Buenos Aires. Caro Angelo.
Grazie per ricordarci cosa sono le dittature. Ti
ringrazia chi le ha vissute in prima linea, in Argentina e in altri paesi del
Sud America. Comunque, i nomi dei dittatori che ci hai ricordati, sono solo
alcuni di quelli che emergono dall’iceberg dei criminali carnefici
dell’umanità. Loro si vedono, chi sono. Ma, sappiamo, ci sono dei dittatori
nascosti sotto la linea della superficie del nostro semplice sguardo, nascosti
nelle pieghe della nostra società come zecche sotto la cute travestiti in tanti
modi. Cito solo una, quella culturale. Siamo vittime di una dittatura culturale
che ci attanaglia in mare di false verità che ci allontana, ogni giorno, ogni
ora, dalla naturale vita umana. E lo fa in modo così sublime che non solo non
ce ne rendiamo conto del tragico male, anche la riempiamo di applausi. Proprio
così, applausi perché questa dittatura ci fa vivere in una parodia
teatralizzata dove il falso [al] vero [è] viceversa viaggiano sullo stesso
binario. Il tragico di questa dittatura culturale è che non si vede, ma si
sente. E come si sente! E la troviamo dappertutto. E anche qui c’è la resistenza,
come nel passato pure oggi finché non emerga [dal] iceberg i nomi e cognomi dei
protagonisti responsabili.
Temo, caro Angelo, che in questo secolo la
resistenza sarà indirizzata su questo fronte senza distrarsi dalla storia che
ci insegnò il passato.
Grazie di nuovo. Buon 25 Aprile.
(scusandomi [dagli] errori di battitura,
ortografici o lessicali).
Sabatino Annechiarico