di
Franco Astengo
L. Di Maio |
Notizia del giorno: “Nomine,
strappo nei Cinque Stelle: Di Battista boccia l’accordo con il Pd
18 Aprile 2020
Un appello firmato da una trentina di parlamentari grillini
chiede di bloccare le designazioni: “Avevamo
un mandato di discontinuità”. Sotto attacco in particolare la riconferma di
Descalzi come Amm. Del. dell’Eni”
Com’è triste la democrazia, quasi
quanto Venezia.
Dunque si trova il tempo di pensare alle agognate “nomine”: nel
cuore dell’emergenza che avvolge nelle sue fiamme il mondo, con quasi 30.000
morti in Italia buona parte dei quali trovati senza vita perché abbandonati
nella cosiddette “case di riposo”, con 11 milioni e mezzo di cittadini
costretti a chiedere sussidi per sopravvivere, il PIL in picchiata e il debito
pubblico verso le stelle, buona parte dei diritti costituzionali negati, il
governo che agisce senza delega del Parlamento e si circonda a suo piacere di
“task-force” non meglio identificate, un Paese spaccato da Nord a Sud con minacce
delle Regioni di “chiudere i confini”, il Parlamento che si riunisce a ranghi
ridotti soltanto per ascoltare “informative” senza poter votare alcun
documento; le elezioni regionali, comunali, referendarie sospese sine die,
con i partiti di governo che si spaccano in Europa sul come approcciarsi ai
cosiddetti “aiuti europei”.
In un momento di questo genere, mai attraversato da generazioni,
così tragicamente non diverso da una guerra mondiale, si pensa alle nomine e il
M5S si spacca come capitava alla DC nei tempi migliori del “manuale Cencelli”.
Il M5S, arrivato 7 anni fa in parlamento in gran forze
confortato dal consenso di chi voleva “aprire la Camera come una scatola di
tonno”, adesso si trova a far i conti con i soliti manager d’assalto che
improvvisamente, a sentire l’imperturbabile voce degli speaker televisivi, sono
diventati di “area Di Maio”. Pensate: esiste
perfino “un’area Di Maio” contrapposta a “un’area Franceschini”, mentre Dibba
tuona per cambiare la nomina dell’ENI, senza che a qualcuno venga in mente
quanto tutto ciò sia tragicamente grottesco.
Non apriamo il capitolo di ciò che questo Movimento ha fin qui
rappresentato lucrando su di un facile consenso populista: assistenzialismo e
spartizione, il peggio del lascito della vecchia DC senza ereditare nulla dei
pregi che pure poteva vantare l’antica “balena bianca”.
Nessuno riflette sul fatto che ormai questo Movimento è composto
da famelici personaggi che hanno fatto della “politica” il loro solo possibile
mestiere cercando così di sfruttare, come ben si vede in queste ore, il loro
residuo potere inteso quale unica funzione politica possibile per andare
avanti.
E che dire di questi presunti “manager”, maschi e femmine, tutti
voracemente assisi intorno alla torta, soppesandone le fette attraverso frenetici
colloqui via Skype che ormai hanno sostituito i party in terrazza, tra
presidenze e amministrazioni delegate, prima di aprire la partita dei consigli
d’amministrazione. Nessuno è stato fin qui capace di sollevare un sussulto di
dignità?
In un’Italia dove ciò che sta accadendo al Pio
Albergo Trivulzio sembra proprio rappresentare l’autobiografia della Nazione. Com’è
triste la democrazia.