LA RIVOLUZIONE
DELLA LUCE
di Giorgio
Colombo
La rivoluzione
della luce s’intitola la mostra che si è aperta al Castello di Novara
dal 23. 11.’19 al 5. 4. 2020: raccontare il Divisionismo in 18
artisti e 67 opere (a cura di Annie Paule Quinsac); colpisce l’apertura con lo
straordinario sguardo infantile dello scapigliato Ranzoni. (Foto sotto)
Una data,
Milano 1891: alla prima Triennale di Brera espongono, come esempi della pittura
“divisa”, Segantini, Morbelli, Pellizza, Previati, Longoni. I colori,
facilitati pure dall’uso dei ‘tubetti’, vengono stesi puri, non mescolati, con
andamenti vari, “puntini, trattini, sciabolate, filamenti lunghi o corti… i
toni devono essere complementari secondo il prisma o ravvicinati all’interno
della medesima gamma. Alla dovuta lontananza l’occhio di chi guarda fonde i
‘tocchi’ staccati di colore” percependo forme e figure (Divisionismo la
rivoluzione della luce, Mets Ed. un buon volume di 381
pagine).
In Brianza
vivono due giovani ventenni, Giovanni Segantini ed Emilio Longoni... L’artista
abbandona la città, ama la vita semplice dei contadini. La tecnica è complessa.
I tratti staccati, la pennellata filamentosa si muove nella costruzione dei
volumi e nella distribuzione delle luci e delle ombre. Il blu intenso si unisce
al giallo dell’oro, le forti ombre scandiscono lo spazio.
Segantini. All'ovile (1892) |
I disegni, con
sicurezza d’impianto e uso vario e leggero del tratto, costituiscono una
conferma delle doti del pittore. La sua ricerca di silenzio che permetta il libero
espandersi della natura lo spingeranno a trasferirsi in Svizzera, sulle
montagne dell’Engadina, sopra Prontesina, dove lo sorprenderà la morte nel
settembre del 1899.
Seconda figura
Giuseppe Pellizza, che a un certo punto, a circa 29 anni, si aggiungerà il nome
della sua città natale, Giuseppe Pellizza da Volpedo. Sappiamo del suo lavoro
solitario, paziente, dei suoi affetti famigliari. Accurato, preciso, dedicherà
10 anni al Quarto Stato. Dopo aver frequentato diversi corsi
artistici, raggiunge un riconoscimento sicuro.
Pellizza. Sul fienile (1893-94) |
L’oscurità del
fienile, dove si svolge un rito di morte, incornicia dall’alto in basso, un
paesaggio muto e luminoso. L’aspetto enigmatico è parte del suo fascino.
Fornara. Pascolo alpino (1898-99) |
Assistente di
Segantini, ne subisce l’influenza. Pascolo alpino, parte di
un’opera più grande, poi tagliata in due parti, sviluppa il tema alpestre con
il fitto movimento della pennellata. Il tema della montagna e della neve
diventerà un soggetto frequente per i nostri pittori. In un periodo nel quale
stavano per scoppiare, con i futuristi, le contraddizioni della modernità
cittadina, i divisionisti intendono preservare una luce cristallina, tra erbe,
pascoli e profili innevati, un respiro quieto che gli ingranaggi meccanici urbani
rischiano di stravolgere.