di Alessandro Pascolini*
A
ricordarci quanto sia delicato e incerto l’equilibrio che permette la
sopravvivenza dell’umanità in presenza delle armi nucleari e di nuove
destabilizzanti tecnologie e nella attuale fase dei cambiamenti climatici che
condizionano la vita sul nostro pianeta, il Doomsday
Clock (“l’orologio del giudizio universale”) della Federation of atomic scientists ogni anno dal 1947 segna quanto tempo
rimane prima della mezzanotte antecedente al giorno del giudizio.
Lo
scorso 23 gennaio, lo Science and
security board, il gruppo internazionale di 20 esperti incaricato di
muovere le lancette dell’orologio, ha annunciato ai leader e ai cittadini del
mondo (https://thebulletin.org/doomsday-clock/current-time/) di dover ridurre
di 20 secondi la già breve distanza dalla catastrofe globale indicata lo scorso
anno, portandola a soli 100 secondi, la peggior situazione di sempre.
La
prima indicazione, siamo nel 1947 all’inizio della guerra fredda, fu di
mezzanotte meno sette minuti; nel 1949, con l’acquisizione delle armi nucleari
da parte dell’URSS, la situazione si aggrava e le lancette vengono portate a 3
minuti da mezzanotte. Un ulteriore aggravamento (e siamo a meno due minuti) si
ha nel 1953 con lo sviluppo delle armi termonucleari. Nel corso degli anni, a
fronte dell’evoluzione del confronto nucleare fra le superpotenze e la
proliferazione in altri paesi, l’orologio si è allontanato e avvicinato alla mezzanotte;
il momento più sicuro si è avuto nel 1991 alla fine della guerra fredda (17
minuti da mezzanotte) per poi via via aggravarsi negli anni successivi per
l’incapacità del mondo politico internazionale di superare il confronto
nucleare e di affrontare le problematiche legate al cambiamento climatico
globale, fino a ritornare lo scorso anno alla distanza estrema di meno due soli
minuti.
“L’umanità
continua ad affrontare due minacce esistenziali simultanee - la guerra nucleare
e il cambiamento climatico - che sono aggravate da un moltiplicatore di
rischio, la guerra
informatica cibernetica, che riduce la capacità di risposta da parte della
società. La situazione della sicurezza internazionale è terribile, non solo
perché esistono queste minacce, ma perché i leader mondiali hanno permesso
l’erosione dell’infrastruttura politica internazionale creata per la loro
gestione.”
“Questa situazione sarebbe già abbastanza seria se i leader di
tutto il mondo fossero concentrati sulla gestione del pericolo e sulla
riduzione del rischio della catastrofe. Invece, negli ultimi due anni, abbiamo
visto leader influenti denigrare e abbandonare i metodi più efficaci per
affrontare le minacce complesse - accordi internazionali con forti
regimi di verifica - a favore dei loro
ristretti interessi e guadagni politici interni. Minando gli approcci
cooperativi, basati sulla scienza e la legge, per la gestione delle più urgenti
minacce per l’umanità, questi leader hanno contribuito a creare una situazione
che, se non affrontata, porterà alla catastrofe, prima piuttosto che poi.”
Appunto a causa del comportamento irresponsabile di troppi
governi mondiali il board vede
aggravata la situazione globale rispetto allo scorso anno e ha deciso di
muovere le lancette dell’orologio avanti di 20 secondi.
“Il bollettino crede fermamente che gli
esseri umani possano gestire i pericoli posti dalla tecnologia che essi stessi
hanno creato. Effettivamente durante gli anni ’90 i leader degli USA e
dell’URSS hanno intrapreso iniziative coraggiose che resero la guerra nucleare
notevolmente meno probabile. Ma data l’inazione - e in troppi casi azioni
controproducenti - dei leader internazionali, i membri del comitato si sentono
costretti a dichiarare uno stato di emergenza che richiede un’attenzione immediata,
focalizzata e determinata di tutto il mondo.”
Il ritiro dal controllo degli armamenti crea una
pericolosa situazione di rischio nucleare
Ci si sta muovendo verso l’instabilità del panorama
nucleare a seguito dello smantellamento degli strumenti di controllo e
limitazione delle armi creati negli ultimi 50 anni. Primaria importanza hanno i
problemi:
• Il programma nucleare iraniano.
A seguito dell’abbandono degli USA dal Piano d’azione globale congiunto
(JCPOA) per la restrizione del programma nucleare iraniano, con re-imposizione
di sanzioni economiche, l’Iran ha aumentato le sue scorte di uranio leggermente
arricchito e aggiunto nei suoi impianti nuove e migliori centrifughe, in un
confronto sempre più duro con gli USA. Anche se l’Iran non è formalmente uscito
dal JCPOA, le sue azioni sembrano indicare che si riduce il tempo necessario
per la produzione di un’arma nucleare, col conseguente rischio di un confronto
armato fra Iran e Stati Uniti.
