di Laura Tussi* e Fabrizio Cracolici*
Il volume dal titolo "David
Maria Turoldo, il Resistente", a cura di Guerino Dalola, in
collaborazione con Donatella Rocco, Antonio Santini, Mino Facchetti, Pierino
Massetti, Gian Franco Campodonico (pagg. 112, 2009, Ed. Anpi Franciacorta),
consiste in un importante saggio autoprodotto con il patrocinio di vari enti e
associazioni, tra cui la Città di Chiari, il Comune di Coccaglio, il Comune di
Cologne, i Servi di Maria - provincia di Lombardia e Veneto e l’associazione
Gervasio Pagani.
Padre David Maria Turoldo è un frate morto nel 1992.
Su padre David Maria Turoldo, che fu poeta, filosofo, sacerdote, autore,
traduttore, fondatore di riviste e giornali, sono stati pubblicati centinaia di
libri e documenti, ma senza dare ampia notizia sulla sua partecipazione alla
Resistenza del 1943-45 contro il nazifascismo. Padre David Maria Turoldo è
stato un grande Resistente a Milano, ma era in contatto anche con la Resistenza
bresciana, soprattutto nella zona della Franciacorta.
Secondo Turoldo la figura del Partigiano riveste
certamente una eccezionale e fondamentale importanza, ma in uno specifico
momento e in una determinata situazione. Invece, sempre secondo Turoldo, essere
Resistente è una scelta di vita che non può verificarsi solo in un determinato
tempo e in uno spazio contingente. La Resistenza, i Resistenti attuano un
impegno quotidiano, da realizzarsi nel percorso di ogni giorno, senza
distrazioni, nel corso di una intera esistenza. La liberazione autentica
dell’umanità, oltre che dal nazifascismo e dalle dittature, richiede una
militanza, una acribia nel tempo, un impegno molto più profondo sul piano
culturale, relazionale, politico, sociale, familiare. L’impegno del Resistente
non ha fine e scadenze, perché la libertà non si rinnova da sola, ma deve
essere sempre riconquistata con l'impegno di ognuno di noi.
Infatti la Resistenza non è mai finita.
Turoldo non ha mai voluto schierarsi con nessun
partito politico, perché, lui stesso spiegherà, la libertà, la costruzione di
un mondo migliore, i diritti delle persone, la solidarietà, il progresso
alternativo che non è tale se non è per tutti, il soccorso a chi vive
nell’indigenza, a chi vive nelle difficoltà, a chi vive nel bisogno, il
rispetto di tutte le fedi politiche e religiose, non sono istanze appartenenti
all’uno o all’altro schieramento partitico, ma sono valori appartenenti alla
nostra comune umanità.
Per il Resistente il vero campo di lotta è la
normalità, la testimonianza, non solo con le parole, ma con esempi di vita. Il
Resistente non è solo antifascista.
La vera scelta del Resistente è un’alternativa totale,
a favore di una società, di un contesto sociale, completamente diversi, per una
nuova presente e futura umanità, perché la pace non è solo mancanza di guerra,
ma è nonviolenza, è costruzione di convivenza solidale e fraterna.
Le esperienze di Turoldo furono molteplici come
Partigiano in una delle vicende più importanti della sua vita: la Resistenza.
Ma le fonti storiche non danno ricostruzione storiografica editata di ampio
respiro di padre Turoldo per la sua attività nella lotta di Liberazione
nazionale e per il contributo notevole che ha offerto nella ricostruzione
morale e materiale del nostro Paese. "Una lacuna nella storia del pensiero
democratico e antifascista di impronta cattolica alla quale bisognerebbe
pensare di porre rimedio", così scrive Aldo Aniasi, comandante partigiano,
assessore e sindaco di Milano, deputato e ministro socialista e presidente
della FIAP federazione italiana associazioni partigiane. Scrive sempre Aldo Aniasi,
che come uomo della Resistenza padre Turoldo privilegiò sempre una scelta
unitaria, lo spirito unitario della Resistenza, lo spirito dell'unità
antifascista. Intrattenne rapporti con comunisti, socialisti, azionisti e
incontrava personaggi come Eugenio Curiel, Rossana Rossanda e altri importanti
dirigenti della sinistra.
Uno dei risultati più significativi dell’intero lavoro
di confronto e dialogo realizzato nel convento di San Carlo a Milano per
iniziativa di padre Turoldo e padre De Piaz è la nascita e la diffusione -
soprattutto da parte di Teresio Olivelli, Claudio Sartori ed altri
collaboratori bresciani - del giornale clandestino antifascista "Il
ribelle". Anche la predicazione in Duomo su incarico del Cardinale
Schuster diventa espressione della Resistenza di padre Turoldo. Appena dopo la Liberazione
del 25 Aprile 1945, saranno ventinove i Lager visitati da padre Turoldo alla
ricerca di sopravvissuti e riuscirà a riportare in salvo a casa circa duecento
prigionieri. Scrive Turoldo "Una sola possibilità affinché non si ripeta
quanto è avvenuto: ricordare e capire, far ricordare e far capire… Così ho
visto la sola Europa possibile, quella della solidarietà dei
sopravvissuti".
Scrive Ernesto Balducci "Il grande dono di David
è di essere nato povero, in mezzo ai poveri, agli ultimi… David è rimasto un
povero. I poveri sono fuori del perimetro della storia".
In occasione degli appositi referendum, padre Turoldo
vota contro l’abrogazione del divorzio e dell’aborto, perché i principi
religiosi non possono essere imposti a chi non crede: la religione va spiegata
e proposta, mai imposta con una legge. Nella primavera del 1978, padre Turoldo,
insieme al confratello De Piaz, avvia una trattativa con le Brigate Rosse, per
la liberazione di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana.
L'iniziativa a cui partecipa anche il vescovo di Ivrea monsignor Luigi
Bettazzi, presidente di Pax Christi, viene bloccata dall'opposizione delle
autorità ecclesiastiche.
La Corsia dei Servi e Nomadelfia furono le iniziative più
care sia a Turoldo sia a padre De Piaz, basate su concetti di primaria
importanza: tanto la fede che le scelte politiche diventano operative e
efficaci solo nell’ambito di una cultura che permetta di uscire dall’inerzia di
una fede accolta solo per tradizione e pregiudizio, per tentare invece una
rigenerazione dalla vera cultura con maggior impulso possibile.
Invitato a un congresso sul disarmo nel febbraio 1978,
Turoldo ebbe l’occasione di incontrare Carlo Cassola, che lo invitò al convegno
nazionale della LDU- Lega per il Disarmo Unilaterale. Gli aderenti attuali
della Lega per il Disarmo Unilaterale sotto la sigla "Disarmisti
Esigenti" stanno lavorando all’interno della campagna ICAN - International Campaign to Abolish Nuclear
Weapons e con molte altre associazioni del panorama italiano
affiliate a ICAN, tra cui anche PeaceLink- Telematica per la Pace, alla
ratifica del trattato ONU, il TPAN, per la proibizione delle armi nucleari,
varato a New York a palazzo di vetro nel luglio 2017 da 122 nazioni e dalla
società civile organizzata in ICAN.
ICAN grazie alla costituzione del trattato Onu per
l’abolizione delle armi nucleari è stata insignita Premio Nobel per la Pace
2017.
E poi ricordiamo la Salmodia della Speranza che
attraversa la drammatica esperienza dell’Europa prima e durante la Seconda
Guerra Mondiale: il trionfo dei dittatori, il nazismo, il fascismo, il
razzismo, i grandi massacri, i lager, Hiroshima
e Nagasaki, la Resistenza. Per una Chiesa che accoglie i diversi, gli
emarginati, gli oppressi, gli ultimi, le vittime di cui tutti siamo parte nel
contesto sociale, comunitario, culturale e nel mondo, nel terribile deserto
della sopraffazione e della violenza dove tante voci chiedono libertà,
giustizia e verità per tutti quegli innocenti che ancora nascono solo per morire.
*PeaceLink,
Campagna "Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN"
* ANPI sezione Emilio Bacio Capuzzo Nova Milanese
(Monza e Brianza