di
Carmine Scavello
Tradizione, consuetudine, usanza e rituale natalizio fanno di
questa calorosa iniziativa un momento di riflessione sullo scopo spirituale,
più che materiale, di quest’atto che si trascina nel tempo. Fino a quando?
Forse un bel giorno la Letterina di Natale al mio papà verrà sostituita
da un messaggino scarno sul telefonino. Così, si calerà il sipario su un
momento fantastico che ha accompagnato tante generazioni. Ci si dimentica che
alla base di questa prassi c’è un messaggio meraviglioso. Vi racconto una storiella
con una morale finale. Il mio maestro di scuola elementare un giorno, prima
delle feste natalizie, ci fece un bel discorso sulla Letterina di Natale al mio
papà. Ci disse: “Cari ragazzi, state pensando alla Letterina di Natale al
proprio papà e vi state scervellando cosa scrivere; io vi suggerisco di non
elaborare frasi fatte e pompose, bensì quello che vi suggerisce il cuore nel
momento che scrivete. Dite solo quello che sentite veramente di esprimere con
calore, di fare promesse che potete mantenere e di manifestare buoni propositi
che siano reali e non fantastici. Quella letterina scritta e sottoscritta è un
impegno; è come un patto d’amore e di rispetto; voi vi applicate a proporre un
vostro comportamento ideale, oltre che augurare ogni forma di bene. Sappiate
che nella vita conta molto lo scritto perché rimane, mentre le parole volano.
Quelle promesse il vostro papà potrebbe tirarle fuori al momento opportuno e
voi non avreste scuse, se non manterrete la parola data; la vostra firma in
calce alla letterina è una responsabilità, ma può essere anche una condanna.
Fra gli adulti si ragiona così per suggellare un patto; voi tra non molto
farete parte di quel mondo perciò abituatevi a ragionare in rispetto del vostro
orgoglio e della vostra dignità”. Il maestro non ha voluto aggiungere altro; né
ci ha chiesto un parere. Non ha voluto farci condizionare a vicenda e ci ha
lasciato di decidere ognuno per suo conto. È andato contro corrente di
proposito. In altre occasioni, avrebbe consentito un piccolo dibattito per
sentire le opinioni di tutti e discuterne insieme. Sulla Letterina di Natale
al papà è stato molto drastico: ha voluto inchiodarci alle nostre
responsabilità; le promesse vanno mantenute, altrimenti non si chiamerebbero
così, bensì con un altro nome. Ora che ci penso, il maestro considerava i
ragazzi esseri umani pensanti e non semplici burattini da manovrare; li
rispettava e nel contempo esigeva la massima responsabilità delle proprie
azioni. Le punizioni le dava solo in casi estremi per far capire che nel mondo
degli adulti, quando non si vuol capire e si trasgrediscono le regole, c’è la
condanna legale. Il ragazzo va guidato e raddrizzato come si fa con l’alberello
quando è piccolo: faceva ragionare ogni alunno quando sbagliava la prima e la
seconda volta, ma alla terza scattava la punizione per dare l’esempio agli
altri. Sarebbe un vero peccato che la Letterina di Natale al mio papà
sparisse dalla circolazione come sono spariti tanti usi e costumi. Sono
fiducioso!