GUERRE E PACE.
di Giovanni Bonomo*
Una legge nazionale per ricordare
e una ricorrenza annuale per
mobilitare le coscienze
O l’umanità
distruggerà gli armamenti o gli armamenti distruggeranno l’umanità. Ormai il
mix tra la tecnologia attuale e l’aggressività dell’essere umano rappresenta
una vera minaccia per l’umanità. Si è celebrata, in data 9 febbraio 2018, la
prima “Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel
mondo” presso l’Hotel Cavalieri di Milano, organizzata dalla ANVCG Associazione
Nazionale Vittime Civili di Guerra sez. di Milano e Lombardia, di cui è
presidente Rossana Mondoni, che è stata anche la moderatrice di questo convegno
intitolato “Guerre e Pace”. Intellettuali
di spessore e figure istituzionali tra i partecipanti, in primo luogo i
relatori: Giuseppe Castronovo, Marco Cuzzi, Giorgio Galli, Luciano Garibaldi,
la stessa Rossana Mondoni, Nicola Walter Palmieri, Tito Lucilio Sidari, Carmelo
Giuseppe Tribunale. Gli studenti del gruppo di lavoro del Liceo classico
Manzoni per il concorso ANVCG hanno presentato il cortometraggio “La vita è un
capolavoro, la guerra un folle salto nel buio”. Dicevo che è stata la prima, e
non poteva che essere così, dato che la legge istitutiva di tale giornata
nazionale è dell’anno scorso (legge 25 gennaio 2017 n. 9 “Istituzione della
giornata nazionale delle vittime civile delle guerre e dei conflitti del
mondo”), con un titolo che riprende quello dell’associazione, istituita nel
1947 come ente morale, ampliandone la portata con l’aggiunta “dei conflitti del
mondo”. E proprio dei conflitti del mondo si è parlato nel convegno, mettendo
in luce che la nozione di “guerra”, come usata nei trattati internazionali e
nella nostra Costituzione, e così anche di “difesa nazionale”, è ormai divenuta
riduttiva nello scenario attuale di conflitti che chiunque, avvalendosi della
tecnologia di questo secolo, è in grado di creare. Basti pensare alla
imprevedibilità degli atti di terrorismo: non c’è più allora la distinzione tra
vittima civile e vittima militare perché tutti siamo potenziali vittime. Non
illudiamoci che, se ora viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese
e dell’Europa, a differenza di tanti altri luoghi nel mondo meno fortunati, non
siamo esposti anche noi a questo pericolo di annientamento, come è stato detto,
tra l’altro, dal nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel
discorso di fine anno 2017. Il 27 marzo
2017 sono iniziati all’ONU i lavori per la scrittura e l’approvazione di un
Trattato per la messa al bando delle armi nucleari. Il governo italiano votò
contro l’apertura dei lavori nell’autunno 2016. Valga quindi come resipiscenza
questa nuova legge dello scorso anno che istituisce la ricorrenza, il 1°
febbraio, di questa giornata annuale delle vittime dei conflitti del
mondo. Io spero che, dopo la
celebrazione del 60° anniversario dell’Unione Europea, l’Europa si renda ora
coerente con i suoi trattati fondativi e sappia valorizzare il premio Nobel per
la pace che le è stato assegnato nel 2012. Vorrei anche dire che lo stato di
guerriglia permanente e la conseguente miseria
in cui si trovano certe nazioni, di cui fanno le spese i più innocenti,
donne e bambini, ha provocato inarrestabili flussi migratori, di cui risentiamo
gli effetti nefasti in Europa e soprattutto nella nostra amata nazione. Come
non si può non mobilitare le coscienze contro ogni conflitto che porti a tali
tragedie umane? Quale altra soluzione se non il disarmo totale e
incondizionato? Lo storico Marco Cuzzi, tra i relatori al convegno, ha usato
l’espressione “guerra totale” il cui scopo diventa l’annientamento dell’altro,
che viene demonizzato e contro il quale si può fare qualsiasi cosa senza alcuno
scrupolo morale e al di là di ogni principio umanitario. Ma come non si può non
riflettere allora su ciò che abbiamo conquistato con grandi sacrifici anche di
vite umane: la libertà, la democrazia, i diritti, la pace, valori essenziali
dello Stato di diritto. Lo scenario che ora il mondo ci offre rende quanto mai
attuale e urgente la celebre frase che Einstein disse nel 1955, nel pieno della
corsa agli armamenti tra USA e URSS: O l’umanità distruggerà gli armamenti o
gli armamenti distruggeranno l’umanità. Ma vorrei ripetere anche ciò che ha
recentemente affermato il più noto scienziato contemporaneo, Richard Hawkins:
il mix tra la tecnologia attuale e l’aggressività dell’essere umano può
rappresentare una vera minaccia per l’umanità. Una conclusiva riflessione: la
sede del convegno, l’Hotel Cavalieri di piazza Missori, è la stessa della
storica conferenza con dibattito sul tema del disarmo avvenuta il 14 febbraio
1978 con Angelo Gaccione, Carlo Cassola e David Maria Turoldo. Fu proprio lo
scrittore Cassola il più tenace assertore del disarmo totale, tra ostilità
varie anche da parte della critica letteraria, proprio perché l’opera cui
teneva di più, che resta incompiuta, non era un romanzo. Angelo Gaccione, da me
subito chiamato a partecipare al convegno di ieri, che con Cassola fondò a
Firenze nel 1978 la Lega per il disarmo dell’Italia, ha pubblicato lo scorso
anno con l’editore Tra le righe “Cassola
e il disarmo. La letteratura non basta. Lettere
a Gaccione 1977-1984” e ricorda la scomoda posizione dello scrittore nel
difficile clima della guerra fredda. Nella significativa intervista in
https://altreconomia.it/cassola-disarmista in occasione del trentennio della
morte dello scrittore, Angelo Gaccione ci ricorda con quale tenacia Cassola
voleva sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi di una guerra nucleare e
la conseguente scomparsa della vita umana sulla Terra. Restiamo tutti in attesa
della pubblicazione, a cura dell’ANVCG di Milano, degli interventi dei
relatori, sperando che si possa già vedere su YouTube la registrazione di ogni
singolo contributo.
[* Centro Culturale Candide]