di
Franco Toscani
Organizzato da Massimo Silvotti e Sabrina De Canio, a
cura del Piccolo Museo della Poesia di Piacenza, con la collaborazione di Mauro
Toffetti, fra sabato 16 e domenica 17 marzo 2019 si è svolto a Milano, presso il
Teatro Edi Barrio’s e Barrio’ s Live, un evento davvero eccezionale, una nuova
edizione de “la Piuma sul baratro”, performance-maratona
poetica già avviata dal 2016 a Piacenza: 27 ore ininterrotte (dalle 19 del
sabato alle 22 della domenica) di poesia e arte per scongiurare la chiusura di
Radio Radicale e consentire, quindi, il proseguimento delle sue dirette parlamentari.
La manifestazione, per caratterizzazione qualitativa e
durata, non ha eguali nel panorama poetico e artistico internazionale; in questa
nuova edizione si è arricchita di inediti significati, perché questa volta la polis ha chiesto aiuto alla poesia e
all’arte per affrontare una sfida peculiare per valori espressivi e complessità
organizzative. Alla fine hanno partecipato 168 poeti, artisti, performer,
musicisti, attori, registi, editori, direttori di musei, critici, fotografi di
tutti i continenti, salvo l’Australia.
Fra i poeti italiani menzioniamo Giampiero Neri, Guido
Oldani (principale esponente del movimento poetico del “Realismo terminale” che
ha contribuito all’organizzazione dell’edizione), Tiziano Rossi, Gabriella
Sica, Tomaso Kemeny, Ferruccio Brugnaro, Beppe Mariano; fra gli artisti Omar
Galliani, Giuseppe Donnaloia, Lorenzo Puglisi; fra i critici-poeti Giuseppe
Langella, Vincenzo Guarracino, Amedeo Anelli, Filippo Ravizza; fra i poeti,
artisti, musicisti, attori di Piacenza - oltre a Massimo Silvotti e Sabrina De
Canio -, Giusy Cafari Panico, Sara Giovannini, Corrado Calda, Andrea Biasini,
Domenico Ferrari Cesena, Alberto Esse, Franco Toscani, Edoardo Callegari, Paolo
Maurizio Bottigelli (all’ultimo momento impossibilitato a partecipare), Lidia
Pastorini, Tino Rossi, Gisella Torselli, Talita Biondi, Daniela Pasqualini. Non
sappiamo se questa manifestazione contribuirà veramente a scongiurare la
chiusura di una radio che ha fatto del servizio pubblico il proprio imperativo
morale, ma invitiamo comunque a riflettere sul senso di una operazione
culturale, la quale mette al centro del proscenio politico il coraggio e la
generosità della poesia, quale baluardo di democrazia.
L’espressione “la Piuma sul baratro” è quasi un
ossimoro, che fotografa assai bene la condizione della nostra democrazia; tanto
più la “piuma” della poesia si trova nei
pressi di un baratro, tanto più essa avverte il bisogno irresistibile di ritornare a volare.
Come scrisse una volta Umberto Saba riferendosi
all’essenza della poesia, anche noi ripetiamo: “Quante rose a nascondere un
abisso…”. In un certo senso, la poesia è una “suprema illusione”, come disse il
grande poeta americano novecentesco Wallace Stevens. Se non ci rassegniamo
all’abisso della perdita di senso del nostro “tempo di privazione” (di cui
parlava Hoelderlin) e se non vogliamo che l’ultima parola sia affidata ad esso,
occorre più che mai tornare ad ascoltare
le parole dei poeti e a valorizzare la fragile “piuma sul baratro”, la “rosa
che nasconde un abisso”, la “suprema illusione” della poesia.