Aforismi per un giorno
solo
di Nicolino Longo
“Se,
oggi, i giovani sono arrivati all’amnèsia, vorrà dire
che
non ricordano che la vita gli appartiene”.
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“Se
vuoi scovare un tirchio, fagli uno squillo. Se ti risponde
con
un altro squillo, l’hai trovato”.
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“Lo
stroncatore: è colui che, col suo lavoro di scavo, fa, del libro,
la
tomba dell’autore”.
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“Le
stelle cadenti: sono le liane del cielo, con cui le anime dei morti
si
calano sulla terra a visitare i vivi”.
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“Ci
sono politici che, quanto più son di destra, tanto più son mancini”.
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“Le
ostetriche liberano le madri dai figli. La maggiore età, i figli
dalle
madri”.
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“D’ogni
cosa, spesso l’eccesso è un accesso al decesso”.
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“Il
politico religioso, per arrivare al Governo, i voti non li chiede, li fa”.
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“C’è
gente che, pur non facendo testo, in quanto senza testa,
vorrebbe, in virtù del posto che occupa, a
tutti i costi, tener testa”.
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“Se
si ha un figlio morto, e se ne sente la voce, sarà meglio sentirsi
con
lo psichiatra”.
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“I
politici che sistemano i propri familiari, dormono a sette cuscini.
Quelli
che, invece, temono di poter essere sistemati dalla mafia,
a
sette chiavi”.
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“Un
tempo, i giovani andavano a letto con i polii. Oggi, invece,
con
le pollastrelle, all’ora in cui i polli cantano”.
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“Quando
un tetto ha il capogiro, non è la troppa
altezza che glielo provoca,
ma
il comignolo a pappagallo della casa”.
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“Attacco
di cuore: un attacco, a sorpresa, da parte del cuore, al cuore”.
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“Avere
una marcia in più, e non disporre del cambio per innestarla”.
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“Il
tuono se la fa sempre a piedi, perché non appena apre bocca
per
chiedere il passaggio al lampo, questo è già al suolo”.
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“Un
consiglio per titubanti aspiranti sposi: contrarre matrimonio,
con
divorzio già incorporato ”.
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“I
politici, quando parlano, usano il microfono; quando scrivono,
i
negri”.
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“Solo
il disordine, per ovviare alla sua mancanza d’ordine, può,
richiamando
sé stesso all’ordine, mettere ordine”.
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“Quando
i politici, sul palco, se le cantano, il sottofondo musicale,
il
più delle volte, è quello delle fazioni opposte che,
sotto
il palco, se le suonano”.