A FUTURA MEMORIA
di Angelo Gaccione
Dario Fo "Mistero buffo" |
Voglio mettere le mani avanti e lo voglio fare ora. Quando
questo incubo del coronavirus sarà finito, ci riverseremo di sicuro
spontanemente tutti nelle piazze e nelle strade, come è giusto che sia, perché
dovremo scrollarci di dosso la pesante prigionia di queste lunghe giornate, la
rabbia impotente che abbiamo covato, la furia che abbiamo tenuto a freno per
mille ragioni, la repressa forza vitale intristita nella malinconia, la
retorica stomachevole che abbiamo dovuto ingoiare e di cui ci dovremo liberare,
il grido che ci è rimasto strozzato nella gola e altro ancora. Tutto giusto, e
tutto sacrosanto. Ci andremo a riprendere i brandelli delle nostre vite, gli
abbracci e le carezze delle persone care, i visi che abbiamo stampato in noi,
gli angoli stupendi delle nostre città, e per i golosi come me, tutti i gelati
a cui abbiamo dovuto rinunciare… Abbiamo resistito e ce lo meritiamo.
Quel giorno possiamo suonare tutti gli
strumenti che vogliamo e battere su qualunque oggetto disponibile. Chi sarà
capace di ballare ballerà, e a chi vorrà saltare o battere le mani non sarà
impedito. Poiché sarà la festa della vita che rinasce, nulla sarà proibito che
sia consono e in risonanza con essa. Ci saranno anziani e bambini con noi,
non dimentichiamolo; e donne bellissime d’ogni età: perché quel giorno tutte le
donne saranno belle, e dunque metteremo alla prova il nostro coraggio e il
nostro onore, la nostra forza pacifica e la tenerezza. Ma nessun gesto, nessun
suono, nessun canto, nessun grido liberatorio dovrà cominciare, prima di avere
osservato un doveroso silenzio, di aver rivolto a capo chino un pensiero e un
omaggio alla memoria di tutte le vite che si sono perdute, a chi non ha avuto neppure il tempo di un funerale, a chi è rimasto solo il lutto e solo il vuoto. A quanti hanno dato
la loro vita per preservarla a noi senza sottrarsi, senza chiedere nulla, senza un
lamento. Ricordiamocelo.
A questi uomini e a queste donne noi dobbiamo rendere onore, prima che la festa cominci.
A questi uomini e a queste donne noi dobbiamo rendere onore, prima che la festa cominci.