LA DEMENZA SENILE DELL’OCCIDENTE
di Luigi Mazzella
Chi nega la tesi spengleriana sul “tramonto” inevitabile e la mia teoria sul “cancro” da cui la parte di mondo da noi abitata sarebbe affetta (id est: una mentalità contrassegnata da credenze religiose e/o da utopie politiche fortemente e negativamente condizionanti del pensiero che, per l’effetto, non può mai essere considerato né libero né razionale) dovrebbe almeno ammettere che, dopo oltre duemila anni di vita (peraltro agitata e non tranquilla), l’Occidente cominci a dare segni di demenza senile.
Vediamone qualche esempio:
1) Intoccabilità dell’Europa.
Varie voci di Autorità, anche importanti
dell’Unione Europea, hanno stentoreamente detto e ripetono con frequenza:
“l’Ucraina non si tocca perché è Europa” senza aggiungere che anche la Russia
lo è e senza ricordare che le guerre tra Paesi Europei (sante o laiche che
fossero) raccontate nei libri di Storia sono state veramente tante e
terribilmente durature e mai esecrate con parole di condanna. Certo: il dubbio
che più che di demenza senile si tratti di ignoranza crassa è più che lecito
con la classe politica che l’Occidente si ritrova (per noi Italiani, il ricordo
delle gaffes geografiche di Luigi Di Maio, plurincaricato nel Governo è
indelebile). Lo stesso dubbio può aversi per il secondo esempio che riguarda un
argomento, per me scontato, ma che ho motivo di ritenere di difficile
condivisione da parte di fideisti e fanatici delle due ideologie di pari e
simile assolutismo e di uguale inflessibile “buonismo” di sentimenti.
2) L’integrazione degli
immigrati.
Leggendo i libri di Storia, si
apprende che il problema in Occidente non esisteva prima che ebrei e cristiani
emigrassero nei territori dell’impero romano.
Dalla lettura di un interessante libro
di uno studioso inglese Tom Holland: Pax, guerra e pace nell’età
dell’oro di Roma, Mondadori editore, si desume chiaramente che
nell’Urbe precristiana l’accettazione senza remore e limiti di chi non era
originario di Roma era la norma. Essa
è considerata da Plinio il Vecchio, originario di Como, come un segno
inconfondibile del ruolo civilizzatore dell’Italia. Pochi decenni dopo di
lui, Traiano e Adriano,entrambi ispanici, divennero imperatori. La
visione di quegli uomini “liberi” si estendeva anche agli Dei e alle Dee da
essi creati: divinità di altri Paesi e parti del mondo entravano “senza passaporto”
nell’Olimpo, situato per giunta sulla Terra e facilmente accessibile anche
senza l’aiuto dei razzi (oggi cari a Elon Musk). È
allora molto verosimile che il rifiuto di integrazione sia attribuibile alla
religione cattolica che, come quella ebraica, vedeva negli infedeli
(islamici e altri popoli barbari) i nemici di Dio da annientare e
distruggere. Non a caso, nel Medio Evo i Saraceni (al grido d’allarme
degli Italiani del tempo di: mamma, li Turchi!) erano accolti con il versamento
di olio bollente dalle finestre di case costruite, non a caso, in modo da
formare stretti vicoli. E il versamento era opera anche di rappresentanti
del gentil sesso: pie e devote fedeli del Signore. Oggi
il vento, sulla base delle attività di navi ONG volute e probabilmente sorrette
e finanziate dai Democratici Statunitensi per destabilizzare i Paesi Europei, è
cambiato. E quegli stessi credenti nelle verità assolute che imponevano di
“bandire” gli immigrati, oggi, in nome del connubio Cristo-Marx (peraltro smentito
da Papa Francesco in un’intervista) hanno fatto un clamoroso “dietro-front”, e sono
diventati alfieri di quell’integrazione un tempo odiata.
3) La politica come casa di vetro.
Non so se Trump abbia mai letto le
“tirate” di Norberto Bobbio ma sull’insidia dei poteri occulti ne doveva sapere
certamente più di lui, per esperienza diretta e personale nel suo precedente
mandato presidenziale. Certamente da Bobbio e dalla sinistra mondiale Donald ha
mutuato l’idea della “Politica come casa di vetro” e, credendo verosimilmente
di far cosa buona e saggia, ha voluto rendere “visibile” il potere
esercitato nelle stanze ad hoc (invitando nella stanza ovale della Casa Bianca
tra alte autorità statunitensi in cravatta e abito scuro uno Zelensky che
si è presentato all’incontro “di vertice” nella consueta “polo” da lui
supponentemente considerata “la sua divisa di guerra”). Apriti
cielo! Come, di consueto, l’Occidente europeo, legato a filo doppio al Partito
Democratico di Biden e degli Obama, cambiando idea in nome di asseriti ben
altri e apoditticamente pretesi “alti principi”, è insorto con
veemenza. Sotto il profilo medico, c’è chi ritiene che alla demenza senile
e alle punte rabbiose che può raggiungere, non c’è rimedio.