SCIENZA E SCIENZIATI
di
Teodosio De Bonis
A. Einstein |
“Al
mondo ci sono varie categorie di scienziati, gente di secondo e terzo rango,
che fan del loro meglio ma non vanno molto lontano. C'è anche gente di
primo rango, che arriva a scoperte di grande importante, fondamentali per lo
sviluppo della scienza. Ma poi ci sono i geni, come Galileo e Newton.
Ebbene, Ettore era uno di quelli: Majorana aveva quel che nessun altro al mondo
ha”. [Enrico Fermi]
In
questi ultimi mesi molti medici e ricercatori, incensati e autonominatisi
scienziati, si sono contraddetti, alimentando così gli effetti negativi del
COVID-19. Già, gli scienziati. I falliti delle previsioni che, grazie ai media,
si son fatti propaganda e soldi (uno, in particolare, prima che il virus
entrasse prepotentemente a sconvolger il nostro quotidiano, era in edicola col
suo bel libro sul COVId-19. Novello Isaia), dovrebbero meditare sul significato
di Scienza e di Scienziato.
Il
comitato tecnico-scientifico continua a non dare risposte certe su questa
sventura virale. Pochi medici-ricercatori vanitosi che dicono ogni giorno una
cosa diversa e che pretendono di dirigere la nostra quotidianità. Si dicono
convinti ma non certi. Vorrei fare un rilievo epistemologico.
Il
concetto di convinzione non appartiene alla scienza; appartiene piuttosto alla
religione. I criteri della scienza sono il “vero” e il “falso”, non il “sono
convinto” o “non sono convinto”. È il problema che i greci avevano individuato
come la differenza tra la doxa “opinione” e l'episteme “la conoscenza”.
La
conoscenza non ha come categoria il concetto di convinzione; ha come categoria
il concetto di “vero” o di “falso”. Pertanto nessuno può rifiutare certi fatti
scientifici, certi fenomeni, prima di averli dimostrati falsi.
Questo
è l'angoscioso problema che ci troviamo a vivere oggi nella comunità
scientifica, la cosiddetta “mafia scientifica”. Perché questo concetto di “comunità”
è un concetto che ha qualcosa a che fare con il circolo chiuso.
Lo
scienziato di oggi a Noi, a Voi, alle persone che non fanno questo mestiere:
“queste sono cose troppo difficili per discuterle con Voi”; e quindi si costituiscono
in circoli, o, se vogliamo o volete, “cosca”.
Quindi
non dobbiamo basare i nostri giudizi sulla base di convinzioni, dobbiamo basare
i nostri giudizi sulle cose provate. Se si dimostra, ripetendo l'esperimento
con le indicazioni che lo scienziato ci fornisce, che quello che lo studioso
pretende di aver trovato non si trova, occorre confrontarsi con lo scienziato
per stabilire chi abbia ragione. Ma non basta dire che l'esperimento non torna;
bisognerà capire perché il ricercatore ha un risultato differente.
Probabilmente
non si seguivano gli stessi procedimenti; c'è tutta un'istruttoria da compiere
di grandissima complessità che altro non è che la scienza sperimentale, alla
quale non appartiene la categoria della “convinzione”. Ma per determinare se
una cosa è vera o falsa, occorre molto lavoro, occorre spesso un'enorme
quantità di dati e di esperimenti. La scienza non è “qualunquismo”, la scienza
è la ricerca della verità. Non è un pensiero debole: questa è la tua teoria,
questa è la mia, questa è la teoria di un altro.
Questo
approccio è profondamente falso e contrario alla scienza.
Opera di Max Hamlet |
Ad
un certo istante non devono esserci due teorie in contrasto, perché se ci sono,
allora è dovere di coloro che si fanno sostenitori di queste teorie di capire
quale sia la teoria giusta e quale quella sbagliata. Questa è la grande lezione
galileiana, secondo cui esiste nella scienza, a differenza di altre attività
umane, un modo per determinare chi ha ragione e chi ha torto.
In
un mondo di avvocati il processo della determinazione di chi ha ragione e di
chi ha torto è un fatto puramente retorico. Di chi è più furbo o più abile.
Nell'Universo
della scienza, invece, non può essere così; non è possibile che due persone che
affermano idee diverse ed in contrapposizione abbiano entrambe ragione. Invece,
in questa società “liberale” ognuno ha il diritto di propagandare la sua
verità, perché poi tanto la verità non conta niente.
Ciò
che conta è chi ha il potere, il denaro, il controllo dei media, ecc.
Questo
è il problema fondamentale.
La
grande crisi che viviamo, e che vive la scienza oggi, è proprio basata su questo
fatto. Ma la verità è forte e non possiamo metterla sullo stesso piano
dell'opinione. Quest'ultimo è considerato un atto di liberalismo, ma invece è
la cosa più totalitaria; perché poi chi ha il potere può sempre dire: voi avete
la vostra verità ed io la mia, e sono io che decido.
E
purtroppo la scienza d'oggi, che dovrebbe dare l'esempio riaffermando un valore
fondamentale che ha una profonda valenza etica, si adegua al criterio
dell'opinione.