• Il trattato sulle forze nucleari intermedie (INF) fra Russia e USA è
ufficialmente cessato nel corso del 2019 ed entrambi gli stati hanno iniziato
una nuova competizione per lo sviluppo e l’impiego di armi già proibite dal
trattato.
• Gli USA indicano l’indisponibilità a estendere oltre la sua scadenza nel
2021 il trattato bilaterale New START, che è l’unica limitazione concordata
delle armi strategiche.
• Si è giunti a uno stallo nella ricerca di un accordo sulle armi nucleari
nord-coreane, e Kim Jong Un ha annunciato nuovi sviluppi in assenza della
riduzione delle sanzioni sul suo paese.
• Le relazioni fra Cina, Russia e USA sono ulteriormente degradate, con
disaccordo sull’ apertura di negoziati per limitare la militarizzazione dello
spazio, la guerra cibernetica e i sistemi antimissile.
“Ritenere che sia svanita la minaccia di una guerra nucleare è un puro
miraggio.”
Una risposta inadeguata a un clima sempre più minacciato
L’anno scorso,
alcuni paesi hanno preso provvedimenti per combattere i cambiamenti climatici,
ma altri - compresi gli Stati Uniti, che hanno formalizzato il ritiro
dall’accordo di Parigi, e il Brasile, che ha smantellato le politiche che
avevano protetto la foresta pluviale amazzonica - hanno fatto grandi passi
indietro. Il molto atteso vertice delle Nazioni Unite per azioni sul clima ha
prodotto molto meno di quanto richiesto dal segretario generale António
Guterres. I circa 60 paesi che si sono impegnati (in termini più o meno vaghi)
a zero emissioni di anidride carbonica rappresentano solo l’11 percento delle
emissioni globali.
La conferenza
sul clima di Madrid è stata ugualmente deludente. L'accordo raggiunto non
presenta progressi nel fornire ulteriore sostegno ai paesi più poveri per
ridurre le emissioni e affrontare impatti climatici sempre più dannosi.
Al di là delle
dichiarazioni, le politiche e le azioni proposte dai governi non sono quasi mai
commisurate all’emergenza. La ricerca e lo sfruttamento dei combustibili
fossili continuano a crescere. Un recente rapporto delle Nazioni Unite rileva
che il sostegno governativo e gli investimenti del settore privato portano a
una ultra-produzione di combustibili fossili in eccesso di due volte rispetto
al livello necessario per soddisfare la riduzione delle emissioni secondo gli
obiettivi stabiliti a Parigi.
Non sorprende
che queste tendenze producano effetti negativi sull’atmosfera e l’ambiente: le emissioni di
gas a effetto serra sono aumentate nuovamente nel corso dello scorso anno,
portando a registrare i massimi valori storici sia delle emissioni annuali che
delle concentrazioni atmosferiche di gas serra. Le conseguenze del cambiamento
climatico sulla vita delle persone in tutto il mondo sono state sorprendenti e
tragiche. L’India è stata devastata nel 2019 sia da ondate di calore record che
da inondazioni record, ciascuna con un pesante tributo di vite umane. Incendi
boschivi dall’Artico all’Australia e in molte regioni intermedie sono scoppiati
con una frequenza, intensità, estensione e durata da degradare ulteriormente
gli ecosistemi e mettere in pericolo le persone.
Gli effetti drammatici di un clima che cambia, hanno
portato alla crescita della preoccupazione e rabbia tra un numero crescente di
persone. Il cambiamento climatico ha catalizzato un’ondata di impegno,
attivismo e protesta giovanile, simile alla mobilitazione innescata da disastri
nucleari e armi nucleari degli anni ‘70 e ‘80.
I politici stanno notando e, in alcuni casi, iniziando a
proporre politiche adatte all’urgenza e all’entità del problema climatico.
“Speriamo che il sostegno del pubblico per decise politiche climatiche continui
a diffondersi, le società accelerino i loro investimenti in tecnologie a bassa
emissione di carbonio, il prezzo delle energie rinnovabili continui a diminuire
e i politici agiscano. Ma le azioni di molti leader mondiali continuano a far
aumentare il rischio globale, in un momento in cui è urgentemente necessario
l’opposto.”
La crescente
minaccia della guerra dell’informazione e di altre tecnologie dirompenti
La guerra
nucleare e il cambiamento climatico sono gravi minacce al mondo fisico. Ma
l’informazione è un aspetto essenziale dell’interazione umana e minacce
all’ecosfera dell’informazione, soprattutto se abbinate all’emergere di nuove
tecnologie destabilizzanti in intelligenza artificiale, spazio, sistemi
ipersonici e biologia fanno presagire un’instabilità globale pericolosa e
poliedrica. Negli ultimi anni, leader nazionali hanno sempre più respinto
informazioni con cui non concordano come notizie false, promulgando le proprie
falsità, esagerazioni e false rappresentazioni.
Sfortunatamente,
questa tendenza è accelerata nel 2019, mettendo in discussione l’integrità di
istituzioni nazionali che hanno storicamente fornito stabilità e coesione
sociale e creando sfiducia e antagonismo del pubblico verso il mondo
scientifico.
I governi da
sempre impiegano la propaganda al servizio dei loro obiettivi politici. Ora,
tuttavia, internet offre un accesso diffuso ed economico a tutto il mondo, facilitando
la trasmissione di messaggi falsi e manipolatori a vaste popolazioni e
permettendo a milioni di individui di indulgere nei loro pregiudizi,
preconcetti e differenze ideologiche.
La recente
comparsa dei cosiddetti deepfakes -
registrazioni audio e video la cui falsità non è facilmente rilevabile -
minaccia di minare ulteriormente la capacità dei cittadini e dei responsabili
di separare la verità dalla finzione. Le falsità risultanti hanno il potenziale
di creare caos economico, sociale e militare, aumentare la possibilità di
incomprensioni o provocazioni che potrebbero condurre alla guerra e fomentare
confusione pubblica che porta all’inerzia sui seri problemi del pianeta.
L’accordo sui fatti è essenziale per la democrazia e un’efficace azione collettiva.
Altre nuove
tecnologie, compresi gli sviluppi in ingegneria biologica, armi ad alta
velocità (ipersoniche) e spaziali, presentano ulteriori opportunità
distruttive.
L’ingegneria
genetica e la biologia sintetica sono tecnologie sempre più convenienti,
prontamente disponibili e si diffondono rapidamente. A livello globale, governi
e aziende stanno raccogliendo grandi quantità di dati relativi alla salute,
compresi dati genomici, apparentemente allo scopo di migliorare assistenza
sanitaria. Ma gli stessi dati potrebbero anche essere utili per lo sviluppo di
efficaci armi biologiche.
L’intelligenza
artificiale (AI) sta progredendo a un ritmo frenetico ed è ora utilizzata nei
sistemi di comando e controllo militari. Estremamente preoccupante è uno
sviluppo incontrollato dell’AI e la sua incorporazione in armi che potrebbero
decidere di uccidere autonomamente, senza supervisione umana. La ricerca e
l’esperienza hanno dimostrato la vulnerabilità di questi sistemi alla pirateria
e alla manipolazione informatica. Date le note carenze dell’intelligenza
artificiale, è fondamentale che il comando e il controllo dei sistemi nucleari
rimangano saldamente nelle mani di esseri umani.
Nel frattempo, lo spazio
è diventato una nuova arena per sviluppo delle armi, con più paesi che provano
e installano sistemi anti-satellite basati su armi cinetiche, laser e a
radiofrequenza.
La tendenza globale va
verso sistemi bellici complessi, di alta tecnologia, altamente automatizzati e
operanti ad alta velocità. “La natura informatizzata e sempre più assistita
dall’AI dei militari, la raffinatezza delle loro armi, e le nuove, più
aggressive dottrine militari dei paesi più pesantemente armati potrebbero
provocare una catastrofe globale.”
Come dovrebbe
rispondere il mondo
“Dire che il
mondo è più vicino al giorno del giudizio oggi che durante la guerra fredda
-quando Stati Uniti Stati e Unione Sovietica ne avevano decine di migliaia armi
nucleari più di quelle che possiedono ora - è fare una profonda affermazione
che richiede una seria spiegazione. Dopo molte discussioni, i membri del board hanno concluso che le attuali complesse minacce
tecnologiche sono almeno pericolose oggi come lo erano l’anno scorso e l’anno
prima, quando impostarono l’orologio a due minuti a mezzanotte.
Ma quest’anno,
avviciniamo l’orologio di 20 secondi a mezzanotte non solo perché le tendenze
nelle maggiori aree di nostro interesse - armi nucleari e cambiamento climatico
- non sono migliorate in modo significativo gli ultimi due anni. Spostiamo
l’orologio verso mezzanotte perché si stanno smantellando o indebolendo gli
stessi mezzi con cui
i leader politici avevano precedentemente gestito questi pericoli potenzialmente esiziali, senza uno sforzo realistico per sostituirli con nuovi o migliori regimi di controllo. In effetti, l’infrastruttura politica internazionale per il controllo dei rischi esistenziali sta degradando, lasciando il mondo in una situazione di alta e crescente minaccia. I leader mondiali non rispondono in modo appropriato per ridurre questo alto livello di minaccia e contrastare lo svuotamento delle istituzioni politiche internazionali e degli accordi che mirano a contenerlo. Il risultato è un aumentato e crescente rischio di disastro.”
i leader politici avevano precedentemente gestito questi pericoli potenzialmente esiziali, senza uno sforzo realistico per sostituirli con nuovi o migliori regimi di controllo. In effetti, l’infrastruttura politica internazionale per il controllo dei rischi esistenziali sta degradando, lasciando il mondo in una situazione di alta e crescente minaccia. I leader mondiali non rispondono in modo appropriato per ridurre questo alto livello di minaccia e contrastare lo svuotamento delle istituzioni politiche internazionali e degli accordi che mirano a contenerlo. Il risultato è un aumentato e crescente rischio di disastro.”
Esistono
molti passi concreti che i leader potrebbero fare - e i cittadini dovrebbero
imporre - per migliorare il presente assolutamente inaccettabile stato della
sicurezza mondiale e il board passa
quindi a suggerire alcune azioni di buon senso che renderebbero il mondo più
sicuro:
I leader
russi e americani dovrebbero ritornare al tavolo negoziale per ristabilire il
trattato INF o prendere altre iniziative per evitare una corsa ai missili di
gittata intermedia; estendere i limiti del New START oltre il 2021; cercare
ulteriori limitazioni delle armi; discutere la riduzione del livello di allerta
degli arsenali nucleari; limitare i programmi di modernizzazione; iniziare
colloqui sulle armi cibernetiche, i sistemi antimissile, la militarizzazione
dello spazio, le armi ipersoniche e l’eliminazione delle armi nucleari
tattiche.
Tutti i paesi del mondo dovrebbero ridedicarsi agli obiettivi della
limitazione della temperatura globale prevista dall’accordo climatico di
Parigi, ossia restringere la crescita della temperatura a meno di 2 gradi
Celsius rispetto al livello pre-industriale. Tale
obiettivo è compatibile con i dati scientifici e, nonostante le inadeguate
azioni svolte finora, potrebbe rimanere raggiungibile se venissero intrapresi
prontamente importanti cambiamenti del sistema energetico mondiale e nell’uso
del territorio.
I cittadini americani dovrebbero richiedere un’azione per il clima da parte del loro governo. La decisione
di Trump di ritirare gli Stati Uniti Stati dell’accordo di Parigi sui cambiamenti
climatici è stato un terribile errore. Chiunque vincerà le elezioni
presidenziali statunitensi nel 2020 dovrebbe invertire tale decisione.
Gli Stati Uniti e gli altri firmatari dell’accordo
nucleare con l’Iran possono collaborare a frenare la proliferazione nucleare
nel medio-oriente. L’Iran è pronto a superare le soglie chiave previste dal
JCPOA. Chi vincerà le prossime elezioni presidenziali americane deve dare
priorità a questo problema, sia ritornando all’accordo nucleare originale o
negoziando un accordo nuovo e più ampio. La comunità mondiale dovrebbe iniziare discussioni
multilaterali volte a stabilire norme di comportamento, sia domestiche che
internazionali, che scoraggino e penalizzino l’abuso della scienza. Inoltre, è
necessario focalizzare l’attenzione per prevenire che la tecnologia
dell’informazione indebolisca la fiducia del pubblico nelle istituzioni
politiche, nei media e nell’esistenza della stessa realtà oggettiva. La guerra
delle informazioni, potenziata dalla dimensione cibernetica, è una minaccia per
il bene comune. Campagne di disinformazione - e leader intenti a confondere la
linea tra i fatti e fantasie politicamente motivate - sono gravi minacce alle
democrazie, riducendo le loro capacità di affrontare le armi nucleari, il
cambiamento climatico e altri pericoli esistenziali.
L’appello finale del
board è rivolto ai cittadini del mondo, che “hanno il potere di smascherare
la disinformazione dei social media e
migliorare le prospettive a lungo termine dei loro figli e nipoti. Essi devono
insistere sui fatti e scartare le affermazioni insensate. Essi possono
pretendere - attraverso proteste pubbliche, le votazioni e in molti altri modi
creativi - che i loro leader facciamo dei passi immediati per ridurre le
minacce esiziali della guerra nucleare e del cambiamento climatico. Siamo ora a
100 secondi da mezzanotte, la situazione più pericolosa che l’umanità abbia mai
avuto di fronte. Ora è il tempo di unirsi e agire”.
[*Università di Padova]