di Franco Astengo
In questi giorni l’ISTAT ha
segnalato un incremento della produzione industriale nel mese di febbraio 2019
pari allo 0,8%.
Spulciando
i dati disaggregati si nota che uno dei comparti che maggiormente hanno
contribuito a questa crescita è quello del “tessile-abbigliamento” che ha fatto
registrare un più 5,5%.
Le
associazioni di rappresentanza della categoria hanno fatto notare come in
questo contesto sono stati i “buoni risultati del lusso” a tirare tutto il
comparto. Ferma restando la segnalazione delle condizioni di super-sfruttamento
nelle quali si trova tradizionalmente la manodopera (in grande prevalenza
femminile) che lavora nel settore, questo ruolo di “driver” del lusso
suggerisce una sintetica considerazione: siamo di fronte, infatti, a un
ulteriore segnale della crescita delle disuguaglianze che si riflette
immediatamente nella capacità di consumi di larghi strati del pubblico.
I
“ricchi” hanno sempre di più la possibilità di consumo individuale mentre gli
“altri” continuano a restar fermi a guardare.
Un
piccolo particolare da segnalare dentro una logica che appare sempre più
perversa.