di
Franco Astengo
“Quando si è sconfitti la volontà di lotta si può trasformare in
un atto di fede nella razionalità della storia che dà la forza di resistere e
perseverare sul piano morale”.
Ci
sarà un gran bisogno di Gramsci per combattere una battaglia che si preannuncia
come una sorta di “marea montante del qualunquismo” come quella referendaria
avverso il taglio nel numero dei parlamentari.
I
dati esposti da “Demos” su Repubblica indicano, infatti, una percentuale complessiva
di favorevoli al taglio dell’86%: un dato che di per sé non conterebbe un
significato particolarmente negativo se non fosse accompagnato da un 95% di
espressioni di giudizio sulla “sempre minore necessità del Parlamento del quale
andrebbero ridotte ruolo e funzioni” (Un 95% suddiviso tra : 45% molto positivo
e 50% positivo) e da un 90% di invocazione di un “leader forte”.
Nel
commento a questi dati Ilvo Diamanti fa notare come la domanda di “superare i
limiti della democrazia rappresentativa” si stia ormai trasformando in “senza
limiti”.
Si
tratta dei frutti amari di una progressiva diseducazione alla politica venuta
avanti nel corso degli anni attraverso l’acquisizione di forme, comportamenti,
modelli che hanno svilito completamente la funzione di riferimento etico,
culturale, politico non solo nelle istituzioni ma nella stesso agire
quotidiano: individualismo, egoismo, chiusura morale, sfrangiamento sociale
come caratteristiche dominanti della trasformazione del quotidiano che abbiamo
subito e stiamo subendo.
Inutile
fare la storia di questi anni, del resto da tutti ben conosciuta: è il caso
invece di sottolineare i rischi evidenti di richiesta di involuzione
autoritaria che stanno sorgendo dal “ventre molle” della società italiana.
Richiesta
di semplificazione autoritaria ben alimentati da una vera “capacità eversiva”
di presunte classi dirigenti.
Sarà
necessario sostenere il confronto referendario affrontando un confronto che
sarà fondato su di una richiesta di ulteriore semplificazione delle procedure
decisionali, di rinuncia al dibattito, di definizione di “superfluo” ulteriormente
rivolta ai corpi intermedi, nello sviluppo di forme avvilenti di presunta
“democrazia diretta” che altro non potrà significare che qualunquismo.
Bisognerà
essere capaci a riproporre l’essenza della Costituzione rappresentata dalla
visione della democrazia repubblicana fondata sulla centralità del Parlamento
raccogliendo, a sinistra, tutte le forze disponibili per tentare di aggregarle
in un progetto, al momento in apparenza minoritario, di vera e propria
ricostruzione.