di
Lisa Mazzi
Nella lingua italiana la
consonante “S” davanti ad una parola ricopre spesso una funzione privativa,
vale a dire trasforma il significato della stessa in modo negativo,
depauperandola della sua positività. Ovviamente parlando non si riflette su
questo fenomeno e tranquillamente si passa da contenti a scontenti, da
mascherati a smascherati, da fortunati a sfortunati e via dicendo. In questi
tempi di Covid la S ha un ruolo nuovo di notevole importanza, in quanto
contraddistingue una parte non piccola della popolazione, cioè quella dei
“Seniores”, i rappresentanti del Senium, spesso più sinonimo di senile, alias
rimbambito, che non della “senectus” in quanto saggezza. Insomma stiamo
parlando degli anziani o, più prosaicamente, dei vecchi. I Seniores vengono
catalogati in base alla loro età anagrafica a partire dal momento in cui appare
la famosa S davanti agli anni compiuti: sessanta, settanta, che riporta alla
cruda realtà numerica di quanto abbiamo già vissuto e di come il count down possa accadere da un momento
all’altro, anche se noi spesso e per fortuna ci sentiamo “for ever young”. O
meglio ci sentivamo, perché a causa del Covid la suddetta categoria, pur
essendo non di rado ancora in modo eccellente capace di intendere e di volere,
viene considerata l’elemento più a rischio di exitus della nostra società. Del
resto non si può negare che la variante Sars Co2 ce la mette tutta per
toglierci i lati belli della vita e infatti si chiama Sars e non Ars che sarebbe
molto più edificante. Ora poi quando termina il lock down le prospettive non sono affatto rosee, perché è evidente,
se c’è più libertà, il rischio è maggiore. Se già siamo stati fortunati ad
evitare la completa ghettizzazione invocata da alcuni con la proibizione totale
anche di brevi passeggiate, il sentirsi sempre additati come “vecchi” non mette
allegria. Così, oltre alla pace dei sensi - si fa per dire - non ci resta che
leggere o scrivere passando dal famoso “De
senectute” di Cicerone a “Le mie
prigioni” di Silvio Pellico. E “dulcis in fundo” state in salute perché qui
la S è di nuovo una semplice consonante.