SCARCERATO IL PACIFISTA TURI VACCARO
di Silvia Buffa
Palermo. Turi Vaccaro è di nuovo libero. Lo storico attivista No Muos, recluso al Pagliarelli
dal 5 agosto 2018 oggi esce per fine pena anticipata. Era stato
arrestato durante una manifestazione contro il Muos a Niscemi, il sistema di
difesa satellitare di proprietà della marina statunitense, con l'accusa di
averlo danneggiato a colpi di martello e pietre. Ricevendo, in seguito, una
condanna a undici mesi e 27 giorni di reclusione inflittagli dal tribunale di
Gela. Torna in libertà, però, dopo 21 mesi di carcere. Durante la
detenzione, infatti, gli sono state notificate ulteriori condanne, che hanno
fatto aumentare i giorni da trascorrere dietro le sbarre. «Ha passato questo
lungo periodo scrivendo e meditando, alimentandosi con cibi crudi, frutta e
verdure», dice Pino Apprendi di Antigone Sicilia, che spesso è
andato a trovarlo durante la sua detenzione. «Finalmente libero - torna a dire Apprendi -, questa
è una delle poche buone notizie degli ultimi giorni, anche un po' inaspettata.
Lui aveva sempre fatto resistenza, non voleva fare domanda per anticipare
l'uscita, pur avendo la possibilità di farlo, tanto che sarebbe potuto uscire
l'estate scorsa. Forse ora si è deciso probabilmente anche per via del pericolo rappresentato dalla possibilità che
questo maledetto virus entri nelle carceri. Penso che da pacifista potrà adesso
riprendere il suo ruolo affinché si mettano in atto quelle aspirazioni che lui
ha sempre avuto». Il 67enne pacifista, originario di
Marianopoli, dai tempi della lotta contro gli euromissili di Comiso negli
anni '80 è infatti impegnato in azioni in prima persona contro
ogni guerra. L'ultima condanna, a ulteriori sei mesi di reclusione per
fatti analoghi e inerenti sempre alla battaglia No Muos, era scattata
dall'1 gennaio 2020. Vaccaro d'altra parte, come spiegato anche
da Apprendi, si era sempre rifiutato di presentare domanda di
misure alternative e anche di liberazione anticipata (che gli
avrebbero consentito una congrua riduzione della pena) sostenendo di «non
volere l'elemosina dallo Stato». La sua è stata una detenzione caratterizzata in tutti
questi mesi da scioperi della fame ma anche tanto sostegno
dall'esterno, a cominciare dalla moglie Emmie, che a febbraio era riuscita
a volare dall'Olanda a Palermo per visitarlo. Ma anche da parte del Movimento
No Muos, che si è mobilitato per lui, organizzando manifestazioni e
facendogli arrivare in carcere pacchi interi di cartoline che la gente gli
scriveva da tutta Italia. Tanti infatti i presidi per Turi Vaccaro organizzati
in diverse regioni, a sostegno di un uomo e della sua storia, quella di un
pacifista non violento che, come raccontato a MeridioNews due
mesi fa da un altro attivista, Elio Teresi, «ha rivolto le proprie azioni
di disobbedienza verso uno strumento di guerra e morte e mai verso altre
persone». «Lui non usciva quasi mai all'aria - torna a dire Apprendi -,
restava sempre chiuso nella sua cella, questo ha reso tutto molto più
pesante. Tutte le volte che sono andato da lui l'ho trovato in meditazione
o intento a scrivere, altre volte anche in pieno sciopero della parola,
cioè non parlava con nessuno». «Una situazione di certo molto particolare, una
vicenda paradossale - insiste Apprendi -. Un non violento che viene
accusato di violenza, una cosa un po' contraddittoria. Speriamo non ci sia
mai più un altro Turi Vaccaro, non ci sarebbe dovuta essere neppure una
parabola come la sua. E poi, è dimostrato che strumenti come il Muos, che
dovevano servire da scudo alla fine non servono, ora l'umanità sta subendo un
flagello che attacca senza usare le armi tradizionali. Un virus che non conosce
muri, non conosce ostacoli - riflette -. Di fronte a situazioni come questa,
ancora di più, forse se ne avverte l'inutilità, oserei dire, di
strumenti come il Muos. E si riconosce utile, al contrario, la battaglia di
Turi Vaccaro».