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Mi unisco
volentieri al gruppo per ringraziare Alfonso del suo suggerimento. Cresciuto
nel movimento anarchico, ben conoscevo, anche se io ero un ragazzo e lui già
anziano, Umberto Marzocchi, che a sua volta aveva avuto il modo di conoscere
Errico Malatesta, non posso resistere a scrivere qualcosa.
Angelo Gaccione inserisce spontaneamente
l'elemento "militare". E secondo me ha perfettamente ragione.
Da tempo, e Alfonso lo sa, sono convinto
che l'evoluzione dei movimenti ambientalisti debba andare, o sarebbe giusto
dire tornare, per prima cosa verso l'antimilitarismo e l'antinuclearismo.
Nella miriade di problemi e opportunità che abbiamo di fronte, ritengo che la
riconversione ecologica delle forze armate ed il suo uso per la protezione
civile possa costituire un obiettivo preciso e sostanzialmente, anche se non
facile, ne sono consapevole, raggiungibile. Senz’altro più di altri che
metterebbero in crisi il sistema di sopravvivenza mondiale come, ad esempio,
l’eliminazione dei conservanti dai cibi o l’annullamento in pochi anni di ogni
emissione fossile.
Alla fine, qualcosa, dall’altra parte
dovrà essere ceduto e credo che in tempi di guerra cibernetica le forze armate
possano essere in parte barattate, soprattutto in paesi come il nostro dove
potrebbero sostenere e vincere al massimo un conflitto con la Repubblica di San
Marino.
Sono poco interessato alle definizioni.
E non trovo importante che Bookchin sia stato un anarchico o meno. L’anarchismo
per sua natura non è detto che vada d’accordo neanche con l’anarchia.
Il motivo del mio inserirmi nella
discussione è cercare di poter contribuire insieme a tanti altri a far sì che i
germogli del nuovo movimento ambientalista trovino obiettivi non solo
raggiungibili ma capaci, pur senza sembrarlo, di minare i presupposti di
gerarchia alla base dell’attuale sistema.