di Marisa Napoli
Nota
al libro di Serena Accascina,
Del
libretto I racconti del maresciallo Lorusso,
(Book Sprint edizioni) si
apprezzano l'andamento sprint, evocato dal nome dell'edizione, che invita il
lettore a leggere i racconti tutti d'un fiato. Il principio unificatore è
proprio Lui, il maresciallo Lorusso che, ormai anziano, racconta ai suoi nipoti
pezzi della sua esperienza di vita e professionale.
Il primo racconto, Lucero, più che poliziesco, è
autobiografico e come tale è un pezzo di vita del protagonista e dei suoi
rapporti familiari, sullo sfondo storico della guerra contro il nazifascismo,
dei campi di concentramento, della fame di quegli anni, ma anche della
liberazione con tutti gli aspetti di solidarietà tra la gente comune e di
violenza, subita soprattutto dalle donne, da parte delle forze di liberazione.
Il racconto stringato dello stupro subito dalla protagonista sedicenne non può
non evocare le drammatiche scene della Ciociara.
La scrittura è
veloce, essenziale, con efficaci cesure temporali e la Storia, quella con la S
maiuscola, è colta nella sua concretezza attraverso gli occhi di chi l'ha vissuta
in prima persona.
Da racconto in
racconto, si delinea la figura del personaggio che fa da collante, sia che il
maresciallo indaghi con mezzi moderni su omicidi dettati dalla gelosia (Colline con vista), sia che appaia solo
alla fine come destinatario affidabile, garante della giustizia, nelle cui mani
depositare la denuncia di violenza su minore avvenuta anni prima.
La storia di amarezze
e competizione di Due ragazze si snoda
nell'arco temporale della vita delle due protagoniste, sempre antagoniste, per
poi concludersi nella solidarietà e nella riscoperta sorellanza tra donne, che
insieme denunziano i soprusi.
I luoghi dove si
svolgono i fatti cambiano continuamente, dal Sud al Nord d’Italia, ma a volte
anche all’estero, in Brasile o in Svizzera, seguendo le varie sedi di lavoro
assegnate al maresciallo, che sembra ambientarsi con autorevolezza ovunque si
trovi, suscitando la stima e la fiducia di chi si rivolga alle forze
dell’ordine.
Il suo sguardo
indagatore, il suo intuito, la sua gentilezza unita all’inflessibilità, la sua
onestà sono in grado di snidare gli intrighi di arroganti malavitosi o i vari
soprusi sulle donne, che il bisogno o la fragilità sentimentale trasforma in
facili prede, come avviene per esempio nel Racconto
di soldi neri.
Spesso questioni
d’interesse portano all’omicidio anche in ambito familiare, dove è più facile
far passare per morte naturale un lento e strategico avvelenamento che soltanto
l’acume di Lorusso può svelare (Il sonno
interrotto).
L’agire di Lorusso si
conforma alla pietas, quando vittime
sono i minori e in ambito familiare: il maresciallo ricorre persino ad azioni
ai limiti della legalità (cancella le impronte della bambina che tenta di
uccidere il padre che di lei abusava), pur di non coinvolgerla nella terribile
situazione di violenza, permettendo alla fine una soluzione di recupero di vita
individuale, se non di unitarietà della famiglia (Delitto senza scopo).
L’autrice affronta
questi temi con coraggio, pur sapendo che il genere narrativo non permette di
analizzarli adeguatamente, per la necessaria velocità del racconto.
Per questo si prende
la responsabilità di far tacere il Maresciallo quando la situazione prospetta
un bene superiore: in Una vendetta
tace sull’assassinio di Giulia da parte della sorella, tace sulla morte della
selvatica Ada, scalciata da una mucca, perché tutto il paese del Trentino non
può essere danneggiato nella vendita del buon latte montano, che è alla base
dell’economia collettiva.
È un maresciallo sui generis Lorusso, che non disdegna di
credere ai suggerimenti onirici (o forse divini) per difendere gli innocenti
falsamente accusati (Suor Margherita)
e di accusare i cattivi soprattutto se si trovano in posizione di potere (la
madre superiora).
Ma è soprattutto
buono, sensibile, onesto (Una previsione
del Maresciallo) e così si presenta ai suoi nipoti che lo amano e ai quali,
responsabilmente, lascia un messaggio di denunzia dei processi di
disumanizzazione in atto nella nostra società e di recupero dei valori di”
imperfezione e di diversità” che ci rendono veramente umani.