CONSIDERAZIONI
Caro Angelo,
quando si applica il metodo della verifica galileiano, frutto di scienza e di
sapienza, crollano i "miti" e si smascherano gli "esperti".
Per me, che ho percorso gran parte della mia vita di medico tra i pazienti
e fra gli alambicchi della ricerca, vedere l'ISS (Istituto Superiore della
Sanità) in ritardo nel certificare i dispositivi sanitari di sicurezza;
osservare la mancanza di una strategia nel monitorare le aree dell'Italia
colpite dal Covid-19; l'indecisione nell'uso dei tamponi da eseguire e delle
mascherine di protezione, mi intristisce e mi avvilisce.
Ottanta, ottanta dico sono finora i medici morti per coronavirus mandati
allo sbaraglio. E gli infermieri e gli operatori del soccorso? Ignoro di
quest'ultimi l'esatto numero dei morti.
I colleghi dell'ISS, attraverso le proprie linee guida, basate non sulle
evidenze scientifiche, ma su esigenze governative, hanno abbassato i livelli di
protezione individuali. Salvo poi, a modificarle repentinamente, per causa di
evidenti errori di valutazione. Non hanno tenuto in conto il giudizio di
illustri scienziati che, dai primi casi di accertamento di Covid-19, avevano
avvisato che non tutelando i medici, operatori in prima linea di difesa, il
virus avrebbe trovato delle facili praterie da percorrere. E che dire della
scellerata idea di isolare i malati meno gravi in casa con i familiari? Così si
ammaleranno tutti.
Oggi tutti concordano nel ritenere giusta la scelta dei tamponi a tappeto.
Un'azione bocciata da Walter Ricciardi, rappresentante dell'Italia
nell'OMS, ritenendolo "uno sbaglio". E il ritardo nel chiudere le
scuole ed isolare le aree esposte. Il virologo Burioni, l'aveva più volte
denunciato. Ed è lo stesso Burioni che ha tacciato come "una
scemenza" definire da parte dell'ISS un paziente che "non è morto per
coronavirus, ma con il coronavirus".
Inascoltata, vox clamantis in deserto, il lamento delle varie Associazioni
di categoria: CIMO, FESMED, ANAAO, ASSOMED, ANPO-ASCOT-FIALS MEDICI, PATTO PER
LA PROFESSIONE MEDICA, le Associazioni degli Infermieri, quelle degli Operatori
Sanitari e le OSS, le OSA che lavorano, quest'ultime, nelle RSA.
Teodosio De Bonis