Nuovo
attentato terroristico a nord di Gaza
di Patrizia Cecconi
I due giovani uccisi (Foto Ma'an News) |
Un missile lanciato su un
gruppo di giovani durante un raid aereo uccide due ventiquattrenni a est di
Jabalia. Il terrorismo con cui Gaza è costretta a fare i conti lascia il mondo
silente o distratto. I media di massa, che nella società dello spettacolo hanno
la funzione di creare o ridurre attenzione, svolgono egregiamente il loro
compito in questa striscia di Medio Oriente che porta il nome di Gaza e nella
più ampia zona della Palestina storica che porta il nome di Cisgiordania o, nel
progetto di annessione israeliano il nome di Giudea e Samaria. La loro capacità
di creare attenzione si mostra nel momento in cui le vittime sono in numero
troppo alto per poter essere ignorate o nel caso in cui le vittime, anche se
leggermente ferite, siano israeliane. Alla capacità di creare attenzione viene
aggiunta l’abilità di creare empatia e quindi negli ultimi tempi, per scarsezza
oggettiva di vittime israeliane, essendo queste limitate a un solo soldato,
l’empatia viene creata con i bambini che
scappano terrorizzati nei rifugi quando le sirene avvertono dell’arrivo di
missili nemici. Non tutte le vittime o potenziali vittime dei missili godono di
rifugi e quindi, quando l’azione terroristica è commessa da Israele,
generalmente comporta un numero più o meno alto di vittime le quali, in assenza
di rifugi, non muoiono di paura ma
muoiono per davvero.
L’atto
terroristico di questa mattina a nord est di Gaza non è stato anticipato da
nessuna sirena che potesse creare paura e far correre nei rifugi, anche perché
a Gaza i rifugi si chiamano “tunnel” e in quanto tali, per quella magica
polisemia che le parole assumono, possono essere bombardati senza scrupoli né
rimorsi.
Il
risultato dell’ultimo (finora) missile israeliano è stato di due morti
accertati e probabilmente diversi feriti. L’unica notizia d’agenzia ha
specificato che sono “rimasti uccisi” due palestinesi aderenti al Fronte
popolare per la liberazione della Palestina. Chi non conosce la geografia politica
della Palestina non sa che il Fronte popolare è un movimento politico di
ispirazione comunista e che moltissimi suoi iscritti, detti di solito
“esponenti” sono da anni nelle galere israeliane. Un po’ come gli oppositori
politici italiani durante il fascismo! Alla luce dei fatti, “Assassinati due
giovani del FPLP in attacco terroristico” sarebbe il titolo giusto. Giusto ma
disdicevole. Non perché l’appartenenza al Fronte in sé non giustifica
l’omicidio, questo è o almeno dovrebbe essere logico, ma è disdicevole perché
rischia di far tornare alla mente il carattere terroristico dello Stato
ebraico, nato sul terrorismo e sviluppatosi, sebbene la scelta comunicativa gli
abbia cambiato intelligentemente nome, sviluppatosi sul terrorismo. Del resto
basti ricordare che terroristi della portata di Shamir, Sharon o Begin, tanto
per citarne alcuni, sono diventati ministri e deputati dello Stato di Israele
che con le loro azioni, spesso paragonabili ai nostri Marzabotto o Sant’ Anna
di Stazzema, avevano contribuito a far nascere. Questi sono dati storici e non
opinioni.
Oggi
nessuno dei media main stream osa chiamare le azioni dello Stato ebraico con il
loro nome corretto, cioè “azioni terroristiche” e pertanto la chiarezza è
appannaggio della stampa libera che generalmente è stampa on line. Esattamente
come quella che state leggendo.
Senza
slogan, senza fanatismi né prese di posizione di parte, sebbene queste non
possano non esserci pena il rientrare nella categoria degli indifferenti,
stigmatizzata da Gramsci, possiamo affermare che la realtà oggettiva ci mostra
uno Stato occupante e assediante, e pertanto fuorilegge in base al Diritto
internazionale, che commette continui assassini o stragi o massacri che
qualcuno definisce genocidiari e che, nonostante tutto ciò, gode impropriamente di totale impunità
riuscendo addirittura a passare per la vittima della situazione che il
comportamento dei suoi ideologi, dei suoi strateghi e dei suoi governanti ha
creato. Quindi, non rientrando nella definizione di main stream ma in quella di
stampa libera, possiamo affermare che nel suo ultimo attentato terroristico,
servendosi di missili sganciati da aerei da guerra su un gruppo di civili,
l’aeronautica israeliana ha ucciso due civili, Ayman Nafed Rabie Najjar e
Muhannad Majed Jamal Hamude. Entrami i giovani assassinati erano iscritti al
PFLP ma questa non è un’attenuante per l’assassino né per i suoi mandanti.
Fermare Israele non è compito della stampa, neanche di quella libera, ma
denunciare la realtà ai nostri lettori, affinché il stesso concetto di
democrazia non venga a deteriorarsi oltre quanto già avvenuto, accettando come
normale agire politico il terrorismo e l’illegalità costante purché praticati
da uno Stato definito ancora democratico, questo sì, denunciare questo è un dovere della stampa. Di quella
sinceramente democratica, è ovvio.