L'amore per la
cultura e la straordinaria curiosità
intellettuale di
Attilio Mangano
di
Franco Toscani
Una costante della vita e
dell’ attività intellettuale di Attilio Mangano è stata quella del "fare
gruppo", la ricerca continua di fondare riviste o, comunque, luoghi e
spazi di dibattito culturale, di approfondimento, di dialogo e discussione
teorica. Era anche la ricerca insistente di interlocutori, di collaboratori e
amici con cui tentava sempre di costruire uno scambio culturale serio, una
comunanza di dialogo libero e franco,
rispettoso e leale.
Tra
la fine degli anni Novanta e i primi anni del Duemila, con un impegno
quotidiano indefesso, collabora come organizzatore
culturale con l'amico Ermanno Tritto nella
gestione della presentazione di libri ed eventi culturali presso la libreria
"Tikkun" di Milano. A causa dell'isolamento politico e della
oggettiva riduzione degli spazi di azione politica diretta, la militanza di
Mangano si gioca ora sul terreno più squisitamente culturale, nella
collaborazione e nel rapporto costante con studiosi, intellettuali e amici.
Mi scriveva a questo proposito in una lettera del 17 maggio
1997: "Forse in questo gusto del quasi appartarsi, dello scegliere poche
ma preziose compagnie, ricche e riservate affinità elettive, sta per entrambi
un gusto di vivere con discrezione estetica, sapendo scegliere di sé stessi e
del mondo il lato coinvolgente, anche se di piccolo cabotaggio. Rimanere amici
e ritrovarsi, saper trovare la parola che serve, camminare eretti insomma, è
importante. Non so se sia la pena dell'invecchiare che ci fa più esperti e
pieni di disincanto, ma ci fa anche sorridere, io so per certo che ho scoperto
sulla mia pelle tutta l'importanza dello star soli, dell'indipendenza di
pensiero, del tirarsi fuori dal coro: so che ci si continua a capire anche
così".
In questo periodo, parlando della "solitudine teorica e politica" di Emilio Agazzi (allora da
poco scomparso) e ricordandone la limpida figura di marxista critico, libero e
antidogmatico, in riferimento a una pubblicazione accademica a lui dedicata,
scrive con parole che poteva per tanti aspetti riferire anche a sé stesso:
"Chi, come me, ha avuto anzitutto con Agazzi un sodalizio teorico di tipo militante, come si usava dire, avrebbe
gradito di più che fosse stata la sinistra italiana vecchia e nuova a
ricordarlo alle nuove generazioni e ritiene francamente indecoroso che ciò non
sia accaduto. Ma anche questa solitudine
teorica e politica di Agazzi va riconosciuta e analizzata nel suo significato e
nel suo contesto per capire ancora oggi le difficoltà e gli imbarazzi, le
reticenze e le cautele, con cui la sinistra si trova ad affrontare il suo
caso" (A. Mangano, Per Emilio Agazzi,
"Movimenti/Storia. Bollettino di memoria e documentazione sui movimenti e
la soggettività sociale", n. 1, gennaio-febbraio 1997, pp. 1-2. Il testo a
cui si riferisce qui Mangano è AA. VV., L'impegno
della ragione. Per Emilio Agazzi, a cura di M. Cingoli, M. Calloni e A.
Ferraro, Unicopli, Milano 1994).
Per combattere questa crescente solitudine, all'inizio degli
anni Duemila Mangano avvia poi via web una intensa attività
pubblicistica (che negli ultimi anni si svolge quasi completamente on line),
con la creazione prima di un blog e poi di un sito dal titolo
"Intellettuali Storia", in cui storia, sociologia, saggistica politica,
immaginario, poesia, letteratura, antropologia filosofica sono presenti a vario
titolo, a conferma della molteplicità delle linee di ricerca che caratterizzano
il suo lavoro.
Ogni giorno Mangano preparava con grande accuratezza e dispendio
di tempo una pagina culturale che inviava via Internet ad amici e conoscenti,
fornendo innumerevoli stimoli culturali e spunti per approfondimenti,
dibattiti, discussioni, ricerche ulteriori che non si stancava mai di proporre.
Era un'attività solitaria, caratterizzata da un forte ripiegamento individuale,
alla quale era costretto dall'isolamento politico, dagli acciacchi fisici e
dall'invecchiamento, ma in cui il suo immaginario
e la sua insaziabile curiosità
intellettuale trovavano comunque espressione: "La sua cultura, il suo
amore per la storia contemporanea, la sua curiosità intellettuale fanno di
Mangano una figura estremamente rara nel panorama intellettuale della sinistra
italiana".
Attilio Mangano |
Qui egli pubblicava pure le sue poesie, che meriterebbero un
discorso specifico di approfondimento. Mangano ha infatti scritto per decenni
numerose poesie, viveva la poesia come uno spazio di sentimenti e di
riflessioni esistenziali, in cui trovavano espressione anche il suo
"immaginario erotico", la dimensione del gioco, del riso e dello
scherzo, del divertissement. Con il
sostegno e la decisiva collaborazione di Antonio
Benci, Antonio Schina, Lucia Innocenti e Giorgio Lima del Centro di
Documentazione di Pistoia, egli ha messo in cantiere i "Quaderni
dell'Italia antimoderata", pubblicazioni che sono "il frutto di un
progetto di riscoperta, valorizzazione, documentazione di figure di spicco del
secondo dopoguerra, scrittori e pensatori irregolari, espulsi o quasi dallo
spazio pubblico intellettuale italiano", militanti diversi, inquieti,
critici, eterodossi e libertari come Luciano Bianciardi, Giovanni Pirelli,
Raniero Panzieri, Stefano Merli, Guido Quazza, Massimo Gorla. Dal 2011 sino
alla primavera del 2017 (il momento in cui scriviamo) sono apparsi gli scritti
di Giuseppe Muraca su Luciano Bianciardi, di Cesare Bermani su Giovanni
Pirelli, di Cesare Pianciola su Raniero Panzieri, di Franco Toscani e Attilio
Mangano su Stefano Merli, di Diego Giachetti su Guido Quazza, di Fabrizio Billi
e William Gambetta su Massimo Gorla. Negli ultimi anni le condizioni di salute
di Mangano erano notevolmente peggiorate provocando il rallentamento della sua
attività, ma aveva comunque ripreso il ruolo di cultore della materia presso l'Università
Bicocca di Milano in Storia e Didattica
della storia, collaborando con Lorenzo Strik Lievers.
Proseguiva
tenacemente poi in rete il suo impegno culturale attraverso la pubblicazione di
blog e di un sito. Il suo anticonformismo,
il suo genuino amore per la cultura e la libertà intellettuale negli ultimi
tempi lo portarono pure a difendere con passione e indignazione la memoria e lo
spessore filosofico di un pensatore come Costanzo Preve (scomparso nel 2013, da
Mangano piuttosto distante per tanti aspetti), oggetto di alcune polemiche
superficiali e infami circa un suo presunto e completamente infondato
"rosso-brunismo".[1]
Nel
suo rapporto col sapere filosofico, a Mangano ha nuociuto una insufficiente
comprensione della portata dello statuto veritativo della filosofia e pure la
mancanza di un confronto approfondito coi nodi decisivi della tradizione
filosofica occidentale (questo è a nostro avviso il limite più grave del suo
pensiero, evidente anche ne Il senso
della possibilità del 1988), ma la sua sensibilità e il suo amore per la
cultura libera gli hanno consentito di apprezzare e difendere con vigore, sino
all'ultimo, l'indipendenza di pensiero e l'autentica passione filosofica di un
autore controverso come Costanzo Preve. Non è un merito da poco, in tempi di
conformismo culturale trionfante.
In
quest'ultima fase collaborava intensamente alla rivista "dalla parte del
torto", pubblicata a Parma da circa vent'anni grazie al lavoro di Fabrizio
Leccabue, Mirella Pelizzoni, Roberto Spocci e altri, curando soprattutto una
rubrica di testimonianza culturale e memoria, intitolata "Compagni e
maestri", sintetici e brevi ritratti di figure intellettuali, ma anche di
riviste, pubblicazioni varie, temi ed eventi culturali, che intendeva
pubblicare in volume. L'ultimo Mangano dedicava tenacemente le sue energie a tener
viva, con lucidità e commozione, la memoria, che rischiava e rischia di andare
drammaticamente perduta, di "maestri e compagni", fra i quali noi ora
riconosciamo senza indugi anche lui stesso.
Note
[1] Sul pensiero di Preve si vedano i due volumi: AA.VV., Invito allo straniamento. I. Costanzo Preve
filosofo, a cura di A. Monchietto e G. Pezzano, Editrice Petite Plaisance,
Pistoia 2014 (con contributi di A. Monchietto, G. Pezzano, S. Sissa, A. Volpe,
P. Zygulski, D. Fusaro, A. Bulgarelli, L. Grecchi); AA.VV., Invito
allo straniamento. II. Costanzo Preve marxiano, a cura di A. Monchietto,
Editrice Petite Plaisance, Pistoia 2016 (con contributi di A. Bulgarelli, O.
Calcagno, D. Fusaro, L. Grecchi, G. La Grassa, D. Melegari, R. Monacelli, G.
Pezzano, F. Ravelli, F. Toscani).