olivera, c’era - sino alla sua morte avvenuta nel gennaio 2010 -
pure l’avv. Marcantonio Bezicheri, già candidato a sindaco di Trieste e Bologna con l’organizzazione di
estrema destra Msi-Fiamma Tricolore e difensore di numerosi imputati
neofascisti indagati in processi per stragi: tra essi il più noto è Franco
Freda, ma ci sono pure Marco Maria Maggi (assolto per la strage di Piazza
Fontana a Milano), Massimiliano Fachini e Sergio Picciafuoco (assolti per la
strage alla stazione di Bologna). Era già accaduto in passato, ma
l’odierna scoperta del villino di Portorosa affittato per i bagni estivi e le
gite in barca alle Eolie dell’ennesimo criminale-impunito latinoamericano,
offre tutta l’impressione che il famelico Plan Condor dagli artigli
insanguinati abbia lasciato le Ande per nidificare in Sicilia, sotto la
protezione della sempreviva rete di neofascisti, massoni deviati, servizi
segreti ed apparati vari dello Stato e - per la location - forse pure dei
leader storici della criminalità mafiosa barcellonese.