UNO SPUNTO DI
RIFLESSIONE SUL QUADRO POLITICO
di Franco Astengo
Roberto Fico |
Dopo l’elezione dei
Presidenti dei due rami del Parlamento si può aprire un punto di riflessione
attorno ad un elemento che è parso poco valutato dagli analisti. La doppia
elezione si è verificata attraverso la composizione delle Camere così come
determinata dall’esito di elezioni che sono state giustamente giudicate come
“critiche” e foriere di un complessivo riallineamento del sistema politico
italiano.
Si
è verificata, attraverso l’espressione del voto, una forte torsione a favore di
chi ha lanciato slogan assolutamente distruttivi rispetto al recente passato e
verso la collocazione europeista mantenuta dai precedenti governi e che è stata
sonoramente bocciata da elettrici ed elettori.
A
questo punto si può aprire un punto di riflessione attorno ad un elemento che è
parso poco valutato dagli analisti. Senza voler preventivare nulla al riguardo
della prospettiva di governo la valutazione che, infatti, può essere sviluppata
proprio nell’occasione delle elezioni dei Presidenti di Camera e Senato ci
indica che la scelta riguardante la seconda carica dello Stato (presidenza del
Senato) indica una figura che ancora di nuovo e sempre il nostro sistema alla
situazione del 1994.
Il
nostro sistema politico appare infatti ancora saldamente connesso al gigantesco
conflitto d’interessi che collega direttamente il sistema stesso all’azienda
privata dominante nel campo della comunicazione televisiva (posizione dominante
del resto confermata da un referendum popolare svoltosi nel 1995).
La
difesa della quotazione in borsa di Mediaset e del patrimonio personale del suo
proprietario, oltre alla disponibilità della stessa azienda di trasmettere tre
canali televisivi generalisti con relativi TG, notiziari, talk show,
trasmissione di approfondimento rimangono gli elementi centrali sui quali si
misura ancora come sempre nel corso degli ultimi 25 anni l’intero sistema
politico.
Se
questo è il “nuovo che avanza” portatoci in dote dall’affermazione di M5S e
Lega auguriamoci che qualcuno ci salvi da un non meglio precisato (ma promesso
dai rodomonti da campagna elettorale) “ritorno al futuro”. Fermato con il voto
del 4 dicembre 2016 il tentativo svolto dal fu PD (R) di destabilizzare
definitivamente il quadro costituzionale, nuovi ed eterni pericoli si addensano
sulla nostra democrazia, che vorremmo resistenziale e repubblicana e che appare
ancora in pericolo preda di convulsioni irrazionali che sembrano condurre alla
fine ad una sorta di “attrazione finale” verso il vecchio “dominus” capace di
dispensare a larghe mani iniezioni gratuite di anestesia sociale.