ANNULLARE I
DERIVATI SI PUÒ
di Marco Bersani*
Marco Bersani |
Una sentenza della
Commissione Europea permette a singoli cittadini, imprese ed enti pubblici di
chiudere tutti i contratti, stipulati tra il 2005 e il 2008, di mutuo, prestiti
e derivati, che avevano, nel contratto, un tasso variabile legato all'Euribor, riconoscendo
agli stessi il diritto al risarcimento.
La
sentenza
(http://ec.europa.eu/competition/antitrust/cases/dec_docs/39914/39914_8021_6.pdf)
è il “caso AT 39914” del 3 dicembre 2013, pubblicata dalla Commissione Europea
solo a fine 2016 (!), ma ormai interamente operativa e attivabile da qualsiasi
soggetto coinvolto.
La sentenza si basa su
due elementi:
a) il primo è relativo
all'indeterminatezza del tasso quando il parametro di riferimento preso è
l'Euribor (un tasso inteso a riflettere il costo dei prestiti interbancari in
euro); in questo caso, rileva la sentenza, i parametri atti ad individuare il
tasso variabile sono scarsamente intelligibili, poiché nella clausola è
prevista una serie di rinvii concatenati a valori anche di valute estere in astratto
recuperabili, ma tali da non rendere immediatamente reperibili e via via
verificabili i dati.
L'incertezza
della clausola di determinazione degli interessi in un contratto di mutuo
determina la nullità della clausola stessa (art. 117 T.U.B.);
b) il secondo è relativo
all'intesa restrittiva della concorrenza, operata da un cartello tra le
principali banche europee, con lo scopo di manipolare, a proprio vantaggio, il
corso dell'Euribor; vicenda che si è chiusa con la condanna di 4 tra le più
note banche europee (Barclays, Deutsche Bank, Royal Bank of Scotland e Société
Générale) al pagamento di una multa pari a 1,7 mld ed il conseguente diritto
tangibile al risarcimento dell'utente finale per indeterminatezza e
manipolazione del tasso.
La
sentenza riguarda il 100% dei contratti di mutuo ipotecario e fondiario a tasso
variabile, ma riguarda anche il 100% dei contratti derivati sul tasso (interest
rate swap= IRS), in quanto atti il cui tasso di riferimento è nel 100% dei casi
l’Euribor, stipulati da famiglie, imprese ed enti locali italiani con banche
commerciali, sia italiane che estere operanti in Italia.
Gli
enti locali italiani possono in sostanza ora ottenere il risarcimento integrale
di tutti gli interessi e flussi negativi su derivati che si sono visti
addebitare relativamente a tali contratti nel periodo che va dal 2005 al 2008. La
Sentenza, essendo stata emessa dalla Commissione Europea, ha potere vincolante
sul Giudice competente nazionale, che, pertanto, è chiamato ad uniformarsi,
diversamente sanzionabile a seguito di apposita istanza al Presidente del
Tribunale competente, al Consiglio/organismo della Magistratura nazionale o
alla Corte di Giustizia UE.
Alcune riflessioni sono
decisamente necessarie.
Va
innanzitutto sottolineata la subalternità della Commissione Europea allo
strapotere del sistema bancario che, se pur condannato, ottiene la non
pubblicazione di una sentenza a proprio sfavore per oltre 3 anni (!).
Ma
altrettanto severamente va giudicata la condotta degli enti locali che, a distanza
di oltre 4 anni dalla sentenza e di oltre 1 anno dalla sua pubblicazione, non
hanno ancora agito di conseguenza, tutelando la propria funzione pubblica e
sociale, le comunità territoriali amministrate e la ricchezza collettiva
prodotta.
Gli
anni 2005-2008 costituiscono il periodo di massima dimensione della stipula di
contratti derivati da parte degli Enti Locali, il cui apice è stato raggiunto
nel 2007 con 796 enti interessati e 1.331 contratti sottoscritti dal valore
nozionale iniziale di 37,042 miliardi di euro.
Fu
proprio l'espansione senza controllo dei derivati a far decidere nel 2008 (art.
62, D.Lgs. n. 112/2008) la sospensione temporanea all'attività in derivati di
regioni ed enti locali (poi divenuta definitiva con la Legge di stabilità 2014).
Siamo dunque di fronte a una massiccia e criminale sottrazione di ricchezza
alle comunità locali, operata dalle banche con la complicità, ingenua o
consapevole, degli amministratori.
Ora
nessuno potrà più dire “Io non lo sapevo”.
Per
questo i movimenti in lotta per i diritti sociali e per la riappropriazione dei
beni comuni e i comitati per l'audit sul debito locale devono immediatamente
aprire un conflitto dentro ogni territorio e città rivendicando:
a) la pubblicizzazione di
tutti i contratti derivati e di tutti i mutui sottoscritti nel periodo
2005-2008;
b) l'annullamento dei
medesimi contratti derivati, con conseguente risarcimento collettivo degli
interessi negativi pagati;
c) la revisione al ribasso
dei tassi d'interesse su tutti i mutui contratti nel periodo sopra indicato,
con conseguente risarcimento della quota sovrastimata pagata;
d) la sospensione del
pagamento degli interessi su tutti i mutui e i derivati, fino alla definizione
di quanto sopra indicato;
e) la pressante richiesta
all'ANCI di farsi carico dell'iter legale per il riconoscimento di quanto
dovuto.
Come
si vede, i soldi ci sono. Sono solo finiti nelle mani sbagliate e si tratta di
riappropriarsene collettivamente.
[*Attac Italia]