IL VUOTO
di
Angelo Gaccione
Veduta della bella piazza Treccani di Montichiari con il Duomo |
Il coronavirus ha già la sua “letteratura”.
Nel giro di pochi mesi, da quando il mondo ha preso coscienza della tragedia
della pandemia che lo ha investito, e della consapevolezza della sua
vulnerabilità, non c’è stata forma espressiva che non si sia interrogata con i
suoi strumenti, sui numerosi risvolti – non solo medico-scientifici – di un
evento così epocale e catastrofico che ha messo in ginocchio le economie,
separato le persone, annientato la vita sociale, e fatto il vuoto nelle
nostre città. “Odissea” è stato fra i primi organi di stampa ad interrogarsi,
attraverso un questionario, sugli insegnamenti di questa tragica esperienza; ad
aprire un dibattito con economisti, filosofi, scrittori, manager, virologi,
medici, sociologi, psicologi, giuristi e semplici lettori; a pubblicare poesie,
immagini, opere grafiche e pittoriche, disegni e favole illustrate. Sono stato
il primo scrittore a concepire e pubblicare una fiaba sul coronavirus dedicata
ai bambini, segregati da mesi come noi adulti, e privati dei contatti più
necessari. A farne un racconto video-vocale casalingo da veicolare attraverso gli
strumenti che la Rete mette a disposizione.
La piazza di notte |
Video delle nostre meravigliose città svuotate, ne ho ricevuti
diversi in questo periodo: Bergamo, Roma, Milano… La loro silente immota
bellezza, faceva da contrappunto al silenzio attonito che la morte portava
negli ospedali e nelle case; al requiem dei motori dei camion militari carichi
di bare che si avviavano mesti verso i forni crematori. Vuoto: un
monosillabo che non era mai suonato così sinistro ed inquietante alle nostre
orecchie; capace di evocare un gelido svuotamento di vite e, insieme, una
voragine psicologica ed esistenziale.
Intorno a questo monosillabo il fotografo Basilio Rodella,
coadiuvato da due giornalisti: Federico Migliorati e Marzia Borzi, ha costruito
il suo racconto per immagini dedicato alla città di Montichiari. Immagini che
da sole sarebbero bastate a fissare nel tempo la testimonianza di questa
dolorosa primavera, ma che gli ideatori del volume hanno voluto arricchire di
parole, di riflessioni, di richiami storici, di testimonianze, di versi.
Di
versi, già: perché non c’è nulla che come dei buoni versi ci sappia restituire ciò
che l’occhio guarda paralizzato e la nostra anima sente: “Spettrale, la
città muta s’addormenta. I miei passi hanno l’eco di tutte le assenze del mondo”
(Federico Migliorati). “E quella fu una primavera strana, fatta di
vuoti e di silenzi. Una primavera dove tutto ciò che fioriva sembrava sublimare
l’attesa. Pareva farsi poesia. E il paesaggio amato si scioglieva in un fermo
immagine che scavava dentro. Ed era dentro, non fuori, il posto in cui cresceva
l’infinito” (Marzia Borzi).
Il vuoto. Coronavirus, un male che ha sconvolto la
Comunità, è un libro che vuole essere testimonianza di una
tragedia, ma nello stesso tempo, profondo atto d’amore per la propria città,
per la propria comunità. Sono le voci di alcuni figli di Montichiari che
parlano in queste 156 pagine, mescolate alle voci di altri che di Montichiari
non sono. In questo coro dolente c’è anche la mia.
La copertina del libro |
Il
vuoto
Coronavirus.
Un
male che ha sconvolto la comunità.
A
cura di Basilio Rodella, Federico Migliorati, Marzia Borzi
Ed.
BAMS, 2020
Pagg.
156 € 15,00