Criminale
attacco terroristico turco contro il Campo
di
Makhmour (Mosul/Nord Iraq)
L'Associazione
Verso il Kurdistan Odv condanna
il criminale attacco terroristico compiuto da droni turchi contro il Campo di
Makhmour che ha causato, oltre a numerosi feriti, anche la morte di tre donne
che stavano portando al pascolo le loro pecore. Il popolo di Makmour ha già
sofferto, negli anni '90, della distruzione dei loro villaggi da parte
dell'esercito turco, nel Kurdistan settentrionale, regione del Botan. Migliaia
di persone, uomini, donne e bambini, hanno attraversato le montagne piene di
neve che separano la Turchia dall'Iraq, inseguiti dagli elicotteri turchi che
li mitragliavano e sono arrivati in Iraq: in quella traversata, morirono 300
persone e 600 furono ferite da bombe, gelo e mine. Alla fine, si sono accampati
in pieno deserto, dove c'erano solo serpenti e scorpioni, in una zona chiamata
"la valle della morte". Ma
la gente di Makhmour ha avuto la forza di resistere ed oggi il Campo è
diventato un luogo vivibile: hanno piantato alberi, dissodato terreni, allevato
bestiame, aperto scuole, cooperative e un piccolo ospedale gestito da medici ed
infermieri che vi lavorano come volontari.
L'amministrazione
autonoma, basata su consigli del popolo e delle donne, oggi praticata su larga
scala in Siria del nord, è stata sperimentata per la prima volta a Makhmour.
Come alternativa di democrazia consigliare, ecologista e femminista rispetto al
dominio autoritario e feudale del KDP, Makhmour quindi è una provocazione
costante, una bestemmia per il clan familista di Barzani che governa la regione
autonoma in nord Iraq.
Negli
ultimi tempi, attacchi e provocazioni contro Makhmour sono diventati ripetitivi
e sistematici: prima i bombardamenti turchi del dicembre 2018 e del luglio
2019, che hanno causato vittime civili, poi l'embargo che dura ormai da nove
mesi e che viene inasprito di giorno in giorno, con i peshmerga di Barzani che
bloccano le vie d'accesso al Campo, dove già oggi scarseggiano medicinali e
viveri, embargo che ha già causato vittime in quanto gli abitanti non possono
raggiungere l'ospedale di Hewler (Erbil), né possono uscire dal Campo per
recarsi al lavoro; alcune settimane fa, un nuovo attacco, poi sventato, delle
bande nere di Daesh ed oggi, l'attacco dei droni turchi.
Nel
frattempo, in Iraq, la pandemia da coronavirus fa sempre più vittime (per ora,
non ci sono casi accertati di Covid19 nel Campo, anche se ci sono persone
tenute in isolamento precauzionale).
Tutto
questo accade nel silenzio tombale e complice dell'ONU e dell'UNHCR che,
formalmente, ha la giurisdizione sul Campo e che però dal 2014 non ha più
fornito aiuti di sorta!
L'aggressione
continua al Campo di Makhmour disconosce il diritto ad una vita libera e
autonoma e rafforza la nostra responsabilità nella lotta per la democrazia e
l'autodeterminazione.
Noi
ci sentiamo parte del popolo di Makhmor, vogliamo condividere con loro lutti,
sofferenze e privazioni.
Per
essere conseguenti alle prese di posizione su carta, rinnoviamo l'appello a
un'iniziativa concreta a sostegno dei nostri due progetti per il popolo di
Makhmour:
- per la
fornitura di respiratori polmonari e deumidificatori (offerta libera)
- a
sostegno del progetto "Hevi Center" destinato ai bambini affetti da
sindrome di down e disabilità, con l'adozione a distanza
Il nostro IBAN è il seguente: IT17 Q030 6909 6061 0000 0111 185
intestato
ad Associazione Verso il Kurdistan Odv Causale...
[Associazione
Verso il Kurdistan di Rete Kurdistan Italia]