di
Tomaso Kemeny
Una nuova raccolta di racconti di Gaccione
La
narrazione cronachistica, in questo libro considerevole, si dipana per un
mosaico di quindici racconti che finiscono per formare momenti memorabili,
nonché tremendi, della storia di Roccabruna. La scrittura di Angelo Gaccione
assume le dimensioni di una narrazione storica quando gli eventi vengono
focalizzati attraverso la prospettiva di un narratore onnisciente, come
avviene, per esempio, per il racconto “L’incendio di Roccabruna”, racconto che
fornisce anche il titolo alla serie dei testi. Assume, invece, le condizioni di
un racconto riferito quando la focalizzazione risulta esterna, come si nota in
“I giustizieri” e “Il sacrilegio”.
Il
narratore offre la sua voce all’autore nel caso di “Il documento rubato”,
essendo il testo a lui ispirato da altri scritti, come da “Animali delinquenti
(1892)”.
Il
variare del punto di vista narrativo non implica variazioni della dominante “terrifica”:
si evocano decapitazioni, prepotenze, fattorie incendiate, animali avvelenati,
persone scorticate vive, sacrilegi di anarchici rivoltosi, faide mortali tra
famiglie gentilizie, la bramosia di prìncipi, stragi di roccabrunesi, ribelli
segati in due, angioini e aragonesi nello sfruttare le terre calabresi,
tradimenti, delitti dettati dalla gelosia.
I
roccabrunesi morivano di fame sia sotto i feudatari borbonici che sotto i contro-feudatari
giacobini. La serie delle violenze perpetrate dai potenti, le vendette degli
sfruttati, finisce per raffigurare un panorama terrifico. Nulla pare più impossibile
che amare generosamente e comportarsi civilmente in questo circo infernale.
Dalle
focalizzazioni del narratore s’irradiano raggi di pura lucidità tragica in
pagine simili a un caleidoscopio fondato su interminate trasgressioni contro la
dignità umana. Dalle parole di Angelo Gaccione tutto ciò che non è avvilente
pare falso, vale a dire letteratura.
Questo
libro evoca il vuoto morale che abita gli uomini: qui castelli e tuguri emanano
lo stesso odore di pompe funebri. Pare di vedere le labbra del narratore
tremare di sdegno nell’evocare la condizione umana, forse non solo a
Roccabruna, in Calabria. A meno che non si interpreti, la potente evocazione di
fatti storicamente avvenuti o inventati, come la trascrizione di un sogno nero,
di un incubo frenetico.
Angelo
Gaccione
L’incendio
di Roccabruna
Di
Felice Edizioni 2019
Pagg.
128 € 12,00