USIGNOLO D’ORO
di Laura
Margherita Volante
Usignolo D’oro era chiamato così, perché alla
nascita i suoi genitori notarono un piccolo cuore d’oro dipinto sul petto. Era
sempre contento rallegrando l’aria col suo canto dolce e armonioso. Un giorno vide
formica Previdenza in difficoltà, mentre spingeva una briciola di pane per il
suo magazzino. Usignolo D’oro subito accorse in suo aiuto, e con il becco prese
la briciola con delicatezza portandogliela vicino alla sua tana. Previdenza lo
ringraziò per la sua onestà e generosità d’animo. Usignolo D’oro volò felice cinguettando
una bella melodia. Ad un certo punto vide un cucciolo di lupo, solo senza la
sua mamma. Usignolo D’oro si avvicinò e “Ti sei perso?”, gli chiese “Come ti
chiami?”. Il lupetto tutto tremante “Mi chiamo Nerino, ora la mamma mi starà
cercando disperata!”, rispose accorato. “Vieni con me, mentre volo dall’alto
posso vedere dove si trova la tua mamma”, lo rassicurò. Infatti, volando sopra
gli alberi del bosco, senza perdere di vista Nerino, vide una lupa. “Come si
chiama tua mamma? gridò. “Il suo nome è Luparossa per il pelo rosso del manto”,
di rimando rispose Nerino. Usignolo D’oro allora si diresse dalla lupa, che in
effetti aveva un folto pelo rossastro. “Sei tu Luparossa?”, le chiese. “Sì, sono
io!”, “Ho trovato il tuo cucciolo Nerino disperso nel bosco, seguimi!”. Poco
dopo mamma lupa e lupetto si leccarono felici. “Grazie Usignolo, hai proprio un
cuore d’oro”, esclamò Luparossa contenta di aver ritrovato il suo lupacchiotto.
Un giorno
Usignolo D’oro cadde da un ramo, mentre furtivo gatto Selvaggio stava per
afferrarlo, con l’intenzione di farsene un prelibato bocconcino. Luparossa, che
per caso passava di lì, si accorse del pericolo e con balzo repentino saltò
addosso a Selvaggio, che impaurito se la diede a zampe levate, sgattaiolando
dalle grinfie della lupa. Formica Previdenza, intanto venuta a conoscenza della
cosa, con le amiche del Formicaio, portò a Usignolo per confortarlo tante
bricioline e vermicini. Usignolo D’oro ber rifocillato si riprese dallo
spavento e così rasserenato iniziò a cantare una dolce serenata alla sua bella
usignola Beccuccia Di Rosa. Tutti gli abitanti del bosco, alle prime ombre
della sera, si addormentarono tranquilli alle note melodiose di Usignolo D’oro.
La gratitudine
è delle persone che non dimenticano il bene ricevuto